C'è tempo fino al 30 giugno per visitare la mostra “Il segreto della luce”, curata da Valentina Bonomo e organizzata dal Parco Archeologico di Ostia Antica con Il Cigno GG Edizioni – in collaborazione con Gelmar.
Sono 18 le opere esposte tra cui spiccano: Visioni Fuggitive, Teatri d’Invenzione, scatti nati da una sessione fotografica a Villa Medici in Roma – serie esposta nel 2012 prima al Museo dell’Ermitage e poi al Museo di Architettura di Mosca –, Roma Dimenticata, serie effettuata ai Fori Romani e Ritratto di Paolo V, immagine scattata in Puglia in omaggio al suo grande amico Paolo Vagheggi.
Gavazzeni utilizza una tecnica fotografica consolidata e ne ha fatto uno strumento personale ed irripetibile. Nel suo operare c'è la tecnologia, ma soprattutto molta manualità. Per Gavazzeni la fotografia, come il quadro è fatta di luce e di spazi. I suoi lavori sono inoltre frutto di una collaborazione con lo stampatore Arrigo Ghini che riesce a stampare proprio con l'occhio della persona con cui lavora.
“Si tratta di 18 immagini prive di ancoraggi geografici e cronologici, sembrano proporre all'osservatore di superare i riferimenti spazio/temporali per affidarsi al messaggio custodito dalla luce cesellata da Carlo Gavazzeni. Una proposta esoterica presentata vicino al marmo di statue, busti e ritratti classici esposti nel Museo Ostiense", ha spiegato Mariarosaria Barbera, direttore del Parco Archeologico di Ostia Antica, "concrete rappresentazioni di soggetti che, a millenni di distanza, continuano a raccontare gesta capaci di plasmare la storia di Roma e del suo porto antico aperto sul Mediterraneo”.
L'artista è molto legato alla città di Roma: "Sono venuto a Roma all'età di 5 anni, per un concerto di mio nonno al Santa Cecilia. Il mio incontro con Roma è stato decisivo, la città eterna e la sua luce mi hanno incantato; ogni secondo brilla di una luce diversa: le luci di Roma sono un’eterna scuola che si può cogliere solo avendo tempo e molta pazienza".