La cucina del territorio non è soltanto un valore identitario e culturale ma anche un formidabile strumento di soft power.
Non a caso sono tanti i Paesi nel mondo che fanno leva sulla cucina e dunque sulla ristorazione per accrescere la loro capacità attrattiva nei riguardi dei flussi turistici internazionali.
Da queste premesse nasce il progetto “Ristorante Tipico” promosso da Fipe Confcommercio Roma grazie al contributo della Camera di Commercio di Roma, con l’obiettivo di rilanciare e valorizzare la cucina “romanesca”. Agile nella struttura e innovativo per l’utilizzo delle tecnologie digitali, è finalizzato a garantire i ristoranti che valorizzano la vera cucina romanesca.
L’iniziativa intende dare una nuova spinta al comparto della ristorazione, particolarmente colpito dalla pandemia Covid 19, offrendo opportunità di comunicazione e di rilancio nel mercato nazionale ed internazionale ai ristoranti romani e al brand di Roma. Si fonda su quattro pilastri:
AUTENTICITÀ Nella cucina romanesca ci sono almeno 20 piatti che sono espressione della cultura alimentare del territorio e di altrettanti prodotti legati alle produzioni che caratterizzano l’agricoltura locale.
QUALITÀ L’utilizzo di materie prime locali tipiche, il rispetto dei processi di preparazione e finalizzazione, competenza ed esperienza che garantiscono la qualità del piatto finale.
TRASPARENZA La ricetta della cucina romanesca sarà tracciata e raccontata al consumatore. La tracciabilità garantisce l’autenticità del piatto e della filiera, dal campo al piatto, a tutela di un consumo consapevole e di una sicurezza alimentare.
ISTINTIVITÀ Un bollino digitale identificherà la filosofia del progetto (filiere virtuose e trasparenti) e garantirà una riconoscibilità a livello nazionale ed internazionale.
Il 31 marzo 2022 presso il ristorante Angelino ai Fori a due passi dal Colosseo alla presenza di Pier Andrea Chevallard, commissario straordinario di Confcommercio Roma, Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma, Sergio Paolantoni, presidente di Fipe Confcommercio Roma, Luciano Sbraga, vice direttore di Fipe Confcommercio Roma, Monica Lucarelli, assessora alle attività produttive e pari opportunità di Roma Capitale e Alessandro Onorato, assessore ai Grandi eventi, sport e turismo di Roma Capitale, sono stati presentati alla stampa i ristoranti che hanno ottenuto il riconoscimento di “Ristorante Tipico Romanesco”. L’iniziativa è promossa da Fipe Confcommercio Roma, grazie al contributo della Camera di Commercio di Roma.
I requisiti che un ristorante deve soddisfare per ottenere il riconoscimento di ristorante tipico romanesco dalla Fipe Confcommercio Roma sono i seguenti: Il menù deve presentare un numero minimo di piatti della cucina romana con almeno 3 antipasti, 5 primi, 5 secondi, 3 contorni, 3 dessert, e si devono anche utilizzare prodotti tradizionali e a marchio Dop, Igp e Sgt della regione Lazio.
“Oggi si parla di qualità della cucina tipica romanesca. Grazie a un progetto approvato dalla Camera di commercio di Roma e da Confcommercio e con il sostegno di Fipe abbiamo creato una commissione per dare dei criteri di valutazione ai ristoranti che si vantano di essere tipici romaneschi” ha dichiarato il presidente il Fipe Confcommercio Roma Sergio Paolantoni a margine della presentazione dei primi 33 ristoranti certificati.
“La cucina romanesca è una cosa seria, non è una cucina improvvisata, è della nostra tradizione e quindi va mantenuta e tutelata. E’ un progetto per il futuro ad alto contenuto innovativo. E’ la volontà dei ristoratori romani che valorizzano la tradizione, la qualità, l’autenticità di mettersi insieme per creare uno strumento per tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla cucina romana”, ha continuato il commissario straordinario di Confcommercio Roma Pier Andrea Chevallard. “E’ un grande e bellissimo progetto che mostra la volontà dei ristoratori romani di superare la crisi, di pensare al futuro e a nuove iniziative di rilancio”.
“Questa è la Roma che riparte. Abbiamo avuto una stagione difficilissima, quella del Covid, adesso dobbiamo ripartire migliori di come eravamo prima della pandemia”, ha affermato il presidente della Camera di commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti. “Uno degli elementi più importanti della nostra città è il cibo, e i ristoratori sono i guardiani del cibo italiano. I turisti vogliono venire a Roma a vedere i nostri monumenti, conoscere la nostra cultura, i nostri spettacoli ma vogliono anche mangiare da noi. Mettere insieme i ristoratori che valorizzano il grande patrimonio che noi abbiamo nella cucina romanesca creata nei secoli è l’obiettivo dell’iniziativa di oggi e noi come Camera di commercio la sosteniamo”.
La piattaforma digitale Ristorante tipico romano è stata sviluppata dalla start up innovativa romana “pOsti”, specializzata nelle tecnologie emergenti applicate alla ristorazione e all’agrifoodtech, tra le quali blockchain, nft e metaverso. La piattaforma sfrutta la potenza della blockchain come strumento di notarizzazione per garantire sia il processo di adesione dei ristoratori al disciplinare definito da Fipe e la compliance ai criteri di valutazione verificati da 7 commissari chiamati ad assegnare un indice di romanità del ristorante.
Lo scopo del progetto, oltre a quello più generale di rilancio e di digitalizzazione del comparto, è quello di favorire la conoscenza, la diffusione e la promozione di una cucina tipica anche in termini di consumo consapevole e di sicurezza alimentare, che favorisca una vera e propria salvaguardia del made in Italy e dei prodotti legati al territorio.
“Si deve investire sulla qualità”, ha affermato l’assessore capitolino al Turismo Alessandro Onorato. “Il food è uno dei due asset fondamentali per rilanciare il turismo di Roma insieme al patrimonio archeologico e dobbiamo valorizzarlo per rendere questa città ancora più attraente”. “La pandemia ce lo ha insegnato: da soli non si va da nessuna parte. Oggi dobbiamo sforzarci come amministrazione di portare innovazione e proposte al territorio”, ha concluso l’assessora alle Attività produttive di Roma Monica Lucarelli. “Le imprese sono quelle che generano pil e dobbiamo sostenerle. Noi siamo ciò che mangiamo e lavorare su una ristorazione di qualità è fondamentale”.
Foto: ©archivio TdV