Incontri D'Autore

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"Castelli con gusto" per scoprire il territorio
Un Piemonte da vedere e da gustare:
Castello di Lagnasco (CN)


foto Matteo Saraggi

Il Castello di Lagnasco

Tra il 1569 e il 1572 Benedetto I Tapparelli, giudice in Saluzzo, uomo colto e raffinato lo trasformò in raffinata residenza rinascimentale.
Oggi il feudo si presenta in tre parti, unite, con i nomi di castello di Levante, di Mezzo e di Ponente, ordine che indica la loro ubicazione.
Verso il 1470 la Francia e il marchesato di Saluzzo sono in guerra tra di loro e nel castello di Levante venne ospitata la corte di Amedeo IX di Savoia e Jolanda di Francia, con l'intento di salvare il territorio del Piemonte sabaudo dal dominio francese.
Nel 1560 nel castello soggiornò la corte di Emanuele Filippo di Savoia e Margherita di Valois in transito da Savona a Vercelli. A ricordo di questo evento il "Salone degli scudi" venne arricchito da una raccolta araldica e dalla raffinata "Loggetta delle grottesche" opera fantastica e fantasiosa, del pittore Pietro Dolce.
Ai piani superiori la filosofia di vita del Cinquecento è visibile nella raffigurazione dal classico mito degli dei.
Nel XIX secolo l'ultimo discendente dei Tapparelli, Emanuele nipote di Massimo d'Azeglio, riunì la proprietà che sino ad allora era stata condivisa con altre nobili famiglie del luogo e iniziò il restauro che però non fu mai terminato: il marchese morì nel 1891.
Lagnasco, con i suoi tesori e i misteri racchiusi tra le sue mura, apre le porte alla nostra curiosità e subito inizia il viaggio nella storia!
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Salendo le scale scorgiamo una enigmatica raffigurazione. Quale mistero racchiude la misteriosa figura della "Donna Velata"? Il velo indica l'occultamento della verità, tutto si può scoprire levandolo, od occultare ponendolo. Nasconde, ma lascia anche intravvedere.
Nell'affresco vediamo una donna alla finestra nascosta da una sorta di velo-tendina mossa dal vento e sul lato opposto il ritratto di Benedetto I, proprietario del castello di Lagnasco, un uomo tanto misterioso ed enigmatico da farsi dipingere sul muro di una porta con in mano un libro semichiuso e lo sguardo rivolto a destra: strana rappresentazione quel "distogliersi dalla lettura", lui ... che vive di letture alchemiche.
Il libro è simbolo di potere, un tempo saper leggere era un privilegio riservato solo alla casta sacerdotale, ai nobili, ai ricchi e potenti, non a caso se un plebeo o una contadina per qualche motivo sapevano leggere si diceva che poteva essere solo perchè avevano stipulato un patto con il Diavolo e che possedevano quindi le formule magiche per dominare gli uomini e gli elementi.
...E venivano condannati al rogo per stregoneria!
Il libro è anche simbolo della Magia, con le sue formule magiche e l'oscuro potere di evocare o allontanare gli spiriti, come il "Libro dei Morti" egizi, o il "Libro del Comando" delle streghe. Il libro raffigura il Sapere, la Conoscenza, ed è anche il simbolo del mondo, non a caso si dice "Liber Vitae", "Liber Mundi": saper leggere rende liberi e padroni del mondo! Tutta la storia dell'umanità è scritta nei libri, tutto il passato, il presente e il futuro sono racchiusi nella scrittura.
Esotericamente le porte simboleggiano l'entrata in un altro luogo, conducono in un'altra Realtà e Conoscenza e questi due ritratti pare vogliano custodire l'entrata, ammonire il curioso che le varca o incitare un adepto a varcare la soglia ed entrare nell'occulto mondo del Sapere. Il mistero ci affascina, ne diventiamo succubi e dinanzi alla magia della vita, dell'esistenza, della realtà o dell'illusione restiamo increduli, spesso impauriti o incuriositi ci lasciamo trasportare oltre i limiti divenendo facile preda del Bene o del Male!
La porta è la soglia, il passaggio tra la vita e la morte, tra mondi diversi, tra realtà diverse, come il bello e il brutto, il caldo e il freddo, il giorno e la notte.
Lo sguardo rivolto a destra potrebbe indicare la continuità, considerando che la sinistra spesso rappresenta il male e la morte.
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Nell'altro castello si trovano elementi cinquecenteschi, con splendidi saloni, scale, la Sala di Rappresentanza con uno stupendo soffitto a cassettoni decorato e cinque magnifici affreschi che riproducono scene dedicate alla Giustizia. Il proprietario usava questa sala come tribunale personale: gli enormi affreschi mostrano i simboli del Giudizio terreno attraverso processi storici e fantasiosi.
Ai piani superiore si possono invece vedere raffigurazioni dedicate al mito classico degli dei.
Affreschi dedicati al mondo del vino rallegrano invece le cantine.
Un'altra ala del maniero si presenta con uno stupendo salone detto "Degli scudi" per il fregio decorato con 167 stemmi che formano l'araldica della nobile casata (della metà del '400).

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Proseguiamo il viaggio nel mistero e troviamo gli affreschi di un fantasioso artista di quell'epoca, Pietro Dolce, creatore di pitture fantastiche e delle "magiche grottesche", raffigurazioni di creature immaginarie, stupende o mostruose, personaggi e animali nati dalla fantasia quasi delirante di un grande artista. Sogno, realtà e fantasia danno vita ad immagini surreali che nascono dal profondo dell'inconscio o dalla mente che crea visioni oniriche.
Simile è ad una scatola cinese ogni affresco è un mistero che ne racchiude altri! Il satiro dormiente,
l'uomo albero, gli incubi e il ricorrente simbolismo delle radici.

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Molte culture hanno sempre considerato l'albero come la dimora degli spiriti, e per questo esistono dei
culti rivolti all'albero, specie se secolari o con qualche particolarità.
Albero, legno e radici sono legati tra di loro, non a caso con il legno è stata fatta la croce su cui è stato crocifisso Gesù, di legno era l'Arca di Noè, di legno la Verga di Aronne e quindi il legno ha delle qualità sacre. In esoterismo le radici dell'albero simboleggiano il libero pensiero che si nutre dall'eterno Albero della Sapienza, sia attraverso i rami che il tronco: l'esoterismo non è magia, ma una scienza che ricerca la verità interiore e non si ferma ad osservare una forma fisica, ma ne ricerca anche quella emotiva e mentale, conscio che non sempre ciò che vediamo è reale e che spesso la fantasia è più reale di quanto immaginiamo mentre quella che ci appare come una realtà è illusoria.

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In questa loggetta si possono vedere delle creature immaginarie, enigmatiche, spesso mostruose e simboli esoterici ed alchemici. Le stupende "Grottesche", visioni tra realtà e fantasia, tra l'immaginario e il sogno già meritano un viaggio e una particolare attenzione nell'osservare anche un piccolo particolare, un semplice fregio, una semplicissima cornice o un banale "sghiribizzo"... guardandolo attentamente potreste scoprire volti di animali o di persone... com'è capitato a me.
Una sala ricoperta di dipinti è divisa da colonne che la separano da una stanza più piccola. Le colonne sono interamente decorate con figure immaginarie e misteriose. All'interno di questa saletta le pareti e il soffitto sono interamente ricoperti di figure strane, simboli alchemici ed esoterici si fondono con la fantasia, il sogno e l'immaginario dell'inconscio umano.

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Le colonne "Piastri del Cielo" sono l'unione tra l'uomo e Dio. Simbolo dei Templi, delle Basiliche, delle Abbazie Templari, dei Rosacroce e della Massoneria, ma anche di tutte le religioni: con la loro "Elevazione" sono simili ad un "indice proteso verso il Cielo", ma sono anche delle "colonne" che ricordano chiaramente i simboli dell'alchimia e dell'esoterismo.
Le colonne, simili all'albero, alla scala, e alle forme che si elevano verso il cielo, sono il simbolo cosmico, la stabilitì che governa l'universo e il vuoto tra i pilastri è l'entrata all'eternità, la soglia verso nuove dimensioni. Una sola colonna indica il principio maschile ed evolutivo delle cose, due indicano quello femminile e negativo, il passivo involutivo. Le due colonne poste all'entrata dei templi stanno ad indicare l'evoluzione e l'involuzione della vita e della morte, del bene e del male, della conoscenza e dell'ignoranza, collegano l'uomo alle divinità, il mondo terreno al cielo, il macrocosmo al microcosmo.
Anche quegli affreschi apparentemente frutto di visioni fantastiche o semplici cornici se li si guarda attentamente si nota che raffigurano volti di animali o persone. In questa saletta ogni "macchia"da vita alla fantasia, all'immaginazione.
Tre castelli in un unico castello o un castello diviso in tre parti? In realtà si tratta di un indubbiamente raro, se non unico, esempio di tre castelli inglobati.
I sali scendi tra l'uno e l'altro sono un groviglio in cui è difficile districarsi e capire quale parte stiamo visitando e ricordare le immagini nella giusta cronologia, ma poco importa una esatta sequenza quando tutto è talmente stupendo da rimanere nella nostra mente a frammenti, simili ad un gioco ad incastro in un susseguirsi di meraviglie!
Un viaggio nel tempo e nel mistero. Una meraviglia... da non perdere!
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