Incontri D'Autore

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C'era un tempo in cui credevo in Gesù Bambino e Babbo Natale. Credevo, e questo mi bastava a rendermi felice attendendo che sotto l'Albero di Natale comparissero magicamente i doni richiesti nella "Letterina": la bambola, il teatro dei burattini, i libri delle favole che non sapevo leggere ma quando li aprivo si alzavano castelli di Cenerentola e boschi di Cappuccetto Rosso, i dolcetti sull'albero, la scatola con il mosaico di legno colorato per comporre le casette o cosa vedeva la mia fantasia.

Piano piano il tempo ha mutato i desideri e sotto l'Albero chiedevo di trovare il "Gioco dell'oca", quello della "Dama" e la "Tombola" per giocare con mamma e papà, il piccolo piano su cui "fare tentativi musicali", la bicicletta, l'astuccio con le matite colorate e l'album da colorare, i libri che ora sapevo leggere da sola e le immagini le creava la mia fantasia, i grossi cartoni su cui era disegnata una bambolina e tutti gli accessori da ritagliare per vestirla, l'orsacchiotto di peluche e il gattino che gli "davi la corda" e si muoveva scodinzolando.
Ora non so più cosa chiedere perchè i sogni sono come la rugiada e svaniscono nel Tempo! Le bambole non sono più quelle di una volta, hanno nomi blasonati e si chiamano Barbie, hanno come marito Big Jim, viaggiano su lussuose mini Ferrari e Harley Davidson, vivono in sontuosi palazzi super accessoriati, eppure alla mia vecchia bambola non mancava nulla: la mamma le cuciva i vestitini, io la pettinavo, la coccolavo e le parlavo. Il lettino glielo facevo io perchè era uno dei giochi che preferivo: una scatola delle scarpe, alcuni pezzi di stoffa per lenzuola e cuscini... bastavano per farla felice ed io con lei!

I piccoli di oggi vogliono il computer e i video giochi dove vince chi ammazza più nemici, il cellulare per fotografare, spesso, la loro imbecillità, gli abiti firmati e più sono logori e stracciati più fanno moda, una "moda" che ai nostri tempi se andavi a scuola anche con un rammendo ti vergognavi, e altri giochi che non lasciano più spazio nè alla fantasia nè alla creatività così i bimbi di questa generazione computerizzata crescono tutti uguali, clonati, fotocopiati secondo la pubblicità che li plagia perchè non sanno più pensare da soli.
Già dall'asilo si esprimono come adulti! Indubbiamente intelligenti, ma hanno in bocca parole che non gli appartengono se non per "sentito dire dai grandi e in tv": sono già nati adulti e non hanno conosciuto la nostra gioia di essere stati bambini.
Bimbi che non sanno più sognare come noi e la parola "fantasia" è qualcosa di cui cercano il significato sul vocabolario di... lingua antica. Noi, la generazione delle favole che la mamma ci raccontava, della nostra fantasia che inventava viaggi fantastici e costruiva castelli con le scatole vuote, e loro, la generazione che qualcuno fa nascere per poi rinchiuderli in luoghi che ipocritamente chiama "scuola... materna", depositati come bagagli, e che quando sono a casa si parcheggiano solitari davanti alla televisione che di cose buone ne insegna ben poche: bimbi con cui nessuno più dialoga e racconta favole!
Hanno come mamma la TV, il papà è l'asilo, qualche volta i genitori sono i nonni!
E' Natale: l'Albero di Natale e le luci del presepe illuminavano il cuore, le case si riempivano di allegria e tutti assieme attorno alla grande tavola: i nonni, gli zii con i cuginetti, mamma e papà, i fratellini. Ora le sedie rimangono vuote, chi è sopravvissuto agli anni resta in solitudine e abbandono, qualcuno va ai tropici in cerca di calde acque, di divertimento e spesso compie follie che poi leggi sulle pagine di cronaca dei giornali o vedi nei telegiornali!

Ma c'è stato anche un tempo in cui il nome "austerità" ha spento le luci delle vetrine, degli addobbi delle strade cittadine, nelle case, ma il Natale à ugualmente sopravvissuto nei nostri cuori!
Ed è anche venuto il periodo nero in cui negli asili e nelle scuole era vietato il Presepio, gli addobbi, i canti e le recitazioni natalizie. Anche il Crocifisso veniva... crocifisso una seconda volta gettandolo dalle finestre, calpestandolo, distruggendolo, bruciandolo, mentre la nicchia della Madonna veniva murata, ed io ho provato molta tristezza immaginato una terra che più non riconoscevo essere la mia, una terra senza più storia, nè passato e... dal futuro incerto. Una vita senza la gioia dei bimbi che festanti attendevano l'arrivo di Babbo Natale, un'esistenza vuota senza più il calore di quelle luci, di quelle tradizioni cristiane che nutrivano l'anima e della fede che dava forza e coraggio nell'affrontare le avversità della vita.

Come gli Uomini Grigi di "Momo" qualcuno stava rubando il nostro Tempo. Come nella Terra di Fantasia in "La Storia Infinita" il nulla, il vuoto, il buio, stavano distruggendo la fantasia, i sogni, e senza più fantasia nè sogni tutto avvizzisce e muore!
Ma io e molti altri abbiamo continuato a sognare il "Nostro Natale" e finalmente quest'anno è iniziata la nostra rivolta, stiamo tornado... padroni in casa nostra, e sui muri dov'era rimasto un chiodo e un'impronta di Crocifisso è ricomparso il Cristo, anche da chi... prima non lo voleva! Ed è anche tornata l'atmosfera natalizia: le strade delle città risplendono di luci, le piazze si colorano di Alberi natalizi, le vetrine brillano di mille colori, di Presepi, fili dorati. Nelle scuole e negli asili i bimbi cantano e recitano la nascita di Gesù, le loro piccole dita stringono le statuine mentre assieme ai grandi costruiscono il Presepe: stiamo riprendendoci le nostre tradizioni, il nostro passato, la nostra identità, il "nostro" Natale: bentornato Natale! Lunga vita al Bambino Gesù!
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