Incontri D'Autore

alt

foto Matteo Saraggi

Conto alla rovescia per l'eccellenza dell'alimentare made in Italy dal 1 al 6 febbraio si presenterà sulle tavole di Jeddah in Arabia Saudita.
Jeddah, sul Mar Rosso, è la città dai mille nomi: Jeddah, Jedda, Jidda, Jiddah, Judda, Gidda, Gedda in italiano, ed à la seconda delle più grandi città dell'Arabia Saudita, dopo la capitale Riyad.
Nata 2500 anni fa come porto di transito per i pellegrini diretti alla Mecca oggi è il crocevia delle culture di oriente e occidente che si intrecciano per gli scambi commerciali.
Ma la curiosità che mi ha colpita è scoprire che il nome Jeddah ha riferimenti della nostra Bibbia! Jeddah che in arabo significa "nonna" deriverebbe dalla tradizione popolare che la considera il luogo che custodisce la tomba di Eva, la "nonna di tutta l'umanità", di cui pare vi sia la tomba che, per proteggere il luogo da loro ritenuto sacro, dal pellegrinaggio di un'altra confessione religiosa, negli anni '70 venne sigillata per impedire definitivamente l'accesso.
alt alt alt
tartufi dolci formaggi

Da sempre le vie dei pellegrini e del commercio sono crocevia di culture diverse. Anche le invasioni dei popoli stranieri, se da una parte portarono distruzione, dall'altra permisero alle due civiltè di conoscere usi e costumi diversi e amalgamarli creando storia e cultura, folclore e tradizioni gastronomiche che sono giunte ai giorni nostri sino ad ispirare in Arabia Saudita il "Mediterraneans - A journey through the italian food history", l'incontro con le produzioni agroalimentari e la cucina italiana organizzato da Emanuele Esposito, executive chef del complesso "Il Villaggio" a Jeddah.
Per sei giorni i sei ristoranti e il deli-shop Reyhan della struttura, ribattezzata dagli arabi "Tempio del Gusto Italiano", si trasformeranno in un centro di cultura alimentare italiano e sulle tavole imbandite i colori, i sapori e i profumi dell'Italia saranno l'inno del nostro Paese e a rendere omaggio ai nostri cibi non saranno solo il nostro Console sul luogo Giovanni Nocera, e l'Ambasciatore in Arabia Saudita Eugenio D'Auria, ma anche i responsabili della location, tra cui Mister Mahmmund Almaeena, Madame Nashwa Taher, il G.M. Joerg M. Wickihalder e l'A.G.M.Toni Riethmaier. 
Tra i main sponsor non potevano mancare il Consorzio del Parmigiano Reggiano e la Fabbri, ma saranno presenti anche altre produzioni indispensabili affinchè   "tutto" l'occorrente per comporre una cena sia italiano e quindi ecco il pastificio Cocco, l'olio San Giuliano, il tonno Callipo, il Consorzio del Formaggio Monteveronese, l'acqua Filette, i dolci di Loison il gelato del pasticciere Raschella e altri prodotti, tutti italiani.
La cucina delle occasioni di gala sarà opera di Gian Maria Le Mura, chef-patron di "Maidireristorante", e Vincenzo Raschella, pastry-chef de "Il villaggio complex", che presterà la sua arte culinaria a supporto di Esposito e dei vari collaboratori, mentre il giornale online INformaCibo, sarà media partner ufficiale della manifestazione, non a caso il Direttore Donato Troiano sottolinea che: "Il caffè, il riso e la stessa pasta sono giunti in Italia grazie alla civiltà araba così come l'arte del distillare (alcool e alambicco sono termini arabi). A suggellare questo stretto rapporto, a Jeddah è stata invitata una regione-simbolo che determina anche il tema della manifestazione: Venice, door to the Orient, ovvero Venezia, Porta d'Oriente". 
"L'antropologo - alimentare" Sergio Grasso, volto noto della Rai, curerà gli aspetti culturali e didattici, conducendo il pubblico attraverso degustazioni di prodotti e stages di approfondimento storico e culturale sui prodotti. 
Al Mediterraneans, ogni giorno sono in programma appuntamenti tematici con i traders locali, alternati a conferenze e tea-times sugli intrecci culturali tra i Paesi Arabi e l'Italia, allo scopo di far conoscere le nostre eccellenze gastronomiche aprendo nuovi e concreti scenari commerciali per l'agroalimentare italiano, considerando che la precedente edizione è stato un successo per l'immagine dell'Italia gastronomica e se ne erano occupati i giornali e le televisioni saudite, e i più importanti "salotti-bene" della nazione.
Per l'occasione è previsto il lancio del Concorso di Cucina Italiana, che si terrà presso il circolo "Cicer" del Consolato Generale Italiano di Jeddah, promosso in collaborazione con Ifse-World, scuola di cucina di Piobesi Torinese (TO), e riservato ai giovani sauditi,. 
Il programma, che offre ampio spazio al Veneto, prevede la cena di inaugurazione a "Il Villaggio" con un menù storico veneziano eseguito dallo chef Le Mura, e a cura di Raschella e Grasso.
Nel deli-shop "Reyhan" di Jeddah e al Consolato Italiano si terrà un'esposizione permanente di prodotti d'eccellenza del Veneto.
Lunch-degustazione al ristorante "Ozone", destinati a buyer e distributori agroalimentari sauditi.
Dinner Party al Consolato Italiano con esposizione di prodotti e talk-show, ad opera di Le Mura & Grasso.
Conferenze Tea-time: A tavola con Marco Polo; Venezia e l'Oriente; Dieta Mediterranea e forma fisica; Le spezie nella cucina veneta; Il Parmigiano Reggiano: latte primordiale.
Mini-corsi di cucina su: Riso e risotti; Pasta; Radicchio, il fiore che si mangia; I segreti della frittura; Pizze e focacce.
Conferenza su "Il Gelato" presentato da Vincenzo Raschella (Fabbri).
Le "Mille e una notte" narreranno di sapori italiani, "Alè Babè" forse... cercherà di rubare spicchi di Parmigiano, "La lampada di Aladino" farà uscire uno chef pronto ad esaudire ogni desiderio degli ospiti, e a noi non resta che salire sul "Tappeto magico" e seguire la Stella d'Oriente per raggiungere una terra lontana, ma così vicina, tanto vicina che per 6 giorni sarà la città delle gondole, del Canal Grande e non stupitevi se incontrerete Giacomo Casanova porgervi un fumante "risotto al radicchio"... 
L'Italia porterà i suoi sapori in terra d'Oriente e parlerà di cibo, e cultura del cibo.
Parlare di cibo significa narrare di fasti e di privazioni, di abbondanza e di carestie storiche, di buona tavola e anche di pessima cucina.
Il cibo è l'essenza stessa dell'uomo, non dimentichiamo che all'atto della maternità iniziamo il nostro primo pasto e da fonte di sostentamento il cibo diventerà nel tempo la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra storia e il folclore della nostra terra.
Il cibo ci lega alla vita, spesso è sinonimo di dure battaglie per la sopravvivenza, ma è anche la completezza che ci lega al Divino con i suoi rituali e le sue credenze devozionali, dal nostro cibo quotidiano al cibo per gli Dei! E'il cibo di ogni divinità, qualunque sia la sua Religione!
Non è solo simbolo del legame con la memoria dell'uomo ma diventa anche piacere gustativo, convivialità, ospitalità tradotta in cibo e così tutta la storia dell'umanità si può trovare "tradotta in un piatto" e acquista un ruolo importante in alcune espressioni di ospitalità diverse per cultura e religione, ma accomunata da un'unica componente: la tavola, le tradizioni, il gusto, il piacere del cibo e l'ospitalità.
E' anche la tavolozza dei buongustai che ruota attorno agli artisti della cucina, semplici massaie, cuochi o grandi chef, e questa "scala della ristorazione" diventa passione e comunicazione legando il significato "enogastronomia" al paesaggio e alla cultura del cibo diventando spesso "turismo enogastronomico".
Le radici dell'uomo affondano nel tempo e sono legate al cibo indispensabile per la sopravvivenza. Il cibo è la storia, la cultura, le tradizioni, quelle che ogni popolo deve custodire e tramandare nel futuro perchè sono le "radici del nostro passato": il cibo è prima di tutto la storia dell'umanità ed è vita...
... Senza "le radici del nostro passato" non c'è storia, nè futuro...
Pin It

Nice Social Bookmark

FacebookMySpaceTwitterDiggDeliciousStumbleuponGoogle BookmarksRedditNewsvineLinkedinRSS FeedPinterest
Pin It