Incontri D'Autore

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foto Matteo Saraggi

"Un G8 di grandi marchi del vino a confronto" è stato definito da giornali e tv il Boroli Wine Forum che si è tenuto nella prestigiosa location della "Locanda Madonna del Pilone" in Frazione Madonna di Como (Alba-CN), promosso dalla famiglia Boroli, produttori a Castiglione Falletto, nel cuore del Barolo.
Il Piemonte, terra di vini e di buona cucina, di incantevoli paesaggi, ricco di storia, cultura e folclore, ha fatto da sfondo alla quinta edizione del "Boroli Wine Forum" che ha visto ospiti francesi, spagnoli e americani confrontarsi con toscani e piemontesi in una approfondita analisi sul valore del marchio come veicolo trainante per promuoversi sui mercati internazionali.
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Ad avvalorare l'incontro l'autorevole presenza di Bruno Vespa che ha fatto da moderatore, senza tralasciare interventi tipici della sua personalità piacevolmente carismatica.
New entry nel mondo del vino Bruno Vespa, da poco produttore nel territorio pugliese, ha sottolineato l'importanza di questo incontro che grazie alla partecipazione di molti produttori di vino è "utile allo sviluppo del brand Italia per la sua internazionalità".
Un forum per temi attuali, come: "Conta più la marca o la denominazione di origine per il riconoscimento mondiale di vini di qualità?".


A dare il benvenuto Silvano e Achille Boroli ideatori del Forum che ogni anno si svolge nelle Langhe albesi e ha per tema il vino.
Dopo la presentazione di Bruno Vespa hanno preso la parola gli ospiti, che nel presentare le loro aziende e il loro modo di promuoversi si sono confrontati in un interessante forum per comprendere se conta di più il territorio o la capacità del produttore nel valorizzare e pubblicizzare il prodotto.
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Giovanni Geddes da Filicaja, del CEO di Masseto, ha sottolineato che un "cru" come il Masseto, pregiato e raro vino toscano, rappresenta un modello di "brand" di una etichetta che aggiunge valore ad un prodotto già eccellente, legato al territorio e riservato alle grandi aste e ad estimatori di tutto il mondo.

Pierre Godù Vice Presidente di LVMH International Moèt Hennessy - Louis Vuitton, ha sottolineato che il valore del marchio è legato alla "proposta" e alla "pubblicità", ma che alla base c'è la capacità di creare prodotti di qualità perchè è questo il fattore principale che fa la differenza. Oggi è indispensabile uno stretto rapporto con il consumatore perchè è lui che da importanza al marchio e quindi è fondamentale il web e il blogger che avvicinano il marchio al consumatore di tutto il mondo.

Pierre Lurton del Chàteau d'Yquem, Chàteau Cheval Blanc ha coinvolto il pubblico di giornalisti di testate nazionali e internazionali, e il folto pubblico "settoriale", con interessanti nozioni tecniche, ma con un pizzico di charm tutto francese deliziando i presenti con narrazioni che ben hanno meritato gli applausi e i sorrisi divertiti dai racconti di "medico mancato" e "della madre che di cognome fa... Lafitte, il pirata francese!".
"Il vino è la magia di un gesto, un equilibrio perfetto di elementi, uniti in un'alchimia tanto semplice quanto complessa. Si potrebbe usare un ossimoro per spiegare meglio cosa voglio dire, la magia di un grande vino è saper creare una -semplicità complessa-, due termini in contraddizione che invece grazie alle capacità ed all'intraprendenza degli uomini coinvolti, si fondono nel creare qualcosa di unico, di assolutamente inimitabile".
Se i vini contengono l'anima del produttore quelli di Pierre Lurton sono frizzanti, sollazzevolmente stuzzicanti e con il savoir faire tipicamente francese...

Roberto Conterno, della Azienda Giacomo Conterno, di Monforte d'Alba, ha ricordato la storia dell'azienda fondata da Giovanni e dai figli (tra cui Giacomo) nei primi del '900 rientrato in Italia dopo essere emigrato in Argentina.
Dalla vendita del vino in botti di legno e damigiane di vetro, nel 1920 si passa alle bottiglie etichettate. Giacomo, con l'ingegno di produttore all'avanguardia per quei tempi fu il primo a vendere il vino etichettato, il primo a creare un marchio, un brand che nel tempo sarebbe divenuto una scelta mondiale che ha cambiato il mondo delle generazioni future, dando vita a quel legame con il territorio, chiara identità capace di narrare la storia di un sorso di vino...
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Per Carlo Paoli Direttore Generale Tenuta San Guido, in Toscana, produttore del pregiato Sassicaia, nella nostra epoca il marchio è indispensabile.
Gli italiani sono unici nella loro capacità di entusiasmarsi ed entusiasmare e per questo devono sfruttare questa dote, la fiducia in sè stessi e comunicare quello che è un marchio di qualità che racchiude la storia delle nostre origini e dei nostri vini che sono unici.
Lo spagnolo Manuel Louzada Estate Director di Numanthia presenta il marchio di questo vino prestigioso e del DNA che è costruito sulla base di fattori che fanno parte della loro storia, del valore del terroir e delle persone che stanno dietro il marchio.
Louzada sottolinea che questi elementi aiutano a creare un chiaro messaggio e un brand che da esperienze entusiasmanti e sono la chiave per comunicare al consumatore la storia del vino.
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Richard Nalley Editor-at-Large di "Forbes Magazine" ed autore della Guida Food & Wine Magazine ha raccontato l'America dopo Robert Parker affermando che: : "Non c'è mai stato un momento più emozionante per il concetto di marca nel settore del vino negli Stati Uniti... ma le regole stanno cambiando velocemente".

Già! Le regole stanno cambiando velocemente, ma non la buona cucina e il buon vino: quella cucina che non ha stelle, nè blasonature o nomi strani, ma è la migliore, genuina e storica come i vini che l'accompagnano!

 


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