Incontri D'Autore

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I racconti illustrati - Immagini per Natale
Rovigo - Pinacoteca di Palazzo Roverella

Tra le favole più conosciute nel mondo, tradotte in molte lingue e presentate sotto forma di libri, cartoni animati, film e sceneggiati per la TV, vi sono indubbiamente "Pinocchio", "Cenerentola", "Biancaneve", "Peter Pan" e tanti altri in cui spesso i protagonisti sono animali, come "Il Gatto con gli stivali", "Dumbo l'elefantino volante","Il Re Leone", "Lilli e il Vagabondo", "Bambi", "Gatto Silvestro e Titti".
Ma se il burattino parlante è tra le figure più popolari, indubbiamente uno dei celebri animali delle fiabe è... "il gatto", come dimostra la stessa fiaba di Collodi che tra i protagonisti principali mette proprio il gatto, che con la volpe forma un "duetto di malandrini", o "Gatto Silvestro" sempre in cerca di qualcosa che gli consenta di "assaggiare" le tenere piume del canarino Titti, o l'astuto "Gatto con gli stivali" e lo Stregatto della fiaba di "Alice nel paese delle meraviglie".
E non mancano i gatti.... musicali. Ricordate "Il gatto e la volpe" di Bennato?
"Quanta fretta, ma dove corri; dove vai
se ci ascolti per un momento, capirai,
lui e il gatto, ed io la volpe, stiamo in società
di noi ti puoi fidar...".

E "La gatta di Gino Paoli"?
C'era una volta una gatta,
che aveva una macchia nera sul muso
e una vecchia soffitta vicino al mare
con una finestra a un passo dal cielo blu.
Se la chitarra suonavo, la gatta faceva le fusa
ed una stellina scendeva vicina, vicina,
poi mi sorrideva e se ne tornava su."

Per Lucio Battisti il gatto è scherzosamente il ... terzo incomodo in "Maledetto gatto".
"maledetto gatto, tu continua a far le fusa,
se per caso lei fosse confusa, riuscirai a mangiarmi nel piatto!
Maledetto di un gatto, maledetto di un gatto!"
 
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A proporre la mostra che si svolge a Rovigo, nella Pinacoteca di Palazzo Roverella, sono la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, il Comune di Rovigo, l'Accademia dei Concordi e la Fondazione Mostra Internazionale d'illustrazione per l'infanzia di Sèrmede (Treviso).
In cosa consiste la mostra lo spiegano gli organizzatori: "Il testo della fiaba (in questo caso è stata scelta la versione di Perrault trascritta da Carlo Collodi) è illustrato dalle tavole originali di due grandi illustratori, Maria Sole Macchia e Eric Battut, due modi molto diversi, entrambi originalissimi, di rappresentare il medesimo testo narrativo. Da sottolineare che al Gatto di Battut, edito da Bohem Press, è andato il Premio Andersen 2002 come miglior libro illustrato. Accanto a questa parte "monografica" verranno esposte numerose altre tavole originali di altri illustratori che si sono impegnati con il medesimo soggetto con, in più, uno spettacolare omaggio ai gatti, con e senza stivali. Felini disegnati da Francesca Chessa, Tony Ross, Paolo Domeniconi, Giovanni Manna e da altri protagonisti del mondo internazionale dell'illustrazione".
La tavole sono coloratissime per attirare ancor più l'attenzione dei piccoli visitatori e deliziare il pubblico con la loro bellezza, mentre gli artisti, illustratori di fama mondiale, con le loro opere dimostreranno di com'è popolare il famoso "felino... con gli stivali ... o senza calzature" del marchese di Carabù che, come ricorderete, nella fiaba del "Gatto con gli stivali" con la sua astuzia fa la fortuna del suo padrone.
Attraverso la ricostruzione storica della fiaba scopriremo di come essa sia antica, considerando che la prima versione risale al 1553 ed è di Giovanni Francesco Straparola che la pubblicò a Venezia con il titolo di "Le piacevoli notti", e anzichè le vicende del nobile marchese di Carabas narra di quelle di tal Costatino Fortunato.
Va anche ricordato che prima delle più note versioni di Charles Perrault e dei Fratelli Grimm a descrivere le astuzie del gatto con gli stivali fu l'italiano Giambattista Basile.

Ma gli organizzatori ci ricordano anche che le astuzie del gatto dello squattrinato marchese furono "piece di teatro, canovaccio per i marionettisti della dinastia dei Colla, soggetto di trasposizioni come quella del poeta romantico tedesco Tieck che ne trasse una piece di satira sul teatro; Mario Tutino ne ha invece tratto un musical, mentre nella celebre serie di "Shrek 2" e "3" il felino si esprime con la voce di Antonio Banderas. Ma la sua prima uscita sul grande schermo del 1969 con "Nagagutsu o haita neko", il film d'animazione del giapponese Koro Yabuki".
Alla mostra vi è anche una sezione dedicata al tema del Natale: le illustrazioni, naturalmente hanno come tema il gatto e sono state realizzate dagli artisti della Scuola Internazionale d'Illustrazione di Sarmede, fondata da Stephan Zavrel, uno degli illustratori più noti e rappresentativi del panorama europeo di questi ultimi anni.
In concomitanza con la mostra, che rimarrà aperta sino al 30 dicembre 2009, è previsto un ampio programma di letture animate, rappresentazioni teatrali, laboratori per scuole e famiglie.
Ma per chi avesse dimenticato la favola del "Gatto con gli stivali", ecco una mia rielaborazione.
"C'era una volta un vecchio mugnaio i cui unici averi erano il mulino e un mulo con cui trasportava a domicilio il macinato. Giunto in punto di morte il pover'uomo chiam accanto a se i tre figli e disse loro: "Al primogenito lascio il mulino, al secondo il mulo e poichè nulla mi rimane da donare all'ultimo a lui posso solo lasciare come ricordo il mio gatto".
I primi due, egoisti e avari, si misero in società allontanando il fratello che nulla possedeva e schernendolo ripetevano: "Lascialo qui che domani ce lo mangiamo in salmì!".
Sconsolato, il giovane s'incamminò lungo il sentiero, con il misero fagotto e le poche cose che aveva, portando con sè il gatto per paura che i perfidi fratelli lo uccidessero veramente: lui amava gli animali. Giunta l'ora del pranzo si fermò all'ombra di un grande albero e divise con l'animale quel poco che aveva, mentre a voce alta si domanda come avrebbe potuto nutrire un felino visto che non possedeva nemmeno il cibo per la sua stessa sopravvivenza e mentre lo accarezza gli parlava come fosse un compagno di viaggio e di sventura, quando ad un tratto... il gatto iniziò a parlare!
"Non preoccuparti! Procurami un paio di stivali e un sacco, poi lascia fare a me e vedrai che in breve tempo diventerai ricco!", disse il gatto.
Il giovane dapprima allibito, trasformò ben presto lo stupore in felicità, lieto di avere un compagno con cui parlare, dividere il viaggio e ciò che le riservava il futuro.
Si levò il gilè di pelle e ne fece un bel paio di stivali per il gatto che, appena li calzò, si mise a saltellare urlando felice: "Belli! Guarda come mi calzano bene!", e quella notte dormì sotto una quercia, tra le calde braccia del suo giovane e buon padrone.
L'indomani, appena il chiarore illuminò la campagna il gatto si mise a cacciare e catturate delle belle lepri ne portò una al suo padrone, per il pranzo, le altre le rinchiuse nel sacco e si recò al castello del re.
Giunto dinanzi al sovrano, con un gran inchino il gatto porse le lepri dicendo che gliele manda il suo padrone, il marchese di Carabès, e che la selvaggina proviene dai suoi poderi.
E così ogni giorno, per un mese, il felino procurò il cibo per sè e il suo padrone e della selvaggina da portare in dono al re... a nome del suo padrone, il marchese Carabès, finchè un giorno...
Incuriosito il re decide di invitare il giovane a corte per vedere questo misterioso marchese.
Giunto il giorno dell'invito il gatto disse al suo padrone di denudarsi e buttarsi nel fiume, quindi corse al castello dicendo che il marchese era stato aggredito, derubato dai banditi e gettato nel fiume.
Il re mandò immediatamente le sue guardie al salvataggio dell'ospite, inviandogli anche degli abiti e la carrozza reale.
"Salvato e rivestito", quando giunge al castello, il giovane, di bell'aspetto ed elegante, conquistò subito il cuore del re e della sua bellissima figliola, tant'è che in breve tempo i due giovani s'innamorarono e il sovrano decide di dargliela in sposa, e per meglio conoscere il luogo dove la figliola sarebbe andata a vivere disse che si sarebbe recato a pranzo al castello del futuro sposo.
Il giovane terrorizzato al pensiero di come avrebbe potuto portare il re in un castello che non aveva chiese al gatto come avrebbe potuto salvarsi da una situazione così disperata e il felino ancora una volta gli rispose: "Non preoccuparti! Lascia fare a me".
L'astuto micio sapeva che in un vicino reame viveva un orco che si occupava di arti magiche, che possedeva un vasto territorio ed era talmente crudele da tiranneggiare il popolo, ma sapeva anche che era molto vanitoso e presuntuoso, così gli chiese udienza motivando la richiesta come atto di riverenza verso la sua potenza, dettata dalla curiosità di constatare se egli fosse veramente quel grande mago che si diceva fosse.
Giunto al suo cospetto il gatto s'inchinò dicendo: "Lode a te grande mago! Mi è giunta voce della tua bravura nel trasformarti in qualunque animale, ma sei veramente così bravo come si dice? Tanto bravo da trasformarti in un elefante o in un leone?".
L'orco, vanitoso, senza dire nulla si trasformò prima in un grosso elefante e poi in un leone!
L'astuto gatto finse dapprima terrore e poi incredulità e con fare scettico e... voce suadente aggiunse: "Certamente, grosso come sei ti è facile trasformarti in un grande animale, ma non credo che tu riesca a trasformarti in un minuscolo gattino o in un piccolissimo topolino".
Non finì la frase che l'orco si trasformì prima in un gattino e poi in un piccolissimo topolino... su cui balzò il gatto mangiandoselo in un sol boccone!
E così il... marchese di Carabès ebbe il suo regno, i sudditi e sposò la figlia del re.
E il gatto?
Si dice che riposava su cuscini di velluto, aveva numerosi servi che si prendevano cura del... suo pelo, un cuoco personale, e che nei momenti di svago si divertiva a... rincorrere topolini...".
Cosò finisce la favola del povero mugnaio e del furbo felino, ma chi sa "Leggere tra le Righe" potrà trarne degli insegnamenti filosofici...
"Spesso chi ti loda lo fa solo per opportunismo e non sempre i più "grossi" sono anche i più furbi, e chi...": mi fermo qui e lascio a voi trarre altre conclusioni filosofiche...
Indubbiamente è una mostra da non perdere, adatta non solo ai più piccini, ma anche a quegli adulti che hanno vissuto la loro infanzia sfogliando le pagine dei libri di fiaba o sono rimasti in silenzio, estasiati, a sentire i nonni raccontare che... "C'era una volta..." e sempre il finale era lo stesso: "E vissero felici e contenti!"...
Info:
HYPERLINK
"http://www.palazzoroverella.com" www.palazzoroverella.com tel. 0425.460093
"Il Gatto con gli stivali" - Rovigo (Veneto), Pinacoteca di Palazzo Roverella, sino al 30 dicembre 2009
Aperto dal martedì alla domenica, chiuso i lunedì non festivi
Orario: mattino 9,00-13,00; pomeriggio 15,30-19,00. Ingresso gratuito


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