Incontri D'Autore

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Camino - Alessandria

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foto Matteo Saraggi

Là dove scorre il grande fiume padano e si incrocia con il rio Dardagna in suolo aleramico, si erge maestoso il possente maniero della nobile casata degli Scarampi, tra i pià antichi e suggestivi del Monferrato.
Siamo in Piemonte, a Camino, sul crinale fra il Po e il rio Dardagna, nel territorio del Basso Monferrato alessandrino dove nell'anno 1010 gli Aleramo fecero costruire il castello.
Le prime tracce di insediamenti abitativi nella zona risalgono al '900 d.C. mentre il toponimo "Camino" compare in un documento del 1151.
Il più antico insediamento è indicato nel secolo X come "Plebs Sancti Laurentii de Cornate", cioè "Cornale".
Gli abitanti, di origine italo-ligure sopravvissero alle invasioni dei Longobardi e alla calata dei Franchi, finchè divennero "libero Comune", quindi feudo dei marchesi del Monferrato nel 1226 e dei marchesi Scarampi dopo l'anno 1300.
Molto suggestiva la vicina chiesetta di S. Gottardo, con affreschi del 400.
Tra i personaggi illustri si segnala la lapide a G. B. Boetti, il "Profeta Mansur", religioso e avventuriero che nel '700 conquistò il Caucaso. Venne poi sconfitto dalla Grande Caterina.
Un aneddoto:Nel 1929, Mussolini dal sagrato della chiesa di S. Lorenzo promise l'Acquedotto del Monferrato, tutt'ora una imponente realtà idrica, e a ricordo della realizzazione dell'opera venne costruita la "Fontana dei 100 Comuni", visibile sulla strada sottostante la chiesa, mentre nell'ingresso del castello una targa ricorda che tra quelle mura vi soggiornà Benito Mussolini.
Tra le frazioni vicine vi è Rocca delle Donne che conserva le tracce di un antico convento soppresso da papa Alessandro IV a causa del degenerare dei costumi delle monache...

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In posizione dominante, dall'alto delle torri del castello si dominava sul Po e sul Monferrato, mentre nelle sue mura trovava rifugio la popolazione durante gli assedi.
Il castello si presenta con atrii, logge, gallerie in stile quattrocentesco, un salone in stile Tudor. Nel piccolo cortile detto "degli scudi araldici", sotto il portichetto, si può vedere il sarcofago di Scarampo Scarampi, morto tragicamente e di cui esiste una inquietante leggenda: Il Castello di Camino fu teatro d'armi e di un episodio accaduto verso il 1400 d.C., tra storia e leggenda, viene raccontato da Matteo Bandello nella sua XIII novella: Le milizie del Governatore Aranite dopo un breve assedio conquistano il castello e Scarampo Scarampi viene condannato a morte e decapitato. Alla notizia la moglie Camilla muore di dolore e da allora "si dice" che i fantasmi dei due sventurati vaghino sulle torri merlate del maniero.

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Matteo Bandello - XIII novella:
"Ma il signor Costantino, non so da qual spirito mosso, come ebbe lette le lettere, fece nel castello istesso tagliar la testa al signor Scarampo".
" Ma torniamo a la signora Camilla, la quale, intendendo questa acerbissima nuova del marito, che ella amava a par de la vita sua, subito udito il messo s'inginocchiò, e pregando Dio che le perdonasse i suoi peccati, lo supplicò che le desse la morte. Mirabilissima cosa certo fu a veder quella bellissima donna, pregando Iddio restar a la presenza dei suoi morta, chè come ebbe detto: "Signor Dio, poi che il mio consorte è morto, non mi lasciar più in vita , se le serrà di modo il core, che, senza far più motto alcuno, cascò in terra. I suoi uomini e donne, credendo che fosse stramortita, se le misero a torno per rivocarle con varii argomenti gli spiriti vitali; ma poi ch'apparve morta a manifesti segni, fu con general pianto e dolor di tutti seppellita".

 

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Molto bello il trittico cinquecentesco nella cappella gentilizia.
In un cortile si nota una lapide che fa ascendere la data della fondazione del feudo al 1010.

Quando la storia si incrocia con la vita di personaggi che fecero essi stessi "la storia" nascono "personaggi" che divennero leggendari, come Anne d'Alencon, marchesa del Monferrato, ed eccomi all'inaugurazione di "Golosaria" che anche in questa località presenta il meglio della produzione enogastronomica della nostra penisola, ma offre anche l'opportunità di scoprire la storia di questa donna straordinaria che per molti anni resse le sorti del Monferrato.
Una sosta nel mondo del cibo, dove nel cortile del castello in enormi forni cuoce la tipica "farinata" e si degustano prodotti enogastronomici, poi mi lascio trasportare dal rullo dei tamburi e salgo la scalinata che conduce nel castello per assistere al duello dei due cavalieri e scoprire la storia del castello Paleologo di Camino insieme ad... Anne D'Alencon con cui rivivremo alcuni momenti significativi della vita di corte di quell'epoca in compagnia di musici, giocolieri, artigiani, dame e cavalieri, nobili e danzatrici, cartomanti maghi e... "Il Magico Brondini".
Oggi le gesta e i fasti di corte rivivono attraverso la rievocazione storica abbinata a "Golosaria" e ad aprire la porta del Tempo è lo studio "Principessa Valentina" di Asti, che si occupa di mostre ed eventi storici, agenzia di spettacolo ed animazione, centro di studi medioevali, inoltre realizza lo studio, la produzione, il noleggio, la vendita e il restauro di costumi ed accessori storici e cinematografici, scenografie, arredi, il tutto riferito a qualsiasi epoca e funzione. Il personale è specializzato anche per stages sul luogo.
http://www.principessavalentina.it/home/

 

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Ultimogenita dei figli legittimi di Renato di Valois, duca d'Alencon, e di Margherita di Lorena-Vaudemont, Anna nasce nel 1492. Dama di La Guerce, un comune francese situato
nella Bretagna, a soli sedici anni, nel 1508 viene data in sposa al giovane Gugliemo IX del
Monferrato, il matrimonio venne celebrato nella chiesa di St. Sauveur di Blois.
Dal 1518 resse il marchesato del Monferrato sino alla morte improvvisa del figlio (1530). Governò dal 1530 al 1533 affiancata dal cognato Gian Giorgio Paleologo e alla sua morte (1533) l'imperatore Carlo V la nominò governatrice del Monferrato.
Ritiratasi a vita privata presso il monastero delle Suore Domenicane di Santa Caterina, Anna muore a Casale Monferrato (AL) nel 1562 poco prima di compiere settanta anni e viene sepolta nel monastero di Santa Maria delle Grazie.


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