Dopo sette mesi di intensi lavori nel giardino di Palazzo Venezia, uno dei più importanti palazzi rinascimentali del Lazio, si è concluso il restauro della fontana "Venezia sposa il mare" opera settecentesca dello scultore Carlo Monaldi di cui avevamo parlato il 14 febbraio scorso in un nostro precedente articolo.
Un progetto che parte da lontano, da quando Palazzo Venezia è entrato a far parte del Polo Museale del Lazio, diretto da Edith Gabrielli. Il Polo gestisce 46 luoghi della cultura nel Lazio, e la dottoressa Gabrielli, insieme al direttore di Palazzo Venezia Sonia Martone, si era impegnata per la riappropriazione culturale sia del giardino interno che del Palazzo da parte dei cittadini. Il cortile del '400, fino ad alcuni anni fa adibito a parcheggio, nel 2016 è stato restaurato e riaperto come giardino, spazio pubblico aperto all'accoglienza, usufruibile dalla mattina al tramonto e anche la notte durante gli eventi speciali, come il programma estivo "!il giardino ritrovato". Un luogo importante se si considera la posizione, nel cuore della città, e i tre ingressi di Via del Plebiscito, Via degli Astalli e Piazza San Marco.
Con la collaborazione della Rigoni di Asiago, che con il restauro della Fontana nei giardini di Palazzo Venezia è alla terza tappa del suo viaggio in Italia per la valorizzazione dell'arte, dopo il restauro dell'Atrio dei Gesuiti nel Palazzo di Brera a Milano nel 2015 ed il restauro dell'originale della statua del Todaro nel Palazzo Ducale a Venezia nel 2016/2017, il restauro è stato curato dalla ditta Pantone Restauri che si è occupata non solo della ripulitura, sistemazione e sostituzione delle parti deteriorate ma anche delle analisi dell'azione degli agenti esterni. "La fontana è un monumento vivo, che vive con l'acqua e si deteriora a causadell'esposizione agli agenti atmosferici e all'inquinamento", ha dichiarato il restauratore, Luca Pantone, che ha rivelato che tra le essenze usate per il restauro ci si è serviti di prodotti naturali ed ecologici come per esempio l'olio di essenza di origano.
"Nel vedere il risultato del restauro sono rimasto a bocca aperta, meravigliato da ciò a cui hanno dato vita a tempo di record", ha dichiarato Andrea Rigoni, A.D. di Rigoni di Asiago, che nel corso della presentazione del restauro ha spiegato il perché del coinvolgimento della Rigoni di Asiago nel progetto: "Dove sono i tuoi tesori lì metti il tuo cuore. Quando ho capito dove erano i miei tesori lì ho messo il mio cuore. Nel biologico, nella sostenibilità, quando questa era un concetto lontano. Erano gli anni in cui vigeva il concetto di fare utili. Poi ho conosciuto persone che nella cultura svolgevano con amore il loro lavoro. E così è arrivo nel 2015 Brera, nel 2017 la statua del Todaro ed ora Venezia che sposa il mare. Un percorso per me doveroso. La cultura è un mediatore culturale molto forte per andare a parlare al mondo degli imprenditori."
Durante i mesi del restauro il giardino ha continuato la sua vita senza limitazioni per nessuno. Sono state anche programmate delle domeniche aperte per la visita del cantiere da parte dei cittadini. Una webcam da cui si potevano seguire i lavori, attiva dal 23 aprile al 31 agosto, ha registrato 27.957 contatti totali con un tempo medio di permanenza di 1,27 minuti. Moltissimi i contatti dagli Stati Uniti e dal Canada, oltre quelli Europei, ma anche dall'Argentina, Giappone, Russia, Australia, Malesia, Messico, India, ecc.