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All'Epifania si legano le diverse tradizioni che nei secoli si sono mescolate al folklore locale. Numerose le feste che si celebrano il 6 gennaio in diverse parti d'Europa. Alcuni di questi riti risalgono ad epoche precedenti alla nascita di Cristo, e molti sono legati soprattutto all'acqua e al regime delle crescite e delle ricrescite del fiume Nilo. Agli inizi di gennaio si celebrava una grande festa in onore della dea Iside, festa che venne dimenticata quando l'Egitto, agli inizi del II secolo, accettò il cristianesimo. Sul piano folkloristico il 6 gennaio è un giorno augurale, nel quale si riutilizzano le forze della natura che sembrano morte durante l'inverno e che rinasceranno in primavera.

Secondo la tradizione cristiana l'Epifania (= manifestazione di Gesù, termine che deriva dal greco) è la festa che rievoca la visita dei Re Magi al Bambino Gesù nella notte tra il 5 e il 6 gennaio e si ricollega al culto delle reliquie dei Magi.

Con i Re Magi (la cui immagine si incontra per la prima volta nelle Catacombe di Priscilla a Roma, abbigliati in foggia persiana, con tunica corta, calzoni attillati e berretto frigio), vengono impersonificati dei sacerdoti del tempo, dispensatori di scienza e teologia e che alla corte di Babilonia erano specializzati nel trarre presagi dall'osservazione accurata del cielo. Videro una cometa luminosa, e vollero saperne di più. Fecero gli ottocento chilometri da Babilonia a Betlemme, guidati dalla stella cometa, e giunsero a portare a Gesù i preziosi doni che Persiani e Caldei usavano portare ad un re e simboli di maestà divina, regale potestà ed umana mortalità: oro (regalità), incenso divinità) e mirra (mortalità). L'oro in quanto metallo prezioso, l'incenso profumo da bruciare e la mirra che veniva usata per imbalsamare i morti. I loro nomi erano Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Gaspare rappresenta Jafet l'europeo ela giovinezza, Baldassarre Sem l'asiatico e la maturità, Melchiorre Cam l'africano e la vecchiaia.

Dopo aver adorato il divino bambino ripresero la strada di casa e morirono poi in in Oriente. I loro corpi furono rinvenuti da Elena, madre dell'imperatore Costantino che ne ordinò il trasferimento a Costantinopoli, nella chiesa di S. Sofia. Il vescovo milanese Eustorgio, ottenne dall'imperatore d'Oriente la possibilità di traslare le spoglie dei Magi a Milano. La tradizione vuole che Eustorgio le fece trasportare all'interno di un colossale sarcofago di età romana con la scritta "Sepulchrum Trium Magorum" che si trova ancor oggi nella Cappella dei Re Magi nella Basilica milanese a lui dedicata.

Le reliquie rimasero a Milano fino al 1164, quando Federico Barbarossa, che era stato scomunicato da Papa Alessandro III, sconfisse i Milanesi. Fu allora che l'imperatore volle trasferire le reliquie in Germania sostenendo che Milano, la città ribelle, non era degna di custodirle. Il 23 luglio 1164 esse furono trasportate a Colonia e affidate a Rainoldo di Dassel. E da allora sono custodite nella Cattedrale di Colonia, dietro l'altare maggiore, in un prezioso reliquario d'oro del XIII secolo. Dopo il 1164 si registrò in tutta l'Europa Centrale un grande culto dei magi legato al pellegrinaggio alla città di Colonia dove c'è ancora la cassa delle reliquie, un reliquiario d'argento sbalzato. Questa venerazione locale dei magi è ancora molto sentita.

Nell'adorazione dei Magi la tradizione popolare inserisce la Befana (la parola "Befana" è una contrazione di "Epifania"), un mitico personaggio dall'aspetto di una vecchietta con un gonnellone lungo e scuro, un grembiulone con le tasche, uno scialle e un fazzoletto in testa, che diventa così protagonista della festa religiosa. Ecco la leggenda: I Re Magi sulla strada per Betlemme si fermarono nei pressi di una casa per chiedere informazioni. Bussarono e li accoglie una vecchietta che non sapeva nulla dell'evento e non poteva aiutarli con nessuna indicazione. Allora i Re Magi invitarono la vecchia ad unirsi a loro ma questa rifiutò perchè aveva molto lavoro da sbrigare.

Soltanto dopo che i Re se ne furono andati ella capì che aveva commesso un errore e tentò di ritrovarli per unirsi a loro e andare ad adorare il bambino Gesù. Li cercò per ore eore ma non li trovò allora decise di fermarsi da ogni bambino con un dono nella speranza che questi fosse Gesù Bambino. E così ogni anno, nella notte della vigilia dell' Epifania, la vecchietta, a cavalcioni di una scopa, si mette in cammino alla ricerca di Gesù con un sacco colmo di doni e calandosi dai camini si ferma in ogni casa dove c'è un bambino per lasciare un dono, se è stato buono, o del carbone, se invece è stato cattivo.

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