Arte e dintorni

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E’ stata preceduta da una live Performance al Teatro Casa Manfredi di Roma il giovedì 21 marzo 2024 l’apertura della mostra "Alfabeto OBIC. Mangiare l'arte, contemplare il cibo" inaugurata Venerdì 22 marzo 2024 presso la Galleria Micro Arti Visive di Roma. La mostra, curata da Anna Paola Lo Presti, food manager project, affiancata da Gianluca Marziani per la parte storico-critica del progetto e la selezione delle opere e degli artisti per il volume e per la mostra, intende presentare un rivoluzionario progetto culturale, editoriale ed espositivo che crea una nuova dimensione dell'opera d'arte, una nuova codifica inaspettata per lo spettatore.
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L'arte e il cibo, binomio che rappresenta un patrimonio di idee tutto italiano, trovano spazio in OBIC, dove si sperimenta la relazione tra chef e artisti, tra ricette e opere, in una piattaforma inusuale dove il cibo diventa arte e l'arte si trasforma in esperienza culinaria.

Nell'intersezione tra arte e cibo, è importante ricordare che tradizionalmente i pittori del passato componevano i loro colori utilizzando sostanze organiche, come il bianco dell'uovo di Giotto. Queste materie organiche, visibili attraverso la fluorescenza, rivelano l'opera anche quando il colore è svanito.

Gli alchimisti di questi due mondi, con i loro segreti e legami, crearono fusioni liquide tra il pensiero metafisico dell'arte e la natura corporea del cibo. OBIC elabora questo complesso dialogo in modo innovativo, esteticamente elevato e concettualmente profondo.

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Alla live Performance del 21 marzo erano presenti gli artisti Roberto Giacomucci, Giulio Marchetti e Mario Ricci, Giorgia Proia, pastry chef, e Luciano Monosilio, chef e pasta Ambassador.

Nel presentare il progetto OBIC la curatrice Anna Paola Lo Presti ha dichiarato: “L’opera d’arte, si sa, possiede un’anima, una dimensione interiore che è l’anello di congiunzione tra la sua radice estetica e poetica e l’indissolubile legame con la mano di chi l’ha creata. OBIC è alla ricerca di quest’anima, da toccare e mettere in trasparenza attraverso la ricomposizione del gusto dell’opera. Rendere visibile l’anima dell’opera e gustarla, perché mai fatto prima, è il concept di OBIC. Catturare l’anima, anche connaturata nella forma e nei colori che la compongono, e renderla tangibile attraverso lo scatto fotografico, è il compimento del progetto”.

E ha poi così continuato: “Quando osserviamo un’opera d’arte non dobbiamo fermarci esclusivamente all’aspetto visivo, alla lettura poetica o storica o alla mera superficie della stessa. L’opera d’arte penetra lo spettatore attraverso molti codici sensoriali, e lo fa anche attraverso il gusto e l’impronta olfattiva che la compongono. Ciò significa che si può mangiare un’opera d’arte? In un certo senso sì, se ne può mangiare l’anima se attraverso la sua composizione si può leggere il codice gustativo e da questo trarne una ricetta che, eseguita, ci consente di sentire letteralmente il gusto dell’opera, sia di un’opera specifica sia dell’opera universale di un artista”.

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La performance live ha raccontava al pubblico il progetto OBIC. Nelle opere di Roberto Giacomucci, Giulio Marchetti e Mario Ricci Anna Paola Lo Presti ha interpretato il "Codice OBIC" per creare ricette inedite e dedicate. Nella presentazione ha dominato il centro della sala un grande tavolo di 15 metri, allestito dalla curatrice. Questa "mise en place" rifletteva le peculiarità sensoriali delle opere, permettendo al pubblico di sperimentare direttamente il Codice OBIC insito in ognuna di esse. Il gusto delle opere in mostra è stato interpretato da Giorgia Proia e Luciano Monosilio che hanno realizzato le ricette la Parmigiana di Melanzana contemporanea senza cottura per Giulio Marchetti, le Fettuccine di pasta ai due colori per Roberto Giacomucci e i Fiocchi di cioccolata per Mario Ricci.

Una performance che non trasforma solo colori e composizione in cibo, ma per ciascuna opera affronta la filosofia, il messaggio e il valore che trasmette. Così, la Parmigiana dedicata a Giulio Marchetti invita il pubblico alla tavola di Man Ray e coinvolge e omaggia personaggi illustri, affrontando il tema dell’assenza mentre le fettuccine codificate nelle opere di Roberto Giacomucci rendono tangibile l’amalgama e l’intreccio dei colori che si impastano tra di loro; i fiocchi di cioccolata creati per Mario Ricci hanno il sapore del gusto nascosto che affiora in bocca così come l’oggetto nascosto si svela agli occhi dell’osservatore nelle sue opere.

La mostra presenta opere di Roberto Giacomucci, Giulio Marchetti e Mario Ricci, oltre a una serie di opere fotografiche della OBIC photo collection di cui tre inedite realizzate appositamente per l’evento.

INFO:
La mostra resterà aperta fino al 24 aprile 2024 presso la GALLERIA MICRO ARTI VISIVE, Viale Mazzini 1, Roma con ingresso gratuito.

www.obicart.it 


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