Arte e dintorni

La sede espositiva fa parte dello spazio commerciale del gruppo Würth di Capena, azienda leader in Europa nella distribuzione di utensili, ferramenta e materiali per l’edilizia. Reinold Würth, nato nel 1935, segue l'attività del padre nel settore della ferramenta e diventa in seguito un grande collezionista d’arte, proprietario ad oggi di oltre 17.000 opere di cui 1500 di artisti austriaci. La mostra allestita vuole essere un grande omaggio all'arte mitteleuropea. Sono presenti lungo il percorso espositivo oltre cinquanta opere, tra dipinti, grafiche e sculture da Gustav Klimt, Oscar Kokoschka, fino a Rudolf Ribarz, passando per l’ampia produzione artistica austriaca del XX secolo per arrivare ad esponenti dell’arte contemporanea quali Sigfried Anzinger, Xenia Hausner e Markus Hofer, Erwin Wurm che presenta la sua produzione affermando: “….introduco istanze psicologiche o filosofiche, che sono riconducibili al tempo al luogo in cui sono vissuto e cresciuto…”

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Oskar Kokoschka: “Die Agave - L’agave - The agave” - 1934-37 - olio su tela - Coll. Würth, Inv. 3720 - © Fondation Oskar Kokoschka / VG Bild-Kunst, Bonn 2017

Il titolo della mostra A.E.I.O.U. strizza l’occhio non troppo velatamente al motto mistico a mai chiarito del tutto che l’imperatore Federico III nel XV secolo fece inserire nel suo stemma. Un’interpretazione recente la traduce così: “ Austria Europae Imago Onus Unio” .

Artisti che presero parte alla secessione viennese, all’Arte Club di Vienna per le arti astratte e surrealiste, all’Azionismo Viennese, e al '' Wirklichkeitn'' (le realtà) degli anni '80. Specchio e fardello di un Europa che vede il Paese anche teatro di scandalosi e recenti episodi elettorali. Fatto sta che il contributo apportato alla modernità il sentire austriaco è vastissimo. Nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nella psicoanalisi sono numerose le tracce lasciate dalla cultura austriaca.

La prof. Eva Di Stefano, storica dell'Arte dell’Università di Palermo, trasforma la sala conferenze del centro Würth di Capena in un aula magna, sbrigliando la matassa di filo rosso che tiene unita la Vienna di fine '800 alla modernità ed al contemporaneo. Seguendo l'evoluzione della psiche, mostrando come attraverso l'operato degli artisti l'espressione si separa dalla bellezza, perdendo la sua priorità. La soggettività diviene ansiogena e i valori borghesi che fino ad allora hanno reso progressista la società, si sgretolano e cadendo creano delle voragini nelle personalità degli artisti. Klimt, artista cerniera tra ‘800 e ‘900, sarà anche il primo pittore austriaco ad aprire il tragitto verso il mondo dell'inconscio, dove la giustizia, la medicina e la filosofia sono inghiottite dall'oblio. Le sue figure di donne, gravide, omaggiano la vita ma alle loro spalle si affacciano mostri e figure di morte.

In seguito anche Kokoschka dipinse se stesso nella tela intitolata “Agave” del 1934/37, opera di notevole bellezza che troviamo esposta in mostra, con delle mani grandi e tortuose che rimandavano a istanze angosciose simili a quelle presenti nel suo tempo e anticipatrici dei sanguinosi eventi del secondo conflitto mondiale.

Testimoni degli eventi storicizzati nel tempo sono le opere di Hans Fronius che da bambino assistette all'attentato di Ferdinando Giuseppe, episodio che pose fine all'impero asburgico, che dipinse lo scenario urbano di Sarajevo come un mare in tempesta dove i palazzi del potere somigliano a navi che affondano. Identico messaggio storico/artistico si ritrova nel sunto espressivo proposto nella mostra è interpretato dal manifesto con la raffigurazione del “piccolo cappello del folle” - 1963, da Rudolf Hausner. Il personaggio ritratto è l'artista universale visto con un cappello a forma di barchetta di carta, quale richiamo alla nave dei folli di Bosh. In queste opere l'artista è sempre nel mezzo tra ordine e caos con alle spalle uno scenario surrealista, diviso tra un paesaggio roccioso e un giardino. Fattezze ed espressione apparentemente disgustose, nascondono la tenerezza di quell'artista che è stato trasformato in giullare, in matto ed in eretico. La tematica del tormento continua nel tempo e diviene “azionismo viennese”, il cui esponente di spicco è Nitch, dove la “body art” vive la drammatizzazione violenta corporea, riproponendo performance dal sapore dei riti dionisiaci.

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Rudolf Hausner: Der kleine Narrenhut - Il piccolo cappello del folle- The little fool’s cap1963 - tempera e olio di resina su carta Coll. Würth, Inv. 3382 - © 2017 Anne Hausner

Le tendenze artistiche espresse negli anni contemporanei sono ben interpretate dalle opere di Wurm che, nel 1984, con la scultura dal titolo “il riposo della fontana”, gioca ancora su questa oscillazione tra instabilità/stabilità e la paura che la soggettività porta con se, mentre Damisch, nel 2011, dipinse nuovamente degli elementi decorativi che ricordano le pitture di Klimt e l’importante movimento delle secessione viennese.

Una mostra da non perdere, dove la brutalità dell'angoscia viene trasformata in sgargianti colori e forme inaspettate. L'arte è davvero in grado di risolvere molti drammi dell'esistenza umana ! “Le cose belle, come l'arte, arricchiscono la nostra vita, aprono la mente, promuovono la creatività” e ancora “L'arte e la cultura servono ad arricchire l'ambiente di lavoro.” Frasi pronunciate dal signor Würth e divenute la sua politica culturale ed aziendale. I centri Würth, dislocati in 9 Paesi europei, sono promotori di attività culturali come concerti, concorsi letterali e musicali, attività didattiche, proiezioni, incontri con gli artisti, dal 1991 anno in cui apre lo spazio espositivo nella casa madre ad Kunzelsau-Gaisbach in Germania. Significative sono le architetture delle sedi aziendali che seguono le moderne logiche estetico-funzionali.

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Alfred Haberpointner: “Ohne Titel (Bleischuhe) - Senza titolo (scarpe di piombo) - Untitled (Lead shoes) - 2001-2002 - Coll. Würth, Inv. 7607 - © VG Bild-Kunst, Bonn 2017

Un altro polo molto importante è nella città di Salisburgo, dove il Prof. Wurth ha la sua seconda residenza, e dove gli viene assegnato nel 2015 il prestigioso riconoscimento “ring” per il sostegno da lui offerto alla città. Qui ha dato vita al “walk of modern art”, un percorso di opere d’arte contemporanee all'interno di un area verde della città. Inoltre ha realizzato il Parco delle sculture presso la sede dell’American-Austrian Foundation. Di non minore interesse sono le attività volte alla salvaguardia del patrimonio artistico. Il Gruppo Würth nel 2003 avviò, in collaborazione con la Regione Sicilia, i lavori di restauro della Cappella Palatina presso il Palazzo dei Normanni a Palermo. Al termine, nell’anno 2008, questo monumento venne dichiarato “ simbolo di pace e convivenza tra i popoli”. L'intreccio di stili: bizantino, islamico e normanno presenti nel palazzo di Ruggero II, costruito nel 1390, hanno unito popoli di religioni diverse assumendo valori universali. La sede divenne patrimonio dell'Unesco nel 2011.

Presso l’Arte Forum dal 23 marzo 2017, dalle ore 17,30 alle 19,00, ci saranno una serie d’incontri che dibatteranno temi tra arte e letteratura, vicende storiche significative e figure di promotori dell’arte contemporanea, il tutto accompagnato da un’ottima tazza di tè. La partecipazione è gratuita. Per contatti e informazioni inviare una e.mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

INFO: Capena (Roma), Art Forum Wurth, Viale della Buona Fortuna, 2. Loc. Scorano, 00060. Fino al 26.01.2019. Ingresso gratuito, orari di apertura al pubblico: lunedì-sabato 10.00-17.00, festivi e domenica chiuso. Info tel. 06 90103800 - Fax 06 90386200 - e mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – sito web www.artforumwuerth.it

Con la collaborazione di Giorgia Lattanzi


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