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Da tempi immemorabile in maggio, la domenica dell'Ascensione, si festeggia a Zuglio, in Carnia, il Bacio delle Croci, una delle più sentite e spettacolari ricorrenza di religiosità popolare carniche, le cui origini si perdono nella notte dei tempi. I fedeli, seguendo sentieri fra i boschi, portano in processione fino in cima al colle di San Pietro le preziose croci argentee solitamente custodite nelle chiese delle varie vallate carniche: le croci sono issate su lunghi bastoni e infiochettate con nastri multicolori.Giunti sul Plan de vincule si dispongono in cerchio e, rispondendo alla chiamata del prevosto fatta secondo un antico rituale in lingua friulana, inclinano ad una ad una le croci (in un simbolico bacio) verso quella della pieve di San Pietro, chiesa "madre" della Carnia. Seguono una messa solenne e una grande la festa popolare nei prati, dove la tradizione vuole si mangi al sacco.

Illegio: il paese, la Pieve di San Floriano, le tradizioni, le passeggiate

Il paese
Il piccolo borgo, in Carnia (Ud), è situato a 576 m. d’altezza, in una conca, sulle pendici occidentali del monte Strabût. Attualmente il borgo è abitato da 420 persone che, seppur lavorando in prevalenza nel capoluogo carnico, Tolmezzo, si dedicano ancora ai mestieri tradizionali della montagna, come l’agricoltura e l’allevamento, la lavorazione del legno e la tessitura. Caratterizzato da piccole e suggestive corti che cingono orti curati e case in pietra, Illegio, è particolare anche per le sue risorgive sotterranee, dalle quali nasce una sorgente chiamata “Tòuf ”, nome derivato dal tipo di sottosuolo, composto appunto da tufo. Il rio formato da questa sorgente, garantendo una portata d’acqua costante e un modesto dislivello, ha permesso la creazione, in passato, di una segheria, di due lavatoi usati dalle donne del luogo per lavare i panni e di diversi mulini. Grazie alla spiccata vocazione per l'attività agricola, che viene tuttora intensamente praticata nella piana prospiciente il paese, il seicentesco “mulin dal Flec” è ancora perfettamente funzionante. Sfruttando la forza dell’acqua l’antico mulino serve per la macina in un ottimo granoturco coltivato sui soleggiati pendii circostanti. Il mulino fornisce anche la farina al locale forno del Seicento, che quotidianamente sforna un pane fragrante da accompagnare ai prodotti della latteria del paese, dove si possono gustare un cremoso latte e i formaggi prodotti in alta quota. Tra i pregiati prodotti degli orti da segnalare i selezionatissimi fagioli carnici. Nel borgo d’Illegio si può ammirare la Chiesa settecentesca di San Paolo, affrescata dal tolmezzino Antonio Schiavi.

La Pieve di San Floriano
L’antico cuore della religiosità del borgo di Illegio è costituito dalla Pieve di San Floriano che si raggiunge percorrendo un suggestivo sentiero che dall’abitato si dipana dolcemente in paesaggi immersi in una natura ancora incontaminata. La Pieve di San Floriano si erge a circa 735 m. d’altezza dominando infatti l’Alta Valle del Bût e del Tagliamento. E’ una costruzione la cui origini si perdono nella notte dei tempi: fu eretta nell’VIII secolo come chiesa battesimale, rifugio e santuario in una zona dove venivano, in precedenza, praticati probabilmente, culti rupestri. Per saperne di più e per ricostruire con maggiore certezza la storia della religiosità di questa zona montana sono in corso diverse ricerche archeologiche: una campagna di scavi sotto la stessa Pieve è stata appena terminata e altre, nel paese di Illegio e tutto attorno all’abitato, sono ancora in corso. Attualmente nella Pieve di San Floriano, dichiarata monumento nazionale, sono preminenti le fasi costruttive gotico rinascimentali e settecentesche. All’interno sono conservati affreschi del maestro sandanielese Giulio Urbanis (ca. 1580: Annunciazione. Santi, Profeti e Storie di San Floriano), un altare in pietra del 1510 circa del lombardo, ma nativo in Friuli, Carlo da Corona, il quale vi scolpì in altorilievo le figure dei Ss. Rocco e Battista, la Pietà e la Madonna con Bambino. Bellissimo l’altare ligneo eseguito nel 1497 da Domenico da Tolmezzo che l’artista arricchì anche con statue dipinte e dorate purtroppo rubate una ventina d’anni fa. Domenico da Tolmezzo, nato intorno il 1448, fu l’esponente più alto della “scuola tolmezzina” oltre che pittore, gravitante dell’orbita del Mantenga, e architetto. Fu però, in primo luogo, intagliatore e, in tale veste, è ritenuto dagli studiosi il maggior scultore ligneo del XV secolo di tutta l’area mitteleuropea.

Le tradizioni
A Illegio, nonostante sia un piccolo borgo carnico, da sempre, sono presenti alcune attività produttive di gran pregio.Oltre che il ricco patrimonio gastronomico, caratterizzato dai prodotti tipici della montagna friulana (tra questi la farina di mais usata per fare la tradizionale polenta; latte e formaggi; i pregiati fagioli), Illegio è noto anche per i suoi antichi mestieri. Gli ingegnosi e infaticabili abitanti del minuscolo borgo carnico da decenni sono infatti presenti con i loro prodotti tipici nelle maggiori capitali, da Parigi a Londra, da Bruxelles alle Fiandre, e vantano tra i loro più affezionati clienti persino la Regina d’Inghilterra con la sua corte. A casa Windsor, infatti, i letti si fanno con le preziose lenzuola di raso, fabbricate e ricamate dalle mani delle donne illegiane, che conservano gelosamente i segreti di una millenaria tradizione artigianale.

Le passeggiate
Diversi sentieri del C.A.I., regolarmente segnati, permettono di conoscere la natura incontaminata dei dintorni di Illegio: si può raggiungere la vetta del monte Amariana oppure si può camminare piacevolmente fino alla Pieve di San Floriano che si erge a 750 m. d’altezza, nel cuore dei verdi boschi della Carnia. Da Illegio si può anche raggiungere, in autovettura o a piedi, la località "Pra di Lunge" che si trova a 910 m. di altezza. Da "Pra di Lunge" si può proseguire sia in alta quota percorrendo un sentiero non particolarmente impegnativo e ben segnalato fino la località "Palasecca "(a 1126 m.), oppure raggiungendo il rifugio Monte Serio (a 1419 m.). 


Antichi mestieri a Illegio

Gli ingegnosi e infaticabili abitanti del minuscolo borgo carnico (conta 420 anime) non solo sono riusciti a avere in mostra opere d’inestimabile valore che arrivano da Uffizi di Firenze, Albertina di Vienna, Musei di Budapest, Praga, Lubina, Norimberga, Linz, Innsbruck, ma da decenni piazzano anche i loro prodotti tipici nelle maggiori capitali, da Parigi a Londra, da Bruxelles alle Fiandre, e vantano tra i loro più affezionati clienti persino la Regina d’Inghilterra con la sua corte. A casa Windsor, infatti, i letti si fanno con le preziose lenzuola di raso, fabbricate e ricamate dalle mani delle donne illegiane, che conservano gelosamente i segreti di una millenaria tradizione artigianale. Sapienti ricami che, insieme ad altri prodotti gastronomici di squisita genuinità, spiccano sui ricercati scaffali dei magazzini londinesi Harrod’s e delle boutiques parigine. A Illegio, infatti, è ancora in piena funzione il cinquecentesco mulino che macina solo granoturco coltivato sui soleggiati pendii locali, e il forno del ‘600 garantisce una cottura secondo i crismi della salubrità. Companatico d’eccezione i formaggi d’alta quota e i fagioli selezionatissimi; nel bicchiere il cremoso latte locale o il vino d’occasione, con l’etichetta San Floriano.

Per informazioni - AIAT informazioni e accoglienza turistica Carnia - numero verde info 800.249905 - fax 800.597905 www.carnia.it e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


Gli eventi, le date, i luoghi risultano comunicati dagli Organizzatori delle singole iniziative. Le manifestazioni elencate potrebbero subire delle modifiche delle quali Taccuinodiviaggio.it non si assume la responsabilità.

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