Incontri D'Autore

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Asti - Piazza Leonardo da Vinci

"Ecco il paese che sorge in qualche angolo d'Italia, nella pianura del Po. Ciascuno lotta a suo modo per costruire un mondo migliore e qui accadono cose che non accadono in nessuna altra parte del mondo".
Così inizia il viaggio sul treno di don Camillo, mentre dopo l'ultimo saluto del "compagno onorevole Peppone", il treno si allontana sbuffando, in quella stazione di Brescello della Bassa parmense, portando con sè il "parroco rivoluzionario" che parte per la sua "convalescenza politica" per uno sperduto paesino di montagna.
Se pensiamo ad una sbuffante locomotiva a molti viene alla mente questa immagine del treno che si allontana, ed è con queste scene tratte dal celebre film "Don Camillo" che amo pensare alle vecchie e gloriose locomotive sbuffanti.

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Ferdinando Destefanis, macchinista di treno a vapore sulla linea Torino/Aosta fino agli anni '70

Ricordo le sale d'attesa dove spesso coricati sulle dure panchine di legno dormivano quelli che oggi chiamiamo "clochard, senzatetto" e allora chiamavi "barboni".
Le carrozze con i sedili di legno e lo schienale che ti spezzava la schiena, i finestrini, da cui si
vedeva scivolare lento il paesaggio, le gallerie, i ponti sospesi e quelle piccole stazioni con il venditore di bibite e panini, il capotreno che fischiava la partenza.
L'addio dalla banchina della stazione, l'ultimo abbraccio, le ultime parole all'amata, al figlio che parte per la Naja, all'emigrante che torna a trovare la moglie e la famiglia, a quello che parte per Marcinelle e... non farà più ritorno.
Le porte delle vetture si chiudono e le teste fuori dai finestrini per un ultimo sguardo, le mani che sventolano un saluto: è il treno delle truppe che partono per la guerra, ma è anche quello di deportati ai campi di sterminio da dove non faranno più ritorno.
Erano i treni della mia infanzia e della mia giovinezza, quelli scomodi, lenti, privi di ogni confort anche in prima classe! Quelli che mi portavano in giro per l'Italia alle mie mostre, ai convegni e mi hanno dato momenti di tristezza, ma anche molti di gioia, di ricordi, di rimpianti!

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Barbaresco 1975 Bergamasco 1986

I treni delle vacanze al mare, del ferragosto sulla spiaggia e quelli delle vacanze sui campi di sci per le vacanze natalizie.
Treni e... trenini dei collezionisti, dove tutti i papà dicevano sempre: "L'ho comprato per il mio bambino", ma ... il bambino che ci giocava aveva 40 anni, con moglie... e figli.

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Oviglio 1974 ingresso mostra


I passaggi a livello, l'omino che al transito del treno con la bandierina rossa indicava che tutto andava bene, l'immancabile fila di auto e motocicli fermi davanti alle barriere e tu che dal finestrino salutavi con la mano.
Lento, rumoroso, fermo ad ogni stazione, questo era il treno di una volta, quello che ha fatto anche da interprete principale in molti film e nelle canzoni.
Tra i più famosi cortometraggi, degni di un museo, indubbiamente il primo posto va ai fratelli Auguste e Louis Lumière, con "L'arrivèe d'un train en gare de la Ciotat", del 1895 in bianco e nero, naturalmente un film "muto", di soli 45 secondi, girato a La Ciotat, Bouches-du-Rhène in Francia.
Personalmente conservo la copia della "Inaugurazione Tramwia Dogliani-Monchiero", un filmato d'epoca di Giovanni Tomatis, del 1923, che mi ha donato il prof. Martino di Dogliani (Cuneo) del "Museo Gabetti", un interessantissimo documentario con foto e ricostruzione storica dell'avvenimento.

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ingresso galleria di Pietra Bissara ponte sortendo dalla galleria di Villavecchia

Sin dalla sua comparsa il treno è stato il protagonista di film. Buster Keaton in un film muto del 1926 è il ferroviere Johnnie Gray; nel 1929 narra le vicende dell'espresso Londra-Edimburgo e dei suoi passeggeri protagonisti di un sabotaggio; Marlene Dietrich nel 1932 intreccia la sua vita sull'Express Pechino-Shanghai; Alfred Hickcock usa il treno che dai Balcani raggiunge Londra per far sparire durante il viaggio una vecchietta; Jean Gabin a bordo della locomotiva della Parigi-Le Havre diventa la narrazione cinematografica che Jean Renoir fa del libro di Emile Zola.
Interminabile la serie di film di guerra con il treno protagonista: sul Praga-Mosca si svolge la vicenda del film "Il terzo uomo" del 1940; Burt Lancaster, nel 1964 è il partigiano-macchinista di "Il treno", mentre "Il colonnello Von Ryan" del 1965 vede Frank Sinatra nella parte di un ufficiale dell'aviazione americana, prigioniero in Italia.
L'Orient Express tra Parigi e Costantinopoli fu sinonimo di lusso e ricchezza dal 1883 al 1977 e Agatha Christie vi ambienta il suo classico tra i gialli di Poirot!

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In "Cassandra grossing" Burt Lancaster, Ava Gardner e Sofia Loren, viaggiano sul treno da Ginevra a Stoccolma, dirottato in Polonia, con a bordo un terrorista che ha contagiato i passeggeri con un virus letale e un ponte fatiscente da attraversare.
In "A 30 secondi dalla fine" del 1985, due evasi e una ragazza si trovano su un treno senza conduttore e a due passi dallo schianto mortale.
Un disneyano "Polar Express" del 2004, in versione digitale, con un bimbo che non crede in Babbo Natale e si trova su un magico treno che lo condurrà nel fantastico paese di Natale. Tra gli interpreti Tom Hanks.
Più fantasioso è il treno che parte dal binario 9 e 3/4 in direzione Hogwarts per portare Harry
Potter alla scuola di magia: in realtà è una vecchia locomotiva arrugginita che dal 1937 al 1964 percorreva le rotaie dell'Inghilterra. Recuperata da una discarica dove giaceva da molti anni è stata ristrutturata e utilizzata per il film.
Il più famoso treno degli anni Trenta, l'Orient Express è il palcoscenico per un omicidio alla Agatha Christie in "Assassinio sull'Orient Express".
Non c'è storia del west che non abbia un assalto alla ferrovia, rapine al treno, attacchi di indiani e banditi mascherati.
Molti film iniziano o finiscono proprio con un viaggio in treno, storie di emigranti che dal sud partono in cerca di fortuna a Milano e Torino. Storie di spie, contrabbandieri di diamanti, storie d'amore, avventure alla 007, comiche e altri mille racconti ambientati su treni in corsa, binari sospesi su ponti da vertigini, in anguste carrozze, nei corridoi dei vagoni o nelle sale dove i ricchi di un'epoca passata pranzavano.

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Ma lasciamo il piccolo spazio dedicato alla storia del treno nel cinema per visitare la mostra fotografica e documentaria: "La ferrovia che non c'è più", un viaggio a ritroso nel tempo diviso in tre periodi della storia del treno: "il passato visto con nostalgia. Il presente con le tracce del passato ferme sui binari arrugginiti dal tempo, coperti da erbacce e le "stazioni fantasma" oggi dismesse, abbandonate, pericolanti, in rovina e ricoperte di rovi, altre trasformate in ristoranti, piccoli musei, magazzini di materiale inutilizzato. E l'ultimo spazio destinato al futuro che spesso progetta di rivalutare alcune tratte ferroviarie trasformandole in tratti pedonali, ciclabili, o per un altro utilizzo che valorizzi il territorio.
In mostra la riproduzione di disegni, foto e cartoline d'epoca delle linee ormai dismesse: Chivasso-Asti, Mortara-Asti-Castagnole Lanze, Asti-Genova, Alessandria-Cavallermaggiore, Torino-Genova.
Ho iniziato con uno dei simboli più noti e significativi delle linee ferroviarie di un tempo, uno spaccato di vita contadina che trasportava don Camillo alla sperduta chiesetta sulla vetta innevata, ma entro i confini della sua terra. Un parroco diventato monsignore e un Peppone divenuto onorevole che lasciavano per sempre la loro terra andando nella capitale, verso un destino che li allontanava per sempre dalla loro gente, e un don Camillo trasformato nel "compagno" che si "infiltrava tra i rossi" per andare nella "patria Russia" e quindi il mio racconto di viaggio lungo i binari del mondo termina da dove è iniziato, con la frase che chiudeva il viaggio e scesi dal treno riprendeva con una pedalata in bicicletta: "Ecco... ricomincia l'eterna gara nella quale ognuno dei due vuole disperatamente arrivare primo. Però, se uno dei due s'attarda, l'altro lo aspetta. Per continuare assieme il lungo viaggio fino al traguardo della vita"...
E ora tutti in carrozza, si riparte verso altre mete, altre storie, lungo i binari del "Treno dei desideri"...


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