a tavola con l uovo ricomposto 01
Proseguono gli showcooking organizzati dalla Camera di Commercio di Rieti-Viterbo in collaborazione con la sua Azienda speciale Centro Italia nell'ambito del progetto "Turismo e Cultura" per la divulgazione delle eccellenze enogastronomiche del territorio attraverso alcune ricette tipiche locali, cucinate in diretta e divulgate attraverso le piattaforme di condivisione e la pagina FB della Camera di Commercio di Rieti-Viterbo.

Questa volta presentiamo nell’Uovo Ricomposto con salsa di strigoli, rivisitazione della classica frittata ad opera dello chef Sandro Serva del Ristorante La Trota di Rivodutri, un piccolo borgo circondato dalla natura rigogliosa della Valle Santa reatina, Il Ristorante, una stella Michelin, è gestito dai fratelli Sandro e Maurizio Serva, che hanno portato la tradizione di famiglia a livelli di eccellenza e rappresenta da decenni un punto di riferimento per l’alta cucina dedicata al pesce d’acqua dolce.

La cucina del Ristorante La Trota si distingue per la grande attenzione alle materie prime locali, molte delle quali provengono dalle acque delle sorgenti di Santa Susanna, le più grandi d’Europa, che bagnano i dintorni del ristorante. Trota, carpa, persico, anguilla: questi pesci, spesso considerati minori rispetto ai più diffusi pesci di mare, nelle mani dei fratelli Serva diventano protagonisti di piatti raffinati. Tra le creazioni più emblematiche spicca l'Uovo Ricomposto, un piatto che si distingue per creatività e tecnica.

L’Uovo Ricomposto non è semplicemente un piatto ma un’interpretazione gastronomica. Nella ricetta l’uovo viene smontato e ricomposto in una versione che conserva la sua identità ma al contempo la trasforma. Il risultato è un piatto semplice ma che racconta la natura e il territorio e sorprende attraverso sapori antichi e allo stesso tempo nuovi.

Ma procediamo con ordine. Innanzitutto gli ingredienti:

 

Ingredienti per 4 persone
4 uova
1 spicchio d’aglio
scalogno
100 gr. di strigoli (se non sono reperibili sostituirli con spinaci)
1 patata gialla
olio EVO
sale

Procedimento
In un pentola lessare gli spinaci in acqua e a fine cottura scolarli conservando l’acqua da parte.

a tavola con l uovo ricomposto 02

Sbucciare quindi la patata e farla a dadini piccoli. In una padella con l’olio mettete lo scalogno tritato e dopo che è rosolato, aggiungere la patata a dadini.

a tavola con l uovo ricomposto 03

Far insaporire per bene e quindi ricoprite il tutto con l’acqua di cottura della verdura. Aggiungete il sale e fate cuocere il tutto per una quindicina di minuti.

a tavola con l uovo ricomposto 04

A questo punto fate raffreddare quindi unite anche le verdure dentro un frullatore o utilizzate un minipimer per tritare il tutto fino ad ottenere una crema densa.

a tavola con l uovo ricomposto 05

Mettete da parte e procedete a separare il tuorlo dell’uovo dall’albume e mettetelo da parte mentre in una ciotola montate l’albume a neve.

a tavola con l uovo ricomposto 06

Prendete un foglio di pellicola per microonde e tagliatelo a forma quadrata e spennellatelo di olio. Con una spatola, versate una parte dell’albume sulla pellicola, facendo uno spazio al centro per il tuorlo. Messo il tuorlo ricoprite con il resto dell’albume e chiudete la pellicola come a formare una palla di neve. Procedete allo stesso modo per le altre tre uova. Cuocete quindi a vapore per due minuti.

a tavola con l uovo ricomposto 07

Distribuite la crema di verdura nei piatti, sopra adagiatevi l’uovo liberato dalla pellicola. Apritelo con un coltello e all’interno il tuorlo risulterà liquido.

a tavola con l uovo ricomposto 08

Buon appetito!


archivio

coldiretti festeggia i suoi primi 80 anni alla presenza del presidente della repubblica 01 

L'8 settembre il Presidente della Repubblica ha partecipato ai festeggiamenti per gli 80 anni della Coldiretti. Sergio Mattarella è stato accolto dal presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, dal ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, dal segretario di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo. Il tenore Francesco Grollo ha intonato l'inno d'Italia.

Per l'occasione l'organizzazione degli imprenditori agricoli ha lanciato la raccolta digitale delle firme per una legge di iniziativa popolare che porti l'Europa a cambiare strada sulla trasparenza di quanto arriva in tavola con l'obbligo dell'etichetta d'origine a livello europeo su tutti gli alimenti in commercio. Una battaglia definita "storica e identitaria", contro i cibi camuffati da made in Italy, per la quale sono state già raccolte 300mila firme con i gazebo Coldiretti, e con l'obiettivo di raggiungere un milione di sottoscrizioni. Un impegno che si estende ora al web, con la possibilità di sottoscrivere la petizione in maniera digitale da parte dei cittadini. Basta collegarsi al sito https://eci.ec.europa.eu/049/public/#/screen/home  e selezionare il proprio Paese di cittadinanza nel menu a tendina in giallo a sinistra. Si potrà quindi scegliere se compilare il modulo inserendo i propri dati con numero della carta d’identità o del passaporto oppure accedere direttamente con lo spid.

«In questo modo - ha spiegato Coldiretti - si potrà sostenere la richiesta di rendere esplicite e chiare le indicazioni dell’origine di provenienza per tutti i prodotti che entrano nel mercato comune ma anche che siano rispettati gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno a tutela della salute dei cittadini consumatori e del pianeta.»

Un modo per porre fine all’inganno dei prodotti stranieri spacciati per tricolori grazie alla norma del codice doganale sull’origine dei cibi che consente l’italianizzazione grazie a trasformazioni anche minime. «Mai così tanto cibo straniero – ha concluso Coldiretti - è arrivato in Italia con il valore delle importazioni agroalimentari dall’estero che nel 2023 hanno raggiunto il record di 65 miliardi di euro.»

coldiretti festeggia i suoi primi 80 anni alla presenza del presidente della repubblica 02

L'iniziativa è stata presentata al Teatro Eliseo di Roma, sede scelta per le celebrazioni assieme al presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, al segretario generale Vincenzo Gesmundo e ad agricoltori provenienti da ogni regione d'Italia.

Per l’evento è stata emessa una speciale moneta emessa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e coniata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.

«Oggi celebriamo 80 anni di Coldiretti. Una storia importante che non guarda solo al passato. Un passato di riforme fondamentali che hanno tracciato il futuro dell'agricoltura italiana. Oggi nel complesso la filiera agroalimentare italiana genera un valore complessivo di 620 miliardi, con 4 milioni di occupati, 70 miliardi, un record storico, anche per quanto riguarda le nostre esportazioni. Dobbiamo fare ancora di più nel contesto europeo per modificare quei regolamenti che portano ad avere una tracciabilità dei prodotti e una certezza di ciò che arriva sulle nostre tavole, evidenziando ciò che l'Italia può offrire al mercato interno e soprattutto ai mercati mondiali» ha dichiarato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nel suo intervento.

Quello dell’Eliseo è stato un appuntamento dal forte valore simbolico per quella che è una delle battaglie storiche e identitarie della Coldiretti: l’etichetta trasparente sui cibi. Battaglie che nel corso degli ultimi 80 anni hanno cambiato il volto dell’agricoltura italiana, riportandola al centro della società e restituendo dignità al lavoro nei campi. Basti pensare che la Riforma agraria ha rappresentato la più grande ridistribuzione di ricchezza mai realizzata in Italia, trasferendo a oltre un milione di contadini, mezzadri, braccianti e affittuari, 3,6 milioni di ettari incolti o mal coltivati segnando la fine del latifondismo improduttivo. Una svolta alla quale è seguita all’inizio del 2000 la legge di orientamento, che ha rivoluzionato il settore, rendendo possibile un ventaglio di attività che vanno dall’agriturismo all’agricoltura sociale fino alla vendita diretta e la produzione di energia.

A rappresentare Coldiretti sul palco dell’Eliseo, tre storie di imprenditori agricoli. Mariafrancesca Serra, che dopo la laurea in Ingegneria Edile-Architettura e una serie di esperienze all’estero è tornata in Sardegna per diventare pastora, esempio del fenomeno del ritorno nei campi ma anche del nuovo protagonismo delle donne in agricoltura. Miriam Zenorini, che nella sua fattoria sociale in Trentino Alto Adige accoglie donne uscite da situazioni di violenza o giovani provenienti da famiglie disagiate, simbolo di un welfare rurale in crescita. Mario Faro, florovivaista siciliano impegnato a combattere gli effetti dei cambiamenti climatici ma anche esempio del successo del Made in Italy all’estero.


 archivio

Nice Social Bookmark

FacebookMySpaceTwitterDiggDeliciousStumbleuponGoogle BookmarksRedditNewsvineLinkedinRSS FeedPinterest
Pin It