Eventi

Un rito ancestrale nel cuore del Roero - primi di maggio

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di Olga Scarsi

Nel Roero il rito arcaico di piantare l’albero del Maggio per celebrare l’avvento della nuova stagione primaverile è una presenza storica in molte borgate campestri. Dal periodo pre-cristiano ai giorni nostri, il piantè magg si è mantenuto in alcune frazioni roerine come San Giuseppe di Sommariva Perno, dove il pino silvestre diventa il protagonista di una grande festa collettiva; i giovani e i coscritti diventano i depositari di questa antica usanza goliardica, portando in corteo la pess-ra rubata nei boschi la notte del 30 Aprile come un trofeo primaverile. Al chiarore della luna  si procede alla “vestizione del “Maggio”: scortecciato e spogliato dei rami, il pino con la sua verde cima viene addobbato con fiori e nastri colorati ed infine issato come un idolo a protezione e beneficio della borgata.

L'Ecomuseo delle Rocche del Roero, in collaborazione con l’Enoteca Regionale del Roero, in questi anni ha valorizzato e promosso presso il grande pubblico la tradizione del piantare il “maggio”, proponendo una festa popolare dal sapore d’antico che si inserisce in un percorso di attività  che mira a rivitalizzare il patrimonio folklorico e il calendario festivo del territorio, per "rinselvatichire" e ridare un'identità culturale il più possibile autentica alle colline del Roero, in armonia con la memoria dei nostri antenati. L’idea è cresciuta ed ha aggregato nuovi contesti e nuove realtà: quest’anno i riflettori saranno puntati infatti sul rito in notturna di San Giuseppe di Sommariva Perno dove l’innalzamento del Maggio è prerogativa delle giovani brigate di coscritti del paese; lo scorso anno San Giuseppe aveva timidamente aperto le porte al pubblico facendo propria la filosofia di mantenere un rito antico, e quest’anno torna con un rinnovato programma di festa popolare.

Il furto e l’abbattimento di un esemplare di pino silvestre, detto pess-ra in dialetto locale, è infatti eseguito al calar della notte del 30 Aprile, quando i giovani del paese, che diventano importanti depositari e testimoni di una tradizione antica, si recano nei boschi in un corteo festante e goliardico. Scelto il pino dal tronco più alto e regolare, lo portano nella piazza antistante la Chiesa e ne pelano il tronco spogliandolo dei rami, per issarlo al centro della piazza nel tripudio generale: il pubblico potrà partecipare all’evento e attendere l’innalzamento del Maggio serale ascoltando la musica tradizionale piemontese del gruppo BALACANTA e degustando piatti tipici, in un gran ballo propiziatorio intorno al falò.

Il programma del 30 aprile 2010 a San Giuseppe di Sommaria Perno prevede alle ore 21 i festeggiamenti con la merenda sinoira organizzata dal Circolo Acli di San Giuseppe e il concerto di musica folk piemontese con i Balacanta, noto gruppo tradizionale del Roero, colonna sonora della preparazione e dell’innalzamento del Maggio, che avverrà intorno alle 23. A seguire gran ballo popolare intorno al falò, per festeggiare l’arrivo della primavera.

APPROFONDIMENTO STORICO

La tradizione di piantare il “palo del Maggio” al centro della piazza principale del paese il giorno d’inizio del mese di Maggio come simbolo e auspicio di fertilità e propiziazione di una buona annata agricola risale al periodo pre-cristiano e si può annoverare tra i molti riti legati al culto per gli spiriti della vegetazione, presenti in tutt’ Europa fin dai tempi dei Greci e dei Romani. Nei tempi in cui la superstizione dominava le credenze dei popoli, il risveglio primaverile della natura dopo i rigori invernali non era considerato logica conseguenza del ciclo stagionale, ma andava propiziato e invocato come volontà di un dio nascosto tra le radici della vegetazione. Da qui il fiorire quasi universale delle feste di Calendimaggio, per celebrare l’avvento della nuova stagione. Tali feste hanno avuto un enorme rilievo nella tradizione popolare italiana.

Per lungo tempo le tradizioni del Calendimaggio non sono state intaccate da alcuna influenza religiosa, mantenendosi feste goliardiche esclusive per il popolo: a partire dal XVII secolo, nel tentare la loro conversione, la Chiesa ha involontariamente dato luogo a suggestivi spettacoli a tema epico detti “Maggi drammatici” che si sono affiancati alle festività di antica data e propongono l’ antagonismo inverno-primavera come una lotta fra due eserciti rivali, quello cristiano in marcia verso la Terrasanta che incarna il Bene contro quello saraceno o turco degli infedeli che simboleggia il Male. I Maggi drammatici oggi hanno fortuna soprattutto in Toscana, dove la recita di versi antichi si esegue per lo più all’ aperto con il trionfo finale delle forze moralmente positive e tutti gli attori accomunati nel tripudio generale e talvolta uniti in un ballo di antichissima memoria: la moresca. Ma il tentativo forse più riuscito di cristianizzare le antiche credenze fu la soluzione di dedicare il mese di maggio al culto della Madonna: le feste profane laiche dei primi di maggio si confusero e spesso furono abbandonate. Tale abbandono è stato poi ulteriormente segnato dall’ istituzione, nel 1889, della festa del lavoro da parte del movimento socialista: il 1°Maggio ha assunto da allora una moderna connotazione ideologica, accantonando i significati propiziatori di un tempo. Purtroppo oggi rimangono poche tracce sparse degli antichi fasti del Calendimaggio, ma nel Piemonte contadino la celebrazione del risveglio primaverile è stata conservata in alcuni riti propiziatori giunti fino ai giorni nostri: la questua itinerante del canté magg, eseguita tradizionalmente dalle ragazze, e il rito di piantare l’albero del Maggio al centro della piazza come simbolo di fertilità. 

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L’albero, re di Calendimaggio

L’ usanza di portare in processione l’albero, detto “il Maggio”, o rami, arbusti, fronde e altri elementi di vegetazione durante le feste di Calendimaggio risale a un antichissimo culto diffuso quasi universalmente: il culto per lo spirito arboreo. Ad approfondire questo filone di studi fu il Frazer, che ci informa su come i primi templi e i santuari più arcaici presso le popolazioni germaniche e celtiche fossero proprio le foreste, che si estendevano vastissime su gran parte del territorio europeo. Il rispetto e la devozione verso i numerosi boschetti sacri erano particolarmente osservati a partire dalle severe punizioni che le leggi infliggevano a chiunque osasse anche solo strappare la corteccia di un albero: le piante erano infatti considerate alla stregua di divinità; secondo gli antichi gli alberi possedevano un’anima, uno spirito vivente, e più tardi si pensava fossero le dimore dei silvani vaganti; quest’accostamento agli esseri viventi alimentò la comune convinzione che le piante avessero una sensibilità e soffrissero quando venivano abbattuti o bruciati: alcuni popoli riuscivano addirittura a sentirne i gemiti e i lamenti. Inoltre, poiché esseri viventi, gli alberi possedevano uno specifico sesso maschile o femminile: l’abilità stava nel riconoscerlo e nel favorire innesti e fecondazioni. Agli alberi erano attribuiti svariati poteri e proprietà benefiche: la facoltà di mandare la pioggia o il bel tempo, di far prosperare i raccolti, di far moltiplicare gli armenti e di rendere fertili le donne.

Proprio intorno a queste credenze fiorirono in tutta Europa feste in cui l’albero è protagonista, adorato come un dio portatore di benefici ed energia vitale da recare di casa in casa. Una singolare datata descrizione della festa dei giovani da parte dello scrittore puritano inglese Philip Stubbes, citato dal Frazer, ci dimostra come le feste di Calendimaggio nel passato incontrassero il pieno sfavore delle autorità: «A maggio, nel dì della pentecoste e in altri giorni, garzoncelli e donzelle, vecchi e vecchie, vagano nottetempo per boschi, fratte, colline e monti, trascorrendo la nottata in sollazzi; e tornano al mattino recando rami e fronde per rallegrare le loro adunanze. Né c’è da meravigliarsene, perché un potente Signore è frammezzo a loro, a dirigere e comandare i loro passatempi, e il suo nome è Satana, principe dell’Inferno. Ma il più grande tesoro che essi recano dai boschi è il loro palo di maggio, che con gran venerazione portano nelle loro case. […] E così alzatolo, con in cima fazzoletti e bandierine svolazzanti, gettano paglia tutt’intorno, vi legano rami verdi, piantano in terra frasche e arbusti. E iniziano a danzare in cerchio come i pagani quando innalzavano i loro idoli di cui questa è una perfetta copia, o meglio la stessa cosa. Mi è stato riferito […] che, delle quaranta, sessanta o cento donzelle che vanno di notte nel bosco, a mala pena un terzo di esse ne ritorna incontaminata». Anche nella nostra zona il Calendimaggio era motivo di scandalo e indignazione da parte della Chiesa: la relazione del visitatore apostolico in Alba nel 1584, così intimava: «Si levi l’abuso che in questa diocesi è grande di drizzar li arbori che si chiamano Maggi alle feste delle Calende di Maggio, che oltre causa di molti disordini, risse, contenzioni et scandali, dà segno più presto di una pagana superstizione che di catione cristiana e in vece loro si drizzino delle croci in tutti i capi delle strade pubbliche».

Nell’area delle Langhe, Roero e Monferrato l’innalzamento dell’albero in piazza era prerogativa dei giovani di sesso maschile che provvedevano anche a omaggiare le ragazze con rami e fronde verdi che fissavano alle finestre delle loro case.
Ancora oggi a San Giuseppe di Sommariva Perno, i ragazzi del paese abbattono un grande albero, la “pess-ra”, dopo aver accuratamente setacciato i boschi circostanti alla ricerca di un esemplare dal fusto ben eretto e dalle grandi dimensioni. Il tronco della “pess-ra”, trasportato in paese tra i canti goliardici dei ragazzi, viene spogliato dei rami fin quasi alla cima, e lasciato con la punta verde addobbata di nastri e fiori colorati.
Innalzato nella piazza antistante la Chiesa, il tronco rimane a protezione e beneficio della borgata fino al suo abbattimento.

Per Informazioni:  Ecomuseo delle Rocche del Roero
P.zetta della Vecchia Segheria 2/B, 12046 Montà  (Cn)
tel. 0173 976181 - fax. 0173974854 - www.ecomuseodellerocche.it - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
 


Gli eventi, le date, i luoghi risultano comunicati dagli Organizzatori delle singole iniziative. Le manifestazioni elencate potrebbero subire delle modifiche delle quali Taccuinodiviaggio.it non si assume la responsabilità.

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