Palati Raffinati

al bernini bristol di roma il sina chefs cup contest 01

Si è svolta al ristorante Il Vizio del Sina Bernini Bristol di Roma la penultima tappa dell’ottava edizione della Sina Chefs’ Cup Contest: la sfida itinerante in sette tappe fra chef stellati sul tema del viaggio. Ogni tappa, in diverse città italiane, ha visto protagonista una coppia di chef stellati. Le altre tappe, svoltesi sempre in strutture Sina Hotels, sono state Perugia, Viareggio, Romano Cenedese (Torino), Venezia e Firenze. La finale si terrà l’8 novembre al Sina de La Ville di Milano.

Come le volte precedenti, anche a Roma la serata ha visto protagonisti una coppia di chef e una giuria composta da tre esperti del settore (Sabino Fabio Cirulli giornalista di Italia a Tavola, Antonio Ungaro, giornalista del magazine Gusto Sano e Guido Scialpi, del Giornale dei Distillatori).

All’opera, nella cena a quattro mani, gli chefs Luigi Lionetti del ristorante Le Monzù dell’Hotel Punta Tragara (Capri) e Giovanni Vanacore di Palazzo Alvino (Ravello) che hanno realizzato due piatti frutto di loro esperienze di viaggio, rispettivamente “Bon Bon di Gamberi su zuppa di olive verdi di Nocellara, mandorla e limone candito” e “Un salto negli Emirati Arabi: l’Agnello”. Completavano la cena due proposte dello chef resident, Andrea Marella: un riso carnaroli cacio e pepe, animelle, cocco e finger lime e un dessert, nocciola e lampone su terra caprese.

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Come ha spiegato Luigi Lionetti nella presentazione del suo piatto, questo è nato da un viaggio compiuto da lui in Sicilia. Luigi, amante da sempre di quei luoghi che hanno affinità con Capri, suo luogo di origine, in Sicilia ha scoperto le olive di Nocellara del Belice, le mandorle di Noto e i limoni siciliani, ingredienti che ha combinato per esaltare i gamberi di Mazara del Vallo. Il risultato è un piatto fantastico, dal sapore delicato ma che esalta i sapori della terra di Sicilia.

Diverso il percorso di Giovanni Vanacore: il suo piatto, l’agnello, è nato da un viaggio fatto dallo chef negli Emirati Arabi durante il quale ha potuto sperimentare i vari modi in cui gli arabi cucinano l’agnello, protagonista di numerose ricette. Tornato a casa ha elaborato una sua ricetta che si basa sull’agnello di razza Laticauda, un agnello di origine campana allevato allo stato semi-brado e presidio Slow Food. Fornisce una carne priva dell’odore caratteristico degli ovini, e per questo è più delicata e morbida.

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I due chef hanno giudicato l’esperienza di cucinare assieme divertente e una buona occasione per condividere saperi e sapori con i colleghi.

Punteggio finale: 95/100, basato su bontà del piatto, estetica, rapporto qualità prezzo, aderenza al tema scelto, gioco di squadra. Prossimo appuntamento l’8 novembre al Sina de La Ville di Milano per la finalissima.

Foto: archivio


archivio

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