Incontri D'Autore

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"Fondazione Ferrero" - Alba (CN)
sino al 27 gennaio 2013
foto di Matteo saraggi
Luci soffuse "pensieri... incorniciati", immagini ed emozioni fermate nel tempo, sentimenti tradotti in luci e colori! Queste e tante altre sono le sensazioni che ci da questa stupenda mostra a cui fa da spettacolare cornice la Fondazione Ferrero, l'impeccabile organizzazione e una incredibile sequenza di immagini di un documentario che a ritroso nel tempo narra con maestria la vita di Carlo Carrà, o meglio è Carrà, come semplicemente lo conosce quel pubblico di estimatori dell'Arte... con la 'A' maiuscola!
Oggi è stata la Fondazione Ferrero che non promuove solo i suoi... prodotti dolciari, ma opera sul territorio promuovendo anche la diffusione e la conoscenza dei nomi più prestigiosi della cultura piemontese e che per l'occasione ha ospitato nelle prestigiose sale della "Fondazione Ferrero" ad Alba, una antologia dell'illustre artista, a cura di Maria Cristina Bandera.
Carlo Carrà, noto pittore nasce a Quargnento (AL), nel 1881, con il nome di Carlo Dalmazzo, da una famiglia di artigiani, ma si trasferirì ben presto a Milano.
La sua figura è nota come uno dei firmatari del "Manifesto Futurista" che prese vita negli anni venti e Trenta.
Ma nessuno nasce artista e anche Carrà, debutta a soli 12 anni come stuccatore e decoratore guadagnandosi da vivere in una bottega di imbianchino.
A fine Ottocento si trasferisce a Parigi, la patria degli artisti, dove per alcuni mesi lavorerà per decorare i padiglioni dell'Exposition Universelle e quì conoscerà le opere di grandi pittori come Monet, Pissarro, Manet, Renoir, Gauguin e Cezanne.

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Carrà è prima di tutto un intellettuale, un fervente lettore e questo lo spinge ad avvicinarsi a gruppi anarchici e a leggere Karl Marx. A 23 anni, nel 1904 frequenta la Scuola d'Arte Applicata. di Milano, e nel 1906 si iscrive all'Accademia di Brera grazie a due premi artistici e un piccolo sussidio di uno zio.
Nuove tecniche pittoriche avanzano e i giovani artisti in preda al dilagare di queste tendenze avanguardistiche danno vita al Manifesto dei Pittori Futuristi di Marinetti e anche Carrà si lascia travolgere dai colori e dalle espressioni futuristiche firmando il Manifesto, con Boccioni e Russolo, Balla e Severini.

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Rinnovare il linguaggio espressivo delle giovani leve dell'arte è la spinta del futurismo italiano che è basato più sulla... velocità, la tecnologia e la violenza che sull'arte. La velocità dei moderni mezzi di viaggio e le città con le loro industrie vengono visti come il trionfo tecnologico dell'uomo sulla natura e i paesaggi con dolci declivi montani, o quelli marinari lasciano il posto a immagini pittoriche di città in movimento, con tram, aerei, ciminiere e automobili, sino a divenire un problema nazionale che dal 1910 al 1915 vide l'insorgere di opere pittoriche dedicate al lavoro, alla battaglia operaia!
Il futurismo, quella strana parola che significa astrattismo, linguaggio incomprensibile per artisti del calibro di Michelangelo, Giotto, Raffaello, Leonardo da Vinci e tutti quei grandi che hanno fatto la storia dell'arte vengono sopraffatti dalla pittura metafisica di De Chirico, è l'inizio di una nuova era, un nuovo spazio per opere pittoriche che spesso lasciano estasiati, altre volte... increduli, in bilico tra spregiudicatezza e creatività, tra genio e sregolatezza ma che lasciano dietro di se uno strascico lungo... quanto il Tempo.
Carrà si spegnerà a Milano nel 1966, ma le sue opere rimarranno immortali!
Info:
Il progetto si è avvalso della collaborazione istituzionale della Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi di Firenze e della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte.
Hanno sostenuto la mostra la Compagnia di San Paolo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.
Nomi di grande prestigio compongono il comitato scientifico: Sandrina Bandera (Soprintendente BSAE di Milano e Direttore Pinacoteca di Brera), Gabriella Belli (Direttore Fondazione Musei Civici di Venezia e già Direttore Mart di Trento e Rovereto), Roberta Cremoncini (Direttore Estorick Collection of Modern Italian Art, Londra), Danilo Eccher (Direttore GAM, Torino), Edith Gabrielli (Soprintendente BSAE del Piemonte), Maria Vittoria Marini Clarelli (Soprintendente e Direttore Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma), Antonio Paolucci (Direttore Musei Vaticani) e Maria Cristina Bandera (Direttore Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi, Firenze).

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La mostra ripercorre il percorso artistico di Carlo Carrà in ogni fase, dalle prime prove divisioniste al Futurismo, l'Antigrazioso, la Metafisica e il Realismo Mitico, i paesaggi, le composizioni monumentali degli anni Trenta e le nature morte, sino agli ultimi anni della sua attività.

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Sono riuniti 76 dipinti conservati nelle più prestigiose istituzioni pubbliche nazionali e internazionali, oltre che in collezioni private.
Come afferma Maria Cristina Bandera le opere esposte sono state selezionate rigorosamente e alcune sono delle vere e proprie "icone dell'arte del '900 e il pubblico potrà tornare a scoprire il lungo percorso compiuto da Carlo Carrà, protagonista dei grandi movimenti delle avanguardie italiane e interprete di un nuovo linguaggio altamente narrativo e di grande suggestione".
Molto bello il catalogo-volume "Carlo Carrà 1881-1966", a cura di Maria Cristina Bandera, edito da 24 ORE Cultura.

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Molto interessante e ben composto è il film documentario "Solo me stesso", prodotto dalla Fondazione Ferrero, per la regia (stupenda!) di Clarita di Giovanni per introdurre il visitatore non solo alla visione delle opere che sta per vedere, ma anche alla storia di quel periodo artistico e a alla vita di Carlo Carrà e dei più grandi interpreti del '900 italiano!
La mostra Carlo Carrà 1881-1966 sarà aperta al pubblico, gratuitamente, dal 27 ottobre 2012 al 27 gennaio 2013, nelle sale della Fondazione Ferrero di Alba (CN).
Ufficio Stampa: Fondazione Ferrero - 
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. 049.663499
Referente Stefania Bertelli 
 

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