pasqua la processione del cristo morto di somma vesuviana 01

La secolare Processione del Cristo Morto di Somma Vesuviana è una delle più suggestive d’Italia, dal corteo lungo, chilometrico, con notevole partecipazione popolare tra candele, falò accesi, il latino del Miserere, il lancio dei petali dai balconi e sullo sfondo la veduta del Monte Somma.

Anche quest’anno la Processione del Venerdì Santo vedrà 2000 confratelli in saio bianco e cappuccio sfilare per le vie e i vicolo del borgo napoletano secondo un percorso mai cambiato. I 2000 confratelli accenderanno le rispettive candele alla luce degli alti falò che già dal pomeriggio, poco dopo le ore 15, verrano posizionati in alcuni dei punti strategici del Centro Storico ma anche nei vicoli più vicini alla parte bassa del paese.

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Ogni congrega avrà un medaglione diverso, un cordone dal diverso colore che permette di distinguere la confraternita di appartenenza. In occasione del Venerdì Santo i confratelli usciranno da più punti del Borgo Antico del Casamale,passando dinanzi all'antica Collegiata del XII secolo e dalla volta in oro zecchino. Alle 19 si avrà l'uscita della Madonna con il Cristo Morto, accompagnati dalla Banda e da un lunghissimo corteo di donne e bambini. Il silenzio, poi il canto in latino del Miserere ad opera dei gruppi cantorum risuonerà per tutta Somma Vesuviana. A cantarlo tutti i confratelli nei vicoli e lungo tutta la durata della processione. Nei piccoli incroci, la Madonna si fermerà per benedire la popolazione.

All'incrocio più grande di Corso Italia, prima della risalita dal centro al Borgo storico, tutti i 2000 confratelli si fermeranno e si inchineranno al passaggio della Madonna con il Cristo Morto. Solo in quel momento verranno spente le candele. La risalita a serata inoltrata, le luci delle candele consumate renderanno unica l'atmosfera nei vicoli del Borgo Antico dove continuerà a sentirsi il Miserere in latino. Commuovente sarà l'ingresso della Madonna nell'antica chiesa della Collegiata.

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«Quella di Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, è tra le Processioni del Venerdì Santo più suggestive in Italia. Il corteo di 2000 confratelli in saio bianco e candele accese che costeggiano la Cinta Muraria di epoca Aragonese ed escono dal Borgo Medievale raggiungendo la parte bassa del paese, la statua ottocentesca della Madonna Addolorata, l'artistica scultura del Cristo Morto, mettono in scena il più commovente e sentito funerale della storia umana. Il lungo manto nero della Vergine parte dal capo e si allarga fino ai piedi. Nelle mani giunte, a dita intrecciate, scende un fazzoletto di pizzo bianco. Il volto è olivastro e contrito. Ai suoi piedi il corpo seminudo del Cristo morto giacente nel sudario in espressione di doloroso abbandono. Le membra rilasciate danno il senso della assenza e della fuga dell'anima. Il Miserere, infine, echeggia, ancora più forte in questi giorni di terrore e di morte». Lo ha dichiarato Alessandro Masulli, storico delle tradizioni locali, Direttore dell'Archivio Storico di Somma Vesuviana.

Le origini secolari della processione
di Alessandro Masulli, storico delle tradizioni locali, Direttore dell'Archivio Storico di Somma Vesuviana.

I riti del Venerdì Santo che si svolgono in Campania, hanno lo scopo di far rilevare ai fedeli il dolore della Chiesa per la Passione e Morte di Cristo. Il primo gennaio del 1650, la nobiltà napoletana fondò in una cappella della Collegiata della Terra di Somma Vesuviana una Compagnia della Morte con lo scopo principale di seppellire i morti in miseria e di aiutare i poveri infermi. Nel 1705, il sodalizio assunse la denominazione di Congrega e Monte della Morte e Pietà.

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Nel 1804 tra le pratiche di culto del sodalizio la processione dell'Addolorata con il Cristo morto non era ancora introdotta ma veniva contemplata per la prima volta la ricorrenza dei Dolori di Maria nel giorno del Venerdì Santo, che si concludeva con la processione detta dell' Addolorata. Nel 1857, invece, da una relazione del Vicario Foraneo Don Francesco di Mauro si è appreso che la processione dell'Addolorata si teneva e, addirittura, usciva dalla parrocchia di San Giorgio martire anziché dalla Collegiata. Il primo gennaio del 1889, in aggiunta, il Prefetto dell'Arciconfraternita, il barone Augusto Vitolo Firrao, in un suo cenno storico inviato alla Curia Vescovile di Nola, scriveva: "... in questa Cappella si praticano tutte le sacre funzioni del Sodalizio; e fra l'altre nel Venerdì Santo vi si celebrano i dolori di Maria SS. con una solenne processione, simulante l'esequie di N. S. Gesù Cristo dal Calvario al sepolcro con la Vergine Addolorata, e ch'è tenuta in molta divozione dalla cittadinanza”. Una pia consuetudine, questa, molto propagandata dai Gesuiti nel Regno di Napoli nel XVIII secolo. Le notizie sopra citate confermano quindi le origini ottocentesche del corteo dell'Addolorata con il Cristo Morto e rivoluzionano vecchie supposizioni che lo facevano risalire alla seconda metà del XVII secolo, epoca della nascita della Compagnia.

L'impiego di croci, sudari, corone, stendardi e così via si ricollega alle attente descrizioni fatte dagli scrittori napoletani di quell'epoca. A rinnovare il rito, oltre alla confraternita organizzatrice (cordone bianco), vi sono tre altri sodalizi: SS. Sacramento (cordone rosso), S. Maria della Neve (verde) e S. Maria della Libera (giallo).

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Il percorso ha sempre tracciato un circuito sacro e ha sempre toccato gli antichi quartieri della Terra di Somma: Casamale, Margherita e Prigliano, quest' ultimo in parte è l'attuale centro della città. Dunque dopo l'apertura della strada centrale di via Roma tra il 1881 e il 1884, il percorso è stato sempre questo: Collegiata, via Piccioli, via San Giovanni de Matha, quartiere Margherita, via Canonico Feola (interamente percorsa), via Gobetti, via Turati, via Gramsci, strada Casaraia, via Purgatorio (cappellina), Via Roma, nuovamente Via Gramsci, via Casaraia (ritorno), via San Pietro e Collegiata. La processione dura dalle due alle tre ore con il rientro della Madonna nella chiesa più antica: la Collegiata dove migliaia di fedeli si accalcano sotto la statua.

I medaglioni adoperati sono a sbalzo e in metallo argentato con le immagini del SS. Sacramento e delle Madonne titolari. La Pio Laical Monte della Morte e Pietà adopera, invece, un ovale in carta pressata con sfondo verde scuro e con sopra il disegno in bianco del teschio con tibie incrociate, in relazione alla sua origine.

Qualcuno ricorda che le donne, le maddalene, andavano in processione con i capelli sciolti, senza scarpe e vestite di nero. All'apparizione del simulacro sull'uscio della Chiesa si levava un pianto alto, dirotto e universale. Le grazie ricevute erano molteplici, specialmente in tempo di guerra. Oggi questa pia pratica, in relazione ai tempi moderni, è totalmente scomparsa. Però le donne continuano, a migliaia, ad accompagnare in corteo ordinato la Madonna con il Cristo Morto.


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presentata a roma la 424a fiera nazionale di grottaferrata 01

Uno degli eventi più attesi dell’anno ai Castelli Romani, che si terrà dal 23 marzo al 1 aprile 2024 a pochi passi dalla millenaria Abbazia di San Nilo.

Ogni anno da piu’ di quattro secoli a Grottaferrata si svolge una manifestazione che affonda le sue radici nel Medioevo. La Fiera Nazionale ha luogo come allora vicino all’Abbazia di San Nilo, il Monastero di culto greco-ortodosso risalente al 1004 d.C., attorno al quale si è sviluppato il primo nucleo abitativo della città.

Ai piedi delle mura che circondano il Monastero, avveniva l’incontro tra mercanti, artigiani, allevatori, produttori locali e folle di pellegrini giunte da tutta Italia attirate dalle celebrazioni di importanti festività religiose. Lo scambio e l’esposizione di mercanzie, utensili agricoli e generi alimentari, negli anni si concentrò attorno alla solennità dell’Annunciazione di Maria, il 25 marzo, data che ancora oggi segna l’inizio della manifestazione fieristica.

Nella Sala Eventi del padiglione comunale, spazio a cultura, enogastronomia, degustazioni, iniziative didattiche, convegni e dibattiti che metteranno al centro l’identità del territorio, le sue eccellenze, le opportunità di promozione e di rilancio. Una serie di eventi promossi dall’Amministrazione Di Bernardo in collaborazione con illustri partner istituzionali e accademici, con il grande contributo dell’associazionismo locale.

Il padiglione Fiera ospiterà invece un vero e proprio viaggio tra l’artigianato e la gastronomia regionale e nazionale, raccontata dai prodotti delle 100 aziende espositrici. Infine, la musica dal vivo con band e artisti solisti nell’area food concluderà ogni giornata.

Si parte sabato 23 marzo alle ore 10, con il corteo che dall’Abbazia di San Nilo porterà alla hall di ingresso della Fiera, dove si terrà la cerimonia inaugurale.

«Siamo orgogliosi di presentare una serie di eventi di grande spessore culturale che vedono come filo conduttore il territorio, i suoi prodotti e le sue peculiarità, realizzati grazie alla partecipazione di università, istituzioni, enti pubblici e privati, associazioni ed esperti del settore – ha dichiara il Sindaco di Grottaferrata Mirko Di Bernardo nel presentare l’evento a Roma a Palazzo Valentini – Spazio anche ai giovani, alle iniziative dedicate agli studenti e alla musica. Iniziative che costituiscono una nuova, fondamentale tappa nel percorso di rilancio della Fiera di Grottaferrata, avviato dalla nostra Amministrazione al fine di riposizionare questa secolare manifestazione come eccellenza nel panorama di eventi regionale e nazionale. Ringrazio la Consigliera delegata alla Fiera Nazionale Veronica Pavani per il grande impegno profuso nell’organizzazione. Ringrazio altresì tutti gli attori che hanno contribuito con le proprie iniziative. Una cooperazione su più livelli, vero valore aggiunto di questa edizione, che rivestirà certamente un ruolo chiave nella Fiera del Futuro».

«Siamo estremamente soddisfatti della rassegna che proporremo nella Sala Eventi del padiglione comunale – ha continuato la Consigliera delegata alla Fiera Nazionale Veronica Pavani – Accanto alle proposte variegate degli espositori del padiglione Fiera, cittadini e visitatori avranno l’opportunità di assistere gratuitamente ad iniziative che permetteranno di toccare con mano i prodotti tipici di Grottaferrata e dei Castelli Romani, tra riflessioni sul futuro del nostro territorio, eventi didattici e l’immancabile intrattenimento. Ringrazio le istituzioni, gli enti, le associazioni e tutti gli attori che stanno contribuendo ad un vero percorso di valorizzazione della nostra Fiera Nazionale»..


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