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La Festa Medievale di Abbadia San Salvatore (SI) - metà luglio

E'  la rievocazione medievale che si tiene ogni anno in luglio ad Abbadia San Salvatore: all’ombra di una antica abbazia e per le vie del borgo, tra figuranti in costume, botteghe artigiane, taverne, per rivivere la vita del Duecento e gustare i sapori della cucina medievale.

Organizzata dalla Pro Loco-Consorzio Terre di Toscana, in collaborazione con il Comune e la Comunità Montana Amiata Senese, la festa prevede tre giornate intense di avvenimenti in costume.

Prima che Siena e, successivamente, Firenze vi estendessero il loro dominio, le terre dell’Amiata furono controllate da un’abbazia benedettina – divenuta poi cistercense – fondata dagli ultimi sovrani longobardi. Situata in posizione strategica sull’antica via Francigena, l’abbazia fu centro di potere spirituale, temporale e culturale e ospitò personaggi famosi come Carlo Magno. La presenza dell’abbazia determinò la trasformazione del territorio e la nascita di un borgo fortificato che, col passare del tempo, si espanse e si liberò progressivamente dai vincoli di sudditanza, dandosi liberi statuti comunali. L’abbazia non ebbe vita facile e l’autorità dell’Abate fu insidiata continuamente, con alterne vicende, dagli eserciti degli Aldobrandeschi di Sovana, da quelli della città di Orvieto, dagli imperiali, da Siena. Prima di assumere le dimensioni e la fisionomia di un borgo medievale, Castel di Badia – come si chiamava il borgo primitivo – fu uno dei tanti casali sparsi nella montagna e nella valle. Per la sua posizione privilegiata in prossimità dell’abbazia, l’abate Rolando ritenne opportuno raccogliere in esso gli abitanti degli altri casali per averli pronti alla difesa in caso di attacco nemico. A dimostrare che il pericolo di aggressione era reale, il nucleo più antico del borgo, la Castellina, sorse su una balza scoscesa che costituiva un elemento difensivo naturale. A determinare la nascita dell’Abbazia in posizione strategica non era stata solo la devozione, ma soprattutto la necessità di controllare la via Francigena nel fondo valle; a questo scopo però non furono impiegati soldati in armi, ma semplici monaci che, dissodando le terre, coltivandole, umanizzando il territorio circostante, ne determinarono il controllo e la sicurezza. Neanche in seguito si formò un esercito regolare al soldo dell’Abate, quanto piuttosto un gruppetto di normali cittadini che occasionalmente si trasformavano in difensori. Ci furono tuttavia guarnigioni militari che periodicamente si installavano nella zona (come quella di Orvieto), in difesa non tanto degli interessi dell’Abate del San Salvatore, quanto delle minacce espansionistiche degli Aldobrandeschi, di Siena o di Firenze. A questi soldati danno corpo le comparse dell’Offerta dei Censi, inscenando duelli e aggressioni, mentre le fanciulle intrecciano danze d’epoca.

La regola di San Benedetto voleva che ogni monastero avesse una biblioteca e istituisse una scuola nella quale si provvedeva all’istruzione religiosa, ma anche all’insegnamento delle arti e delle scienze. San Salvatore fu ricco e potente, abitato da una numerosa famiglia di monaci e possedeva pertanto anche una ampissima biblioteca che attirava studiosi e ricercatori, come è stato recentemente mostrato da un articolo di Michael Gorman apparso in “Scriptorium”. L’abbazia, come altrove il castello, costituiva il punto di riferimento economico, politico, culturale per le popolazioni del luogo. È altamente probabile che un centro culturale così importante possedesse una scuola destinata ai chierici, ai futuri ecclesiastici, ai giovani che potevano accedere al sacerdozio oppure rientrare tra i laici.

La lunga tradizione dei rapporti tra l’abbazia del San Salvatore sull’Amiata e il popolo di Castel di Badia è alla base della rievocazione storica dell’Offerta dei Censi all’Abate, che si svolge da anni alla metà di luglio e che si è andata arricchendo di elementi nuovi, nel rispetto della veridicità sia della ricostruzione storica, sia in quella delle ambientazioni e dei costumi che caratterizzano il corteo.

In quei tre giorni di luglio il turista, entrando nel borgo medievale, avrà la sensazione di trovarsi in pieno Medio Evo, con le botteghe degli artigiani, la fucina del fabbro, le “tabernae” che offrono piatti elaborati su ricettari, “carolae” improvvisate da deliziose danzatrici, combattimenti acrobatici di cavalieri, armonie di musici, pellegrini risaliti dalla vicina via Francigena per una sosta devozionale davanti alle preziose reliquie dell’abbazia, la quotidianità del presidio militare, della scuola dei monaci, dell’ospizio per i pellegrini nella parte più antica del borgo.

Un programma affascinante condurrà i visitatori nel cuore del Medioevo amiatino. L’offerta dei Censi non è infatti che la prima tappa di una serie di eventi rievocativi che interessano tutta l’Amiata da luglio a settembre: pali, tornei, cortei, corse, sfilate e quant’altro per farci un’idea di come doveva essere la vita qui da noi settecento o ottocento anni fa. Nel centro storico del paese per tutto il weekend scene di vita medievale.

Per informazioni e prenotazioni, Pro Loco-Terre di Toscana, 0577.778324, f. 0577.775221, oppure inviare una Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


Gli eventi, le date, i luoghi risultano comunicati dagli Organizzatori delle singole iniziative. Le manifestazioni elencate potrebbero subire delle modifiche delle quali Taccuinodiviaggio.it non si assume la responsabilità.

 

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