Incontri D'Autore

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foto Matteo Saraggi
 

150° dell'Unità d'Italia per brindare all'Anteprima Vendemmia 2011 o l'anteprima della vendemmia in Piemonte per festeggiare l'Italia nel suo 150° anno di vita?
150° anni di Italia Unita, un secolo e mezzo per il vino... dall'età indefinita, un'età che si perde nella notte dei tempi, da quando l'uomo ha scoperto il delizioso nettare che inebria i cuori e parla tutti gli idiomi del mondo...
Che lo chiamate Barbera, Barolo, Spumante o Moscato è l'identità del territorio piemontese e ovunque andrete vi basterà citarne uno per segnare quel territorio che dai piedi del Monviso scivola lungo le strade di confine del Moncenisio, Monginevro e le Alpi Marittime, tocca il versante del parco del Gran Paradiso con il Monte Rosa, percorre la Pianura del Po e dei suoi affluenti che bagnano le province di Asti, Alessandria, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Vercelli, e del Verbano.
Ma se questi vini sono i portabandiera, le alabarde, pardon... le bottiglie, che difendono il nostro territorio sono ben schierate nelle provincie e hanno nomi storici: Arneis, Albugnano, Barbaresco, Boca, Bonarda, Brachetto, Bramaterra, Carema, Dolcetto, Erbaluce, Fara, Favorita, Freisa, Gavi, Gattinara, Ghemme, Grignolino, Lessona, Loazzolo, Malvasia, Nebbiolo, Ramiè, Roero, Ruchè, Verduno Pelaverga.
Questo è il Piemonte dagli acini succosi, della gente rude nei campi ma dal cuore ospitale.
Potrebbe essere un venerdì come tanti, uno di quelli in cui i giornalisti si ritrovano a parlare di vino, ma questo è un venerdì speciale, dove gli ospiti sono gli stessi Vignaioli Piemontesi che a Cascina Medici del Vascello, nei Giardini della Reggia di Venaria, si ritrovano a parlare di vino... ai giornalisti.
Anche quest'anno si rinnova l'appuntamento con "Anteprima Vendemmia", l'incontro promosso dai Vignaioli Piemontesi e dalla Regione Piemonte.
Fare il punto sulla situazione della vendemmia del 2011, presentare i dati e la valutazione delle uve, tracciare una previsione: questi sono gli argomenti trattati e quale migliore scenario della Torino prima capitale d'Italia poteva rendere omaggio al "150° dell'Unità d'Italia" e al vino che ha avuto una sua importanza nella storia del nostro Paese!

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Dalla langa albese di Camillo Benso conte di Cavour... amante del buon vino e della buona tavola che si occupò di vini e agricoltura, al piemontese re Vittorio Emanuele II che se non disdegnava i piaceri dell'alcova non dimenticava nemmeno quelli del buon bere e alla moglie morganatica Rosa Vercellana, meglio nota come "La bela Rosin", che elevò al rango di contessa di Mirafiori e Fontanafredda, donò l'immensa tenuta di "Fontanafredda" a Serralunga d'Alba (CN), con un immenso patrimonio di vigneti, dove il figlio iniziò la produzione dei vini e divenuta oggi una delle cantine storiche più famose d'Italia e indubbiamente legate al 150°.
Ed è negli Appartamenti Reali di Borgo Castello, all'interno dell'attuale Parco Regionale La Mandria, poco distante dalla Torino risorgimentale, che visse "La bela Rosin", mentre nella Torino dei salotti aristocratici e negli storici caffè, tra un "bicerin", un "Vermouth" e un gianduiotto, si faceva l'Unità d'Italia.
Il viaggio da Asti inizia su un autobus-navetta con tutti i moderni confort mentre nella nebbia mattutina il sole fa capolino e pian piano il cielo si tinge di azzurro. Da lontano la sagoma del Monviso si erge maestosa a delineare i confini del Piemonte.

La sala convegni è gremita. Nel silenzio di un pubblico attento prende la parola Claudio Sacchetto Assessore Regionale all'Agricoltura che si rivolge ai vignaioli ricordando che per la viticoltura è tempo di bilanci, ma cè ancora molto lavoro da fare anche se si guarda al futuro con ottimismo: Il settore vitivinicolo è l'orgoglio del passato e del presente della nostra Regione', affermerà con orgoglio ricordando che il mondo del vino punta più alla qualità che alla quantità e i nostri vini sono tra i più conosciuti e apprezzati nel mondo.
Un lungo dibattito accompagnerà i presenti per alcune ore, attenti ad ascoltare il Presidente della Vignaioli Piemontesi Giulio Porzio e il direttore Gianluigi Biestro, Daniela Mangiapelo che presenta il progetto Winetrace, ed Andrea Ferrero Presidente di Piemonte Land of Perfection, e il tutto sotto la regia del moderatore, il giornalista Giancarlo Montaldo. Tavola rotonda a confronto, tra i rappresentanti dei Consorzi di Tutela Asti Docg, Brachetto d'Acqui Docg, Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero, Vini d'Asti e Monferrato, Gavi Docg, Alta Langa e produttori Moscato Associati.
Come ogni anno viene consegnato il premio "Piemonte Anteprima Vendemmia" che viene assegnato in memoria di Paolo Desana, promotore e firmatario della legge 930 sulle Doc dei vini italiani.
Si è parlato dell'incalzare di vini provenienti da ogni parte del mondo, che ottimi e a minor prezzo sono una pericolosa realtà e se da un lato la loro concorrenza induce i produttori italiani a offrire i vini a prezzi più limitati e competitivi... dall'altro si propone di aumentare quelli del Barolo che è un prodotto ricercato dagli intenditori e a consumo ridotto in confronto a quelli "a tutto pasto" più facilmente commerciabili e a minor prezzo.
Se va reso più abbordabile il prezzo dei vini, va anche valutato l'eccessivo rincaro dei ristoranti, ma il "ribasso" potrebbe svalorizzare il prodotto e potrebbe spingere i vignaioli a produrre vini "alternativi" che andrebbero a discapito della qualità: in fondo la qualità, se è reale, ha dei costi più alti.

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E' anche difficile valutare l'alternativa che punterebbe ad aumentare il costo del Barolo: conosco viticoltori che producono un eccellente Barolo, ma a minor prezzo di quelli "blasonati" di cui mi è difficile riconoscere quella superiorità che sta più nel nome che nel contenuto.
... Se a vostra insaputa alla stessa bottiglia "pregiata e costosissima" sostituissero l'etichetta ponendone una sconosciuta... sicuramente elogerete quella famosa e critichereste l'altra.
Diminuire i prezzi? Entrare in concorrenza con i vini stranieri?
A parte i costi che tutto l'anno precedono la vendemmia, si devono aggiungere le spese di lavorazione e quelle di vetro, tappo, etichette, tasse varie, paghe al personale, confezione, distribuzione e se a venderlo non è il produttore ma un distributore che ha indubbiamente anche lui dei costi e delle spese, il produttore quanto prende per bottiglia e quanto guadagna?
Ma allora mi domando: Cosa dobbiamo ancora abbassare? . Abbassare solo i prezzi del vino e non di tutto il resto è discriminante, mette ancor più in ginocchio un settore già fortemente penalizzato dall'etilometro a causa di individui che non bevono vino ma alcool, si impasticcano, spesso sono solo "imbecilli con la patente" e il 99% degli incidenti è provocato da individui che nemmeno sono italiani: gli italiani hanno la cultura del vino, sanno bere e non si ubriacano così facilmente di "vino".
E' la politica che va cambiata! Un tempo contenevi molte spese facendoti aiutare a vendemmiare dagli amici, oggi devi assumere personale tramite le cooperative assistenziali e già vendemmiando hai unà rincaro di spese.
Non è mancato il vivace dibattito sulle moderne tecniche di mercato che, per favorire il commercio con alcune nazioni, imbottiglia nel cartone invece delle tradizionali bottiglie di vetro, o anzichè tappi di sughero utilizza chiusure a vite, come... le bottiglie di liquori, e non è mancato l'appunto sul discusso "trucioli nelle botti, sì o no?".
Per carità! Lasciateci la nostra cultura vecchia di secoli, con la mitica bottiglia di vetro, il "quartino", il tappo di sughero e le botti senza il sughero assorbito dal delizioso vino: come lo facevano i nostri padri, e i nostri nonni! Va bene non pigiarlo più a piedi scalzi nella tinozza, va bene "aiutarlo" con moderne tecniche, ma trasformarlo in cartoccio da caldarroste no!
Con disgusto ricordo le "degustazioni per... giornalisti di enogastronomia" di formaggi e salumi in... piatti di plastica, la fumante polenta o il risotto, che caldi... nel piatto di plastica ne assorbivano il sapore, di vini in bicchieri di plastica! Plastica ovunque tanto che mi aspetto... prima o poi polenta con la bagna cauda fatta con acciughe di plastica!
Certe modernità saranno indubbiamente utili per fare prima, ottime per vendere di più, ma non saranno mai indirizzate all'acquirente buongustaio, nè valorizzeranno il prodotto.
Paragonarli alla produzione di qualità sarà impossibile e avremo null'altro che un dozzinale prodotto da bancone di supermercato... con tutto rispetto a queste tipologie di distribuzione di massa!
E' di questi giorni un catalogo di un grande supermercato dove troneggia un Dom Pèrignon a meno di 200 euro, ma l'acquisto in un supermercato ne sminuisce il prestigio!
Indubbiamente meno "traumatizzante" per l'immagine dei vini pregiati potrebbe essere il Berlucchi in versione da 22 euro la bottiglia, ma poi scivola... sui 20/22 della confezione di due bottiglie!
Una cassetta con tre bottiglie della Franciacorta a 33 euro è svalorizzante, specie se si considera che uno è un Barolo e la cassetta è di legno, quindi ha un più alto costo.
Tre bottiglie, cassetta in legno anche per la Banfi a soli 39 euro!
Decisamente imbarazzante una grande marca come la Gancia con l'offerta di due bottiglie a 10 euro!
Penalizzare il settore vitivinicolo con l'etilometro, deprezzare un prodotto svendendolo al prezzo di una bottiglia di acqua, mortificarlo rinchiudendolo in scatolette di cartone e contenitori a chiusura ermetiche come i vasetti della marmellata: siamo l'Italia dei controsensi!
Per fortuna al pranzo si è brindato in bicchieri di vetro e il brindisi è stato tutto per 150° Anniversario dell'Unità d'Italia, in quell'angolo nel Parco della Venaria Reale dove si è fatta la Storia dell'Italia e complice una simpatica e gentile vicina di tavola, giunta dall'astigiano con il gruppo dei vignaioli della Cantina di Vinchio e Vaglio Serra, ho ritrovato quello spirito monferrino che anima le genti della mia terra e allora brindiamo alle terre del vino astigiano, al Piemonte, al 150° e... chi non brinda con i nostri vini... acqua lo colga!
... Purchè gli facciano da sfondo i vini di tutta lèItalia...

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