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aprile venerdi santo maddaloni

A Maddaloni, località in provincia di Caserta, il Venerdì Santo di ogni anno si celebra la Processione del Cristo Morto e dell’Addolorata, detta anche Processione del Venerdì Santo.  
Nel pomeriggio di questo giorno di assoluta penitenza per la rievocazione della Crocefissione di Cristo, per le strade cittadine si vive un momento fortemente partecipato dall’intera comunità dei fedeli, che, commossa rivive la morte del Figlio di Maria. 

Alla luce della documentazione esistente non abbiamo notizie certe sulla data di nascita della rievocazione del Venerdì Santo a Maddaloni,  Ma una serie di elementi ci  portano a pensare che questa processione abbia avuto inizio nella seconda metà dell’Ottocento. Un documento del 1895 conservato nell’Archivio Diocesano si riferisce ad un episodio che confermerebbe la presenza di tale manifestazione a quell’epoca: il primo aprile del 1895 quarantacinque tra fedeli e collaboratori nell’organizzazione della processione del venerdì santo, scrivono all’ordinario diocesano, mons. Gennaro Cosenza, al fine di ottenere un intervento perché la processione del Cristo Morto e dell’Addolorata si faccia e si continui a fare con organizzazione e partenza dalla Chiesa di San Francesco d’Assisi (nel volgo detta anche di  Sant’Antonio). C’era stato un diverbio tra uno degli organizzatori ed il padre spirituale della chiesa di San Francesco d’Assisi ed il cosistente numero di persone che petulavano era indizio dell’importanza della processione.
 
Ma veniamo al momento organizzativo della processione.  Nel corso del secolo scorso un posto di rilievo nell’organizzazione della processione lo ha avuto la Congregazione dell’Immacolata Concezione, che, fino agli inizi degli anni ’90, collaborava attivamente con gli assistenti della chiesa e del monastero francescano ove si conserva l’occorrente per la processione. 

All’epoca il punto di riferimento per coloro che erano interessati a prendere parte alla funzione è stata, per circa quarant’anni,  la signora Mosca, ora a riposo per l’età. Dal 2002 a curare l'organizzazione della Processione è Antonio Esposito, sottufficiale in pensione, terziario Francescano e collaboratore della comunità francescana locale.

L’organizzazione della processione inizia ogni anno il giorno dell’Immacolata Concezione (l’8 dicembre) per protrarsi sino al Venerdi Santo.

Il Venerdì Santo nel pomeriggio, dopo la funzione della Passione di Cristo parte dalla Chiesa di S. Francesco D’Assisi il corteo che dal 2008 ha come prodromo un\'aggiunta iniziale con la presenza della confraternita del S. Maria del Soccorso. Lo seguono gli Araldici,  indi i bambini vestiti in rosso che raffigurano la Passione di Gesù Ecce Homo e le bambine in nero che rappresentano l'Addolorata, poi la bandiera, la croce grande portata da 8 donne, poi  32 cartelloni, 25 cuscini, calice, pane, tovaglia, brocca e lavamani, 14 stazione della via crucis, la Veronica, l’ immagine di Ecce Homo, la Sacra Sindone, poi la bandiera e la  Milizia dell'Immacolata, il terzo Ordine Francescano, segue Gesù Morto (unica statua portata da uomini) e quindi testiera e mantello dell’Addolorata, seguito dalla banda musicale e del  coro formato da circa 100 persone. Chiude la processione la statua della Madonna Addolorata seguita dalla popolazione.

La processione è formata da circa 350 comparse ufficiali e da un immenso seguito di fedeli. E’ impossibile avere un numero anche approssimativo delle persone che fanno da ali al passaggio della processione e che durante tutto il tragitto si accodano al corteo per accompagnare il Cristo Morto alla sua sede di sempre e che si accalcano per assistere al momento più emozionante e avvolgente, quello dell'ingresso in chiesa dei vari gruppi della processione, ma soprattutto della statua della Madonna che viene fatta rientrare all'indietro con il dolce suo sguardo di madre fisso sul suo popolo maddalonese in un abbraccio commovente al punto che si alza un forte applauso, espressione esterna della devozione sincera dei fedeli.  Se poi si riesce ad entrare in chiesa subito dopo non si può fare a meno di continuare a commuoversi nell'ascoltare ancora una volta l'inno de \"La Desolata\" amplificato dal luogo chiuso ed ancora più penetrante.

Forse in ricordo del brano del Vangelo che dà alle pie donne un ruolo ben preciso e forte nel cammino doloroso di Gesù al Calvario o forse perchè figure di una Madre Dolorosa che segue il Figlio nella Passione fino alla Croce, alla morte ed alla deposizione nel dolore più assoluto, questo rito, imperdibile da parte di tutti gli abitanti di Maddaloni che lo vivono con pienezza di partecipazione e di coinvolgimento affettivo e di fede, trova nelle donne la sua struttura portante, laddove in tutte le altre rappresentazioni del Venerdì Santo è sempre il sesso maschile a farla da padrone, lasciando alle donne un ruolo secondario.

Tutte le comparse, escluso i bambini che sono vestiti di rosso secondo l'iconografia dell'Ecce Homo, devono essere tassativamente donne scalze e totalmente vestite di nero compreso il velo che nasconde il volto nel tentativo perfettamente riuscito di rappresentare la stessa identica Madre che si addolora nel cammino della Croce e che si perpetua e rinnova lungo tutto il tragitto del corteo.

Anche la statua dell'Addolorata è sostenuta da donne che si avvicendano in questo compito nel tentativo di risollevare la Madre dal suo stato di dolore immenso, senza però riuscirvi, e lentamente e ritmicamente, seguendo il lamento straziante del coro, si portano dietro il Cristo morto.
Solo in questo quadro compare la presenza degli uomini: i portatori del Cristo morto sono infatti di sesso maschile ed in perfetto smoking provvedono alla loro funzione. Io ricordo che un tempo i portatori avevano i vestimenti particolari delle congregazioni e il colpo d\'occhio era molto più accattivante ed emozionante. La presenza delle Congregazioni  è stata prevista infatti come prologo e rappresenta un punto a se stante che ricorda il passato e che non può inserirsi o incunearsi nel corteo delle donne velate per non interrompere il ruolo primario del nero e del velo che unisce tutta la processione in un unico momento di dolore e di misticismo.

Una menzione particolare merita poi il brano che viene cantato durante tutto il tragitto della processione.  
Non si conosce l'autore nè dei versi nè della musica di tale brano (qualcuno avanza l'ipotesi che si tratti del maestro Barbato che dirigeva la prima formazone ufficiale della banda di Maddaloni) e tuttavia sembra che tutti i maddalonesi ne siano gli autori, perchè tutti riconoscono come proprio l'inno ed alla sua intonazione è facile vedere tra gli astanti cadere le lacrime senza che se ne provi vergogna qualunque sia l'età ed il sesso di chi piange. Oserei dire che questo inno è il collante di tutta la manifestazione ed un collante che riesce a penetrare negli animi di tutti.

Come importante è l'inno, così importante è chi lo esegue: ancora le donne. Le donne del coro che seguono il corteo e che si distinguono perchè indossano un foulard di colore diverso anno per anno. Nel 2008 è stato di colore nero bordato col colore oro. Hanno avuto anche una scritta da mostrare a tutti con il logo, stampato in color oro che richiama il simbolo della comunità francescana e, la scritta  -: Processione del Venerdì Santo - Chiesa di S. Francesco d’Assisi – Maddaloni 21/03/2008 \"Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno\" (Lc.23,34).   Il coro era preparato e diretto dal Maestro Salvatore Silvestro, che dirigeva anche la banda che accompagnava in maniera sentita e magistrale l'esecuzione del canto.

Per foto, parole, spartito, ed audio dell'inno consultare il sito www.giuseppeverdimaddaloni.it


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