Incontri D'Autore


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Fonderia Marinelli di Agnone, Molise

Tra storia, folclore ed evoluzione
 
foto Matteo Saraggi "Fonderia Marinelli" - Agnone (Molise): foto di Marina Cioccoloni

La protagonista dei misteri di cui vi narrerà la storia è la campana, un manufatto conosciuto in tutto il mondo seppure a volte con un uso e significato diverso per storia, cultura, religione, utilizzo e forma.
Ma quali sono le origine della campane? La loro storia? Cosa si cela dietro il suo suono e l'utilizzo?

Parlare di campane è come descrivere l'albero genealogico di una nobile famiglia.
Strumento a percussione o mosso dal vento e dalla mano dell'uomo, nasce probabilmente dai tronchi percossi dall'uomo primitivo. Forse prima ancora è stato il rumore di due pietre battute insieme a incuriosire i nostri antenati, i cavernicoli della preistoria, l'uomo di Neanderthal o l'Homo Sapiens? Chissà? In fondo dobbiamo riconoscere che seppure "primitivi" avevano un ingegno che gli ha consentito di evolversi sino all'uomo d'oggi.
Quindi il primo strumento potrebbe essere un tam-tam, seguito da un tamburo, un gong e con l'età del ferro potrebbe essere un oggetto caduto involontariamente in una ciottola a dare l'idea del campanello, del sonaglio e della campana.
Chissà? Però narrare la storia delle campane significa anche narrare quella di questi strumenti a percussione.
Il suono delle campane è caratterizzato dal bronzo con cui sono costruite.
Secondo i ritrovamenti, il bronzo sarebbe nato in Mesopotamia all'incirca 5000 anni a.C, dalla fusione di rame e stagno. Agli Assiri si dovrebbe quindi la realizzazione di quelli che venivano chiamati "i bronzi che suonano o bronzi suonanti".
Il più vecchio campanello, parente... delle campane, che è stato ritrovato, è databile intorno al I millennio a.C. e proviene da Babilonia.
Nel V secolo a.C. in Cina venne ritrovato un insieme di 65 campane e ognuna in grado di riprodurre due suoni diversi.
Nelle tombe pre-incaiche del Però vennero rinvenuti dei campanelli da slitta antecedenti al 500 a.C. (inizio dell'era dei metalli).
Nel corso degli scavi archeologici a Nimrud vennero trovati alcuni campanelli del 600 a.C.
Il primo esemplare italiano, in bronzo, è una piccola campana ritrovata durante gli scavi presso Viterbo e risalirebbe al VII o VIII secolo.
In Occidente i ritrovamenti sono datati al VII sec. a.C., provengono dagli scavi archeologici di Sparta.
A partire da VII-VIII secolo le campane si ottenevano da fusioni in bronzo, mentre le prime erano in lamina di ferro battuto.
Grosse campane risalenti al VIII a.C. sono state trovate in Cina.
Già nel XVI secolo a.C. in Oriente costruire le campane era un'arte, tanto da realizzarne di enormi.
Ai greci Eschilio, Euripide, Aristofane, Strabone e Plutarco dobbiamo la descrizione di piccole campane.
Anche il romano Ovidio (43 a.C. - 17 d.C.) ne parla.
Plinio il vecchio (23-79 d.C.) le descrive come vasi di bronzo.
Secondo uno scrittore del I secolo d.C., il re Salomone (974-937 a.C.) aveva delle campane d'oro sul tetto del tempio, per allontanare gli uccelli.
Campane sono state ritrovate in India, Egitto e Giappone.
La più antica, in Europa, risale al 613 d.C., è in ferro e si trova in un museo di Colonia.
Ma le campane a volte hanno anche un nome! Marta e Berta, sono in Emilia, a Ravenna e risalgono al 1208.
Se le origini delle campane si perdono nel tempo, la tradizione vuole che fu San Paolino, vescovo di Nola, nel 420 d.C., a introdurle nelle funzioni religiose. Egli ingrandì i campanelli (o campanelle) e li sospese alle torri quadrate di Nola, creando i primi campanili. San Paolino, è il patrono dei suonatori di campane.
Solo nel VIII secolo le pievi e le chiese iniziano a dotarsi di campane e si innalzano i primi campanili.
Le prime campane si chiamavano nolanae e nolarium il campanile. Fu il venerabile Beda ad usare il nome "campana" che divenne il simbolo della cristianità.
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Ma chi le costruiva e dove? Nel Medioevo i fabbricanti di campane erano una sorta di
viaggiatori che si recavano dove si stava costruendo una chiesa e le fondevano all'aperto,
direttamente in loco.
Il rame rosso e lo stagno bianco formano la lega con cui costruirle. Sono di facile fusione, robusta e molto sonora. Il rame è un metallo poco sonoro, ma lo stagno lo rende squillante. Occorre però molta bravura nella composizione del bronzo! Se la dosatura non fosse perfetta la lega ne risulterebbe fragile e si formerebbero crepe.
Il suono è il risultato della bravura e perfezione del suo costruttore, è essenziale lo spessore e lo stampo. Costruirla è sempre un rito, con i suoi tempi, i movimenti e il timore di qualche danneggiamento che comprometterebbe mesi di lavoro.
Solitamente, come per un quadro, i costruttori pongono la loro firma e l'anno di fusione.
Spesso in passato riportavano iscrizioni in latino o nella lingua locale, rivolte al santo protettore, alla Madonna o ad altro.
San'Agata di Catania è la patrona dei fonditori di campane.
La più importante fabbrica di campane d'Italia è la Fonderia Marinelli di Agnone, nel Molise.
Un'altra è ad Avegno in provincia di Genova.
Se non è ossessionante e invadente, il suono delle campane è come il melodioso canto degli uccelli che accompagnano il calare del Sole o le ore della Luna e ci risvegliano con il loro cinguettio.
Purtroppo oggi a suonarle sono marchingegni collegati ad altoparlanti e registrazioni musicali, ma fortunatamente in alcune località della nostra penisola esistono ancora persone raggruppate in gruppi che conservano le vecchie tradizioni di suonatori di campane tramandandole di generazione in generazione.

Esistono anche campane celebri il cui rintocco è purtroppo lugubre e ricorda tragedie.
Nell'epoca dei velieri il suono della campana di bordo era come un orologio che scandisce lo scorrere del tempo, qui le ore erano segnate dalla sabbia che scivolava da una clessidra, mantenuta anche dopo l'invenzione dell'orologio. Un rintocco ogni mezz'ora, due per indicare un'ora e otto per indicare la fine del turno di guardia di 4 ore e l'inizio del successivo, mentre sul ponte di coperta al cambio della guardia c'era il passaggio vocale che indicava l'ora: "Sono le quattro e tutto va bene".
Allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre, i rintocchi erano sedici: una sorta di cambio della guardia:... otto erano il saluto per l'anno vecchio che aveva terminato il turno e otto per quello che iniziava.
Ma non sempre gli otto rintocchi indicavano la fine di un turno, spesso significava che c'era un cambiamento tra una situazione attuale e la successiva e poteva indicare che per un marinaio era finita la vita e quel suono era l'estremo saluto, come il suono della tromba del "Silenzio".
La campana avvertiva l'equipaggio durante la giornata, indicando la sveglia, l'ora del pranzo, e per segnalare la propria presenza di notte o quando c'era nebbia. Prima dell'evento dei moderni mezzi di comunicazione per le segnalazioni che non si potevano vedere venivano usate campane, corni, gong, cannoni, fischietti.
La campana fa pare della nave. E'come un simbolo anche se le tecniche moderne non ne prevedono più l'utilizzo, ancora oggi c'è chi la posiziona, anche se simbolicamente e di più piccola dimensione.

Era la notte del 14 aprile 1912 quando il Titanic affondò nell'Oceano Atlantico in seguito alla collisione con un iceberg, portando con sè 1518 dei 2223 passeggeri.
Mentre la vedetta Frederick Fleet, di guardia quella notte, avvistando l'iceberg diede l'allarme suonando tre volte la campana, la nave si preparava a sprofondare nelle gelide acque con il suo carico di vite umane.
Il relitto della più grande e bella nave della flotta britannica, con 900 uomini di equipaggio, al suo viaggio inaugurale, riposa a 3925 metri di profondità, ma c'è chi narra che da quando fu ritrovato, nel 1985, chi transita nelle sue vicinanze senta suonare tre volte la campana di bordo!

Nella notte del 13 gennaio 2012 la nave da crociera Costa Concordia cozza contro uno scoglio dell'Isola del Giglio: il relitto sarà la tomba per 32 tra passeggeri ed equipaggio.
La campana dorata, del peso di alcune decine di chilogrammi, simbolo della nave con inciso Costa Concordia 2006, l'anno del varo, giaceva a circa 10 metri di profondità vicino alla prua sommersa. Verrà rubata da un sub pochi giorni dopo l'avvistamento.

Dalle campane, secoli fa nacquero i carillon! Con campane di dimensioni diverse si poteva comporre una musica. L'idea nacque da bicchieri riempiti d'acqua a livelli diversi e percossi in modo che ognuno generi una nota musicale.
I carillon sono quindi delle campane fisse percosse da martelletti azionati da una tastiera, da cui escono composizioni musicali. Molto simile è l'organino.
Una sorta di campane... in scatola.
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Campanelli e sonagli, antenati o pronipoti delle campane? Direi antenati, nati come piccole campane, appunto "campanelli", poi ingigantiti e modificati nella forma, ma chissà?
Anche in natura esistono i sonagli: il Crotalus Atrox, meglio noto come serpente a sonagli, così chiamato perchè la coda è dotata di una specie di sonaglio che emette il caratteristico suono quando è spaventato.
Il Leucojum vemum o Campanellino è una pianta perenne.
E che dire dei sonagli delle renne della Lapponia e delle più famose renne volanti che trainano la slitta di Babbo Natale!
Ma c'è anche il Campanellino o Richiamo degli Angeli, noto anche come Bola Messicana, un piccolo ciondolo protettivo dalle origini antichissime che chiama gli Angeli. A forma di sfera con all'interno un piccolissimo xilofono, ad ogni movimento la pallina che è all'interno emette un suono dolcissimo e simile a un campanellino che la leggenda messicana vuole chiami gli Angeli a proteggere la donna incinta.
E che dire della Campana degli Angeli! Azzurra come il cielo!
Ha sonagli il berretto del giullare, metà buffone di corte, giocoliere e acrobata, e metà cantastorie capace di diffondere notizie, ideologie, come un cronista del Medioevo egli narrava... con il canto, la parola, la musica e la mimica!
"Campane" Canta Claudio Villa.
"Campane, che suonate ogni sera" e "Campane di Monte Nevoso che suonate nel vespro divin, quel suono in un giorno radioso salutò cento giovani alpin", cantava Luciano Tajoli dedicandola alla tragedia di Venezia Giulia, Istria e Dalmazia e a coloro che morirono per difendere quelle terre italiane.
Nel 1946 Edith Piaf sentì una canzone e tanto le piacque che volle inciderla.

Fu un successo che oltrepassò i confini giungendo sino in America. Il titolo era "Les trois cloches", ovvero "Le tre campane".
Nel 1948 venne tradotta in inglese: "The three bells", e proseguì la scalata al successo con i The Broens, nel 1959, tredici anni di ininterrotto successo..., molte traduzioni in varie lingue e molti cantanti, tra cui Ray Charles, Frank Sinatra, Tommy Dorsey, Nana Mouskouri e Mireille Mathieu (nel 1997). Negli anni '60 a cantarla in italiano sono "Gli Hoods", ma il trionfo va indubbiamente alla Schola Cantorum che la interpretì con il nome: "La campana del villaggio" o "Le tre campane". Cantata dalla Schola Cantorum nel 1975, è la commovente storia che narra la vita di un uomo, scandita dai rintocchi della campana del villaggio che lo accompagnano nell'ora della nascita, del matrimonio e della morte.
Ci sono anche campane... nei film!
"Per chi suona la campana" (For whom the bells) il film tratto dal romanzo di Ernest Hemingway, interpretato da due miti del cinema: Ingrid Bergman e Gary Cooper.

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E ci sono campane nella letteratura, nel teatro, nell'peretta.
"E' facile simulare la pazzia, basta gridare in faccia a tutti la verità", scriveva Pirandello in "Il
berretto a sonagli".
Per Sylvia Plath la campana era di vetro...nel romanzo "La campana di vetro".
Non manca la campana come protagonista in tutta la serie di Don Camillo e l'onorevole Peppone.
O come la campana di vetro sotto cui dormiva "Il Piccolo Principe" dell'omonimo libro di Antoine de Saint-Exupèry.
E Trilli o Campanellino? Ricordate la piccola fatina alata del cartone animato "Peter Pan"?

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Anche il Carnevale ha i suoi campanacci e campanellini. Tutte le Regioni d'Italia hanno i loro personaggi "scaccia demoni", dai Mamuthones sardi di Mamoiada al carnevale della Lachera a Rocca Grimalda (AL), a quello della Valle del Gran San Bernardo in Valle d'Aosta e molte altre rievocazioni di tutta la penisola.

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I Mamutones (Sardegna) La Lachera-Rocca Grimalda (AL)

Anche in gastronomia ci sono le campane di vetro per i dolci. Nelle chiese quelle per le statue e nell'antiquariato per alcuni oggetti antichi.

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Valle d'Aosta - Valle del Gran Sambernardo

C'è la campana per i palombari, campane subacquee usate per i recuperi o quella che si applica ai palombari, ma qui mi fermo perchè più scrivo e più scopro un mondo che non conoscevo così profondamente e che se mi seguirete scopriremo insieme nelle prossime puntate...

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