Incontri D'Autore
 

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foto Matteo Saraggi

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LA MOSTRA

Tra i più affascinante luoghi misteriosi quello che più coinvolge gli appassionati di archeologia è indubbiamente l'Egitto, e una grande occasione per incontrare questa civiltà la offre il Piemonte, con Torino unica tappa italiana di "Egitto. Tesori sommersi", un affascinante viaggio nel Tempo, tra centinaia di reperti provenienti dalla zona di Alessandria: Heracleion e Canopo antichissime città della zona del Nilo, un territorio che sprofondò sotto il livello del mare e che recentemente, grazie alla sofisticata tecnologia geofisica, l'equipe dell'Institut Europèen d'Archèologie Sous-Marine guidata da Franck Goddio riuscì a recuperare dai fondali marini riportando alla luce una parte di storia del mondo, assieme ad un immenso tesoro che da secoli giaceva nelle acque del Mediterraneo: un mondo scomparso riaffiorava lentamente portandoci nuove conoscenze dell'antico Egitto, centro di contatti con le civiltà mediterranee di Greci, Romani, Bizantini, consentendoci di ripercorrere 1500 anni di storia, dal 700 a.C. all'800 d.C.
Torino è l'unica tappa italiana di questa mostra internazionale che ha toccato Berlino, Parigi, Bonn, Madrid, poi proseguirà per Yokohama, ultima tappa di questo "Viaggio ai Confini del Tempo" e infine ritornerà per sempre in Egitto, dove Frank Goddio intende radunare tutti i reperti in un unico sito visitabile.
Non a caso Torino è stata scelta come unica tappa Italiana: la mostra si colloca all'interno di un calendario di eventi culturali che vedono l'Egitto protagonista del 2009, anno a lui dedicato, infatti sarà l'ospite d'onore alla "Fiera del Libro", ma Torino ospita contemporaneamente un'altra stupenda mostra sull'antico Egitto "Akhenaton Faraone del Sole" a Palazzo Bricherasio di Torino, www.palazzobricherasio.it e "Egitto nascosto. Collezioni e collezionisti dai musei piemontesi" al Castello di Miradolo, www.fondazionecosso.it, e non dimentichiamo che Torino è anche la sede del "Museo Egizio", il più grande museo sull'antico Egitto, secondo solo a quello del Cairo, www.museoegizio.it.
La mostra è promossa dalla Compagnia di San Paolo e realizzata in collaborazione con il Consorzio di Valorizzazione Culturale La Venaria Reale, l'Institut Europèen d'Archèologie Sous-Marine, Hilti Arts & Culture GmbH e il Supreme Council of Antiquities of Egypt.
Presidente del Consorzio di Valorizzazione Culturale La Venaria Reale, costituito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali della Regione Piemonte, è Fabrizio Del Noce direttore di Rai Uno, Alberto Vannelli è il direttore.
La mostra è allestita all'interno della Citroniera (antica serra per il ricovero degli agrumi), della Scuderia Grande della Venaria Reale, che con i suoi cinquemila mq di superficie offre degli ambienti scenografici di grande suggestione. La maestosità delle sale, la bellezza imponente degli spazi della reggia, tutto contribuisce a valorizzare l'esposizione dei reperti che per la loro importanza necessitano indubbiamente di un adeguato allestimento, non a caso la mostra è arricchita da interventi atti a coinvolgere emotivamente il visitatore: lo scenografico allestimento di Robert Wilson è immerso in un soffuso "paesaggio sonoro" creato da Laurie Anderson.
Il visitatore è accolto da una scenografia creata apposta per riprodurre le suggestioni delle profondità marine che per secoli hanno custodito questo immenso tesoro d'arte e di storia.
Attraverso i lunghi corridoi si ha la sensazione di viaggiare immersi dalle acque e di approdare poi in ambienti "astratti", come gli spazi detti "Foresta sommersa", "Alveare dei tesori", "Scatola della Sfinge", "Spazio liquido" e "Potenza delle onde". Qui tutto appare come un immaginario viaggio nel Tempo e nel Passato e si ha la sensazione di scoprire noi stessi quei tesori sommersi, proprio attraverso degli "oblò" o come li vedevano gli scopritori: attraverso la maschera subacquea.

IL PERCORSO

Di Canopo, Harecleion e Thonis ne scrissero degli autori antichi rievocandone la magnificenza ma nessun archeologo ne aveva trovato traccia e i loro tesori rimasero per secoli sul fondale marino della baia di Abuqir, al largo delle coste di Alessandria, sotto stratificazioni e sedimenti portati dal Nilo, finchè nel 1992 si iniziarono degli scavi subacquei e si cominciò anche a disegnare una carta geofisica della regione che permise di svelare il mistero delle città scomparse misteriosamente e convinse gli archeologi che, nel VIII secolo a.C., una parte della costa era crollata sprofondando sei metri sotto il livello del mare portando con se un inestimabile tesoro archeologico e storico. Grazie agli scavi vennero alla luce numerosi reperti archeologici e i circa 500 oggetti esposti nella mostra torinese non sono che una piccolissima parte.
Numerose le statue ritrovate: sfingi con il volto di re e regine, statue di divinità e molti altri oggetti di uso quotidiano, di culto, gioielli e altre importanti testimonianze della storia di quel popolo lontano millenni dalla nostra civiltà.
All'ingresso del percorso espositivo lo spazio che accoglie il visitatore può essere considerato una sala cinematografica che proietta foto del recupero e del restauro, video, disegni e fornisce le informazioni storiche e geografiche per meglio comprendere la mostra.
Inizia da qui il nostro viaggio a ritroso nel Tempo.

Attraversiamo un corridoio lungo e stretto che vuole dare al visitatore la sensazione dell'immersione e della discesa verso i fondali marini, per proiettarci dalla visione degli immensi spazi della reggia, e dei suoi giardini, a quello senza luce degli abissi. Il buio e ogni colore si fondono in un inquietante nero abissale e il suono delle scroscianti onde dell'oceano ci accompagnano sino ad un enorme monolito, la monumentale stele di Tolomeo VIII Emergete II. Siamo dinanzi ad uno dei più straordinari ritrovamenti della città di Heracleion!

Avanziamo verso un'altra delle numerose sale espositive.
Improvvisamente tutto è stravolto da un grande spazio bianco e luminoso che ospita un unico oggetto posto su di un alto piedistallo, un piccolo vaso canopo con il coperchio a forma di testa di Osiride e il corpo decorato con scene sacre.

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Il cammino riprende e ci è sconosciuta quale altra sorpresa ci attenderà dietro l'angolo o in un'altra sala.
E' fantastico! Incredibile! Di colpo dinanzi ai nostri occhi appare una sala sommersa nella penombra, in cui si ergono maestose, in tutta la loro prorompente bellezza, delle colossali sculture di pietra, tra cui ci aggiriamo quasi a volerci confrontare con quelle gigantesche opere.

La scenografia simile a quella di una immersione ci ha ormai distaccati dal resto della "superficie" e con ansia attendiamo di scoprire cosa si nasconde dietro un muro, oltre una porta.
Come un alveare sottomarino, nella penombra ci appaiono delle strutture espositive che ospitano piccoli oggetti di uso quotidiano, monili, vasi, mentre ci accompagna il suono di piccoli martelli che rendono questo spazio simile ad un laboratorio di scalpellini, una bottega di orafi.

Ancora qualche passo verso un'altra stanza, o forse... verso il fondale marino: ormai riamo rapiti, estasiati e spazio e tempo sono diventati dei "muti accordatori" dei nostri pensieri delle nostre sensazioni ed emozioni.
Dalla luce soffusa piombiamo improvvisamente in un evanescente contenitore trasparente che come una gabbia racchiude le misteriose sfingi che fanno da custodi al "Naos delle decadi" che è uno dei reperti più importanti.

Simile al "Cammino Iniziatico" percorriamo il Tempo e ci ritroviamo in una struttura che consente la visione degli oggetti da entrambi i lati.
Giriamo intorno a questa alta struttura verticale, suddivisa in tante piccole vetrine, simile a degli acquari immersi nelle trasparenze della Liquid Space: ogni oggetto lo possiamo osservare da entrambi i lati.

Quale coreografia rapirà le nostre emozioni alla prossima stanza?
Sei enormi contenitori trasparenti ricoperti di garza in una sala illuminata offrono un insieme di varie statue in cui "riposano" volti di pietra, sfingi, vasi, che ci conducono verso la prossima tappa attraverso la Coral Tunnel, dove lo spazio torna a comprimersi formando un tunnel ai cui lati possiamo osservare numerosi oggetti attraverso degli oblò nelle pareti e l'effetto è sorprendente: pare di essere su un sottomarino e attraverso l'oblò osservare il fondo marino ricoperto di reperti archeologici.

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Siamo alla fine del nostro viaggio o meglio... siamo giunti sul fondale della coreografica riproduzione marina e come in una anamnesi ripercorriamo il tragitto per rivedere scorrere dinanzi ai nostri occhi tutte le immagini viste, i momenti, le sensazioni e le emozioni vissute, ed è l'ultima sala la Quenn's Dream che con la sua misteriosa statua di prorompente sensualità, scolpita nella diorite nera, ci affascinerà sorprendendoci! Un misterioso corpo di donna che emerge dalle acque, con un incredibile effetto di panno bagnato: dea o regina, personificazione di Iside-Afrodite o di chi fu la musa ispiratrice di tanta sensualitè?

Il depliant della mostra descrive questa stanza, l'ultima, come "spettacolare stanza dedicata ad una statua femminile, sensuale e misteriosa". In effetti è un'opera incredibile che emana fascino e mistero: i sottili fili di luce che la colpiscono, simili a fili argentati che scendono su di lei creano un gioco di suggestiva bellezza che coinvolge il visitatore proiettandolo verso spazi infiniti e misteriosi. Un corpo senza volto, la perfezione e la bellezza, questo è ciò che resta dell'immagine di questa misteriosa donna, o fanciulla, che pare sorgere dalle acque. Stupiti, ammirati vorremmo toccarla per percepire il messaggio che ci tramanda da secoli. Dea, regina o mortale che sia stata l'ispiratrice, le parole per descrivere il fascino misterioso che emana da essa potrebbe essere solo paragonabile alla misteriosa "Atlanta, la polena maledetta" ritrovata nel 1864 nell'Atlantico, dalla fregata italiana "Veloce", e poi collocata nel Museo Navale di La Spezia, della quale molti se ne innamorarono e non potendola amare alcuni si tolsero la vita.
... Ma in fondo anche questa misteriosa immagine è sorta dall'acqua del mare, proprio come Venere e Atlanta!

Si ringrazia la "Venaria Reale" per il materiale informativo


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