Incontri D'Autore

Dagli Sbandieratori dell'ASTA alla sfilata Medioevale, ai clic insoliti: tutto fa Palio di Asti!

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foto Alexander Mascal e Matteo Saraggi

* "Signor Sindaco, il Palio è schierato in campo con uomini, cavalli e insegne. E attende gli ordini!".
- "Signor Capitano, vi do licenza di correre il Palio nell'anno del Signore 2014. Andate, e che San Secondo vi assista!".

Con questa formula, da secoli si rinnova il rito con cui il Capitano chiede al Sindaco della città il permesso per correre e alla risposta affermativa si da inizio alla corsa del Palio di Asti, che anticamente si chiamava "Palio Astense".
Il Palio è una corsa con cavalli montati a pelo (senza sella), che si correva "alla lunga", termine che indicava il percorso che attraverso la Contrada Maestra (oggi è il centralissimo Corso Alfieri) terminava in un apposito circuito nella Piazza Alfieri, la piazza centrale, cuore storico della città.
Le radici del Palio sono medioevali, si perdono nel tempo e fanno parte della tradizionale festa patronale per celebrare San Secondo, che si tiene ininterrottamente dal XII secolo.

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Nel corso dei secoli molte cose sono cambiate: le date (da maggio a settembre), la pista per la corsa, le strade dove gareggiano i cavalli, i partecipanti, i premi e molte altre cose, compresi molti assurdi anacronismi che hanno persino stravolto la storia! E così capita di vedere sfilare persone di colore, presenze non certo facenti parte della storia del Medioevo Astigiano!
Altra immagine fuori luogo è la presenza di sbandieratori, tamburini, trombettieri, palafrenieri e armigeri femmine, indubbiamente belle presenze, gradevoli e in fondo anche accettabili, ma fuori dalla realtà storica. Nel Medioevo gli sbandieratori erano alfieri militari che avevano il compito di incitare moralmente le truppe, con lanci delle bandiere e "figure", usati per impartire ordini: un pò come le bandierine usate per gli atterraggi sulle portaerei.
E non sono mancati orologi al polso, capelli con il gel o pettinati alla samurai, piercing e orecchini maschili, scarpe da tennis sotto le lunghe vesti, fiori di plastica, e roba simile...

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Fino al 1863 la corsa aveva significato religioso, in onore di San Secondo, Patrono di Asti, oggi non è altro che una corsa dei cavalli, giocata tra accordi e alleanze tra fantini.
Purtroppo sono molti gli animali morti tragicamente in pista o abbattuti in seguito, anche se dopo l'ultima tragica fine in diretta tv del povero Mamuthones lo scorso anno, altri sistemi protettivi sono stati adottati e un imponente servizio di veterinaria, di controlli sanitari prima, durante e dopo la corsa, e altri provvedimenti, oggi tutelano quanto più possibile l'animale.
Da anni associazioni per la tutela degli animali e animalisti protestano contro l'uso di cavalli nelle corse del Palio di tutta Italia sottolineando che abbinate a queste corse ruotano altre manifestazioni molto più coreografiche e spettacolari che non abbisognano di terminare con questa coreografia cruenta. In effetti anche per Asti sono già spettacolari l'esibizione degli Sbandieratori dell'ASTA e l'imponente sfilata o le altre manifestazioni collaterali abbinate al Palio.

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Il culmine delle manifestazioni legate alla corsa del Palio ha inizio la terza domenica di settembre, ma altre si susseguono tutto l'anno e in particolare a maggio, in onore del santo.
La mattina, i borghigiani sfilano nel rione portando con sè un cavallo che simboleggia quello che correrà e introducendolo nella parrocchiale per la benedizione.
Al termine, sulla piazza nel centro storico, davanti al Municipio e alla chiesa di San Secondo, gli Sbandieratori dell'ASTA si esibiscono in incredibili performance! Spettacolare!
Ogni borgo, rione o comune, ha i propri sbandieratori che al ritmo di tamburi e trombe si
esibiscono lungo il tragitto. Al pomeriggio, verso le 14 inizia il corteo storico che parte dalla maestosa cattedrale conosciuta dagli astigiani come "Cattedrale" o "Duomo", la più grande e artisticamente importante del Piemonte per la sua architettura gotico lombardo, per confluire nella piazza Alfieri dove si correrà il Palio.
Ad aprire il corteo è il gruppo a cavallo del Capitano del Palio e dei magistrati, seguiti dal Borgo o Rione vincitore della precedente edizione. Seguono gli altri partecipanti e a chiudere il corteo è il "Carroccio" che trasporta gli armigeri, i trombettieri, il prete benedicente e la campana. E'un grande carro, simbolo dei Liberi Comuni, con le insegne del Comune e lo stendardo, trainato da 6 maestosi buoi.
Al suono di trombe e al ritmo dei tamburi, gli oltre 1200 figuranti di borghi, rioni e comuni partecipanti, sfilano dal Duomo, lungo Corso Alfieri, sino alla piazza Alfieri, con i costumi Medioevali ed esibendosi in rievocazioni di storia del XII-XV secolo.

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Prima dell'inizio della corsa il Capitano del Palio chiede al sindaco la licenza di correre, alla
risposta affermativa i cavalieri si lanciano al galoppo in un giro lungo la pista gridando "Si
corre il Palio!". Le batterie di cavalli e cavalieri si allineano al canapo (la grossa fune che delinea la linea di partenza) in attesa che il mossiere la abbassi dando il via alla partenza.
Oggi al vincitore va l'ambito drappo del Palio, al secondo una borsa di monete d'oro, al terzo gli speroni, al quarto un gallo vivo, al quinto la coccarda e all'ultimo "l'inchioda" con l'insalata, ovvero l'acciuga salata e la lattuga, in segno di scherno.
Il Palio è un drappo o telo di stoffa rettangolare, che indossavano gli ufficiali statali romani e in seguito anche dai dignitari religiosi. Oggi ha un altro utilizzo.

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Già nel Medioevo, nel 1275, si hanno tracce che durante le cerimonie in onore del santo patrono di Asti, San Secondo, il Comune o la Signoria reggente, confezionavano un Palio da donare alla Collegiata di San Secondo e uno per la corsa. Si trattava di due lunghe pezze di tessuto prezioso, azzurro, verde o cremisi, ricamato in oro, recante i simboli del Comuni e della Signoria di Asti, che venivano issati sulle picche alte anche tre metri.
Dai primi del 1800 compare quello che poi resterà l'attuale forma del Palio: un vessillo o stendardo costituito da un'asta trasversale da cui pende un drappo raffigurante episodi storici o religiosi e ornato con nappe e pomelli. Il drappo, di pregiata stoffa, destinato alla Collegiata del Santo riproduce l'immagine di San Secondo a cavallo, mentre regge su una mano la città e nell'altra tiene la bandiera rosso crociata.
Oggi porta inciso anche il motto: "Aste Nitet Mundo Sancto Custode Secundo".
La prima notizia certa fa risalire il Palio di Asti al 1275, anche se si narra di una folle corsa dei cavalieri di Asti sotto le mura della "nemica" città di Alba, in segno di scherno, ma si dice che già si correva il Palio nell'anno 1000.
Pare che fino alla metà del secolo XIV si corresse in un percorso circolare demaniale che corrispondeva alle attuali piazza Alfieri e piazza Libertà.
Nel 1382 Gian Galeazzo Visconti, signore della città, la fece fortificare proprio in corrispondenza del vecchio percorso e da circolare lo trasformò in lineare lungo i due o tre
chilometri della via principale della città, l'odierno Corso Alfieri.
Nel 1545 Emanuele Filiberto reggente di Asti, fornò due palii, uno per la corsa e l'altro per il Santo Patrono della città.

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Nel 1861 si correva in tondo sulla Piazza del Mercato, la grande attuale Piazza Campo del
Palio, modificando il vecchio percorso rettilineo che si svolgeva partendo da Viale Pilone, passando per Porta San Pietro e percorrendo il ponte sul Rio Valmanera per proseguire sulla Contrada Maestra (Corso Alfieri) fino a Palazzo Gabuti di Bestagno (oggi Palazzo Ottolenghi).

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Nel 1929 il Palio riprese, grazie all'allora podestà, dopo un periodo di ferma dovuto a vari eventi e si svolse lungo Corso Dante, un percorso in salita, di poco più di un chilometro.
Ma nel 1935 Siena rivendicò per sè l'esclusiva del nome "Palio", contro Asti e Legnano (che correva il Palio in occasione della Sagra del Carroccio).
Così venne soppresso il Palio di Legnano e il "Palio di Asti" divenne... "La festa del certame cavalleresco".
Ma il Palio, molto sentito dagli astigiani, non si fermò e durante la guerra d'Etiopia, nel maggio del 1936, i militari della 104° Legione Camicie Nere, prevalentemente composti da astigiani del Borgo Santa Maria Nuova, Rione di San Martino, Borgo Ponte Tanaro, Rione Duomo, corsero... il loro Palio a dorso d'asino sulle rive del Lago Ascianghi, e come riporta il quotidiano locale "La Provincia", vinse Santa Maria Nuova!
Dopo i travagli "politici" in cui incapp° il Palio negli anni seguenti, anche la guerra determinò il fermo della corsa che nel 1938 si chiamava "Corsa delle Contrade".
Il Palio riprese vita nel 1967 in occasione del 1000° Anniversario della Fondazione del Marchesato del Monferrato e dell'800 Anniversario della Lega Lombarda e venne spostata a settembre in concomitanza della "Douja d'Or" e in seguito al nascente "Festival delle Sagre".
Il percorso si svolse in piazza Campo del Palio, la grande piazza davanti alla Stazione Ferroviaria. Per l'occasione si creò un imponente pista, si innalzarono delle tribune con 5.000 posti a sedere" e grandi "parterre".
Oggi la corsa si tiene in un apposito circuito e non fa più parte della festa patronale di maggio, ma si corre la terza domenica di settembre.
Anche questo è Palio...

cartoline: collezione privata
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sfilanti - il Carroccio - il Capitano del Palio - sfilanti

 

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Sbandieratori dell'Asta - sfilanti - la Corsa del Palio - quando si correva in piazza Campo del Palio

 

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un attimo di relax e una bibita: anche questo... è Palio!

 

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"antan d'na vota!": "Giornali! Giornali!" bancarella degli Sbandieratori dell'ASTA

 

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Il Borgo del Santo Patrono si pubblicizza anche così

 

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ad Asti anche i nostri amici a 4 zampe tifano per il loro rione... adottivo!

 

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"Bau! Bau!
Speriamo vinca il mio Rione!"
Rione San Secondo Nasi Rossi per divertire i bimbi

E naturalmente un appuntamento a tutti per la terza domenica di settembre del 2015, per lo stupendo spettacolo degli sbandieratori e la scenografica sfilata! E mi raccomando: mentre sfilate non mettete l'auricolare del cellulare o del cd con la musichetta e soprattutto non fate sfilare Toro Seduto, Montezuma, o Tutankhamon, inventando storielle di comodo: lasciate agli astigiani la storia della loro gloriosa città Medioevale e Templare, e loro vi lasceranno sfilare donzelle tamburine e sbandieratrici e magari... anche con l'orologio e l'auricolare!


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