Partiamo


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E’ in pieno svolgimento la stagione estiva a Riale, piccolo nucleo dell’alta Val Formazza. Una manciata di case e una chiesetta, un albergo ristorante, l’Aalts Dorf di Gianluca Barp, un paio di b&b, un hotel ristorante, il Walser Schtuba, regno dello chef Matteo Sormani e tutto attorno una natura ancora incontaminata che oggi si presenta integra e adatta ad un turismo che privilegia la natura e gli sports ad essa legati.

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Una catena di montagne, laghi, un giardino alpino, centinaia di chilometri di sentieri e di percorsi ciclabili che permettono di esplorare un territorio ricco di biodiversità. La strada asfaltata, che salendo supera con un ponte l’imponente cascata del fiume Toce, termina alla Diga di Morasco, appena dopo l'ampia area di sosta camper. Da qui un sentiero sterrato sale in quota e s’incunea in Svizzera. La bellezza del territorio in estate è alla massima potenza, quando la fioritura delle numerose specie alpine, tra cui alcune endemiche, come l’aquilegia alpina e l’astro alpino, esplode e trasforma il paesaggio in un caleidoscopio di colori.

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Chi si avventura fin qui non è il turista che ama fare vita mondana. Non ci sono casinò, pub o locali dove tirare mattina. Da queste parti regna il silenzio e l’unico rumore è quello dei campanacci delle mucche al pascolo nell’ampia vallata che in inverno si trasforma in una immensa pista da sci di fondo. Questo è il regno dei trekking lungo le antiche vie percorse dai Walser, la popolazione di origine germanica che dalla Valle di Goms scese fino nelle vallate alpine del Piemonte e colonizzò le zone più impervie e isolate, quelle dove non si stabiliva nessuno. In questo modo arrivarono anche nell’alta Val Formazza, superando il Passo di San Giacomo e colonizzando la parte superiore della Valle.

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Di quei tempi resta memoria nel nome della frazione, che in lingua Walser si chiama Chärbäch, e nella lingua, un dialetto arcaico svizzero-tedesco, ancora parlato da alcuni degli abitanti. Per secoli i Walser operarono nella valle rimanendo isolati e questo ha preservato cultura e tradizioni. Ancora oggi qui si preparano piatti poveri i cui ingredienti sono erbe spontanee, e si produce il Bettelmatt, un formaggio di malga a latte crudo prodotto in forme da 5/6 chili. Gli alpeggi sono 8 e i produttori sono 7, il latte viene raccolto 2 volte al giorno e poi lavorato.

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Lo chef Matteo Sormani nel suo ristorante Walser Schtubacrea piatti raffinati che utilizzano gli ingredienti locali. Del resto il fatto di essere rimasti isolati per secoli ha fissato nel dna della popolazione l’arte di fare di necessità virtù, imparare a vivere con quello che offriva la natura, e di esaltarla nella cucina.

Se Matteo Sormani si è orientato verso una cucina d’élite, nell’albergo ristorante Aalts Dorf Gianluca Barp propone invece una cucina più semplice e tradizionale, come la polenta di Beura, il brasato di manzo al prunant, o il Prata Hapfla, uno sformato di patate, cipolle, burro e formaggio Bettelmatt. Tutti e due comunque sono molto impegnati nella promozione del territorio. A questo scopo ai primi di luglio, in occasione del Festival dei Fiori, su un’idea di Gianluca Barp di concerto con la Proloco, è stata organizzata la manifestazione BUT Gourmet, che ha visto giungere a Riale 5 chef per un pranzo di solidarietà a favore delle popolazioni della Romagna colpite dell’alluvione di maggio.

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Con la cucina messa a disposizione da Matteo Sormani e una lunga tavola per cento commensali allestita sul vasto prato di fronte alle baite di Riale, i 5 chef ospiti si sono alternati in cucina creando ognuno un piatto. Si è potuto così apprezzare l’arte culinaria di Marco Sacco, 2 stelle Michelin per il suo ristorante Piccolo lago di Verbania, e una per il suo Piano 35 di Torino; Corrado Scaglione del ristorante Lipen di Triuggio (MB); Norman Berini del ristorante Le vie del Borgo di Toceno, in Val Vigezzo (VB); Sabina Villaragia, lady chef di Villa Pizzini, sul Mottarone (VB); Matteo Sormani di Walser Schtuba e Renato Bosco di Renato Bosco Pizzeria e "Saporè Pizza Bakery" a San Martino Buon Albergo (VR).

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Marco Sacco ha aperto le danze con il suo “Terra Madre”, una fresca composizione di 56 ingredienti vegetali da gustare accompagnata da bollicine della Cascina Baricchi. A questa ha fatto seguito un Cannolo salato con salsiccia cruda di Bra, fonduta di Robiola di Roccaverano, nocciole e pomodori verdi di Corrado Scaglione che lo ha abbinato a una Ribolla Gialla di Corno di Rosazza.

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Il terzo piatto è stato il Supplì di Ossola di Norman Berini di risotto con aglio orsino, porri e patate, accompagnato da un Rosato Testa Rusa di Edoardo Patrone.

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Sabrina Villaragia è stata l’artefice del Plin di Mottarone da gustare con Grignolino d'Asti 2021 di Gianni Doglia.

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Matteo Sormani, padrone di casa al Walser Schtuba, ha proposto il Vitello alpino aromatizzato con pino Mugo e fieno abbinato al Prunet di Villa Mercante di Trontano.

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Un sorbetto di lampone e timo selvatico di Formazza Agricola ha introdotto il Panettone di Renato Bosco, accompagnato da un Moscato Fabio Perrone di Santo Stefano Belbo.

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L’evento, che ha riscosso un grande successo al punto che sarà inserito nella programmazione estiva di Riale anche il prossimo anno, ha anticipato l'edizione 2023 della BUT (Bettelmatt Ultra Trail) Formazza che si è tenuta l’8 luglio. La gara, suddivisa in 3 percorsi di 57, 39 o 23 chilometri, più un quarto percorso, di circa 6 chilometri, riservato ai non esperti, ha visto la partecipazione di centinaia di appassionati.

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Tra gli altri eventi che stanno continuando ad animare l’estate della Val Formazza c’è da segnalare la Giornata delle tradizioni Walser, “Pomattertag”, che si terrà sabato 12 agosto presso la piazza del villaggio di Ponte. Cucina tipica, balli tradizionali di adulti e bambini, giochi di una volta, musiche con fisarmoniche. Un’occasione per tornare indietro nel tempo immergendosi nelle tradizioni e nel folklore di questa vallata Walser.

Foto: © Archivio TdV


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