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Speciale CARNEVALE

CARNEVALE

Sicuramente il nome deriva dal latino medioevale "carne levare", ossia "togliere la carne" dalla dieta quotidiana, in osservanza del divieto della religione cattolica di mangiare carne durante i quaranta giorni che precedono la Pasqua, definiti il tempo di "Quaresima".

Il Carnevale è quindi il periodo durante il quale è permesso ogni tipo di divertimento. Deriva probabilmente da antiche feste religiose pagane, in cui si faceva uso delle maschere per allontanare gli spiriti maligni. Nell'antica Roma erano i "Baccanali", e i "Saturnali", un periodo tra il vecchio e il nuovo anno in cui era lecito fare ciò che durante l'anno non si poteva fare mascherandosi, facendo scherzi a tutti, e burlandosi di tutto. Con il sopraggiungere del Cristianesimo queste feste rimasero semplicemente come forme di divertimento popolare. Sopraggiunto il Rinascimento si iniziò a festeggiare il Carnevale anche nelle corti, con modi più raffinati che coinvolgevano il teatro, la danza e la musica.

Con date variabili a seconda dei luoghi inizia tra Capodanno e l'Epifania, e si conclude il giorno di martedì grasso, che precede il mercoledì delle Ceneri, primo giorno di Quaresima. I giorni "grassi", che vanno dal giovedì al martedì grasso, sono quelli maggiormente festeggiati con balli, sfilate di carri allegorici , corsi mascherati e travestimenti di ogni genere.

LE MASCHERE

Pulcinella, tipica maschera napoletana simbolo del dolce far niente; veste con camicia e pantalone bianco e una una mascherina nera sugli occhi.

Arlecchino, maschera originaria di Bergamo e divenuta poi veneziana, con il tipico costume a rombi multicolori; servo apparentemente sciocco e loquace, ma in realtà astuto e simpatico, sempre in lite con il suo padrone. 

Pantalone, vecchio mercante veneziano testardo e brontolone, attaccattissimo al denaro; indossa mantello nero e cuffia e pantofole ai piedi.

Dott. Balanzone, maschera tipica di Bologna, avvocato saccente e ciarliero.

Colombina
, maschera veneziana femminile, è la fidanzata di Arlecchino ed è la serva furba e chiacchierona.

Gianduia è la maschera di Torino. Indossa in testa un tricorno e la parrucca con il codino. Ha un costume di panno color marrone, bordato di rosso, con un panciotto giallo e le calze rosse. Sul collo porta un fiocco verde oliva e un ombrello sempre dello stesso colore. Ha le scarpe di color nero e i calzini rossi. E' un galantuomo e gaudente campagnolo cui piace il vino, l'allegria e la vivacità paesana. Ha sempre in mano una duja (boccale di legno) pieno di buon vino generoso con la quale brinda in allegria con tutti. Il nome Gianduia deriva dall'abbreviazione di Gian d'la duja, letteralmente: Giovanni della duja.
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I DOLCI

A Carnevale il ricordo delle tradizioni agricole e alimentari è ancora vivo da Nord a Sud del Paese. Berlingozzi e Cenci in Toscana, Cicerchiata in Abruzzo, Brugnolus e Orillettas in Sardegna, Galani in Veneto, Sfrappole in Emilia Romagna, Bugie in Liguria, Chiacchiere in Basilicata, Struffoli e Sanguinaccio in Campania, Crostoli in Friuli, Frappe e Castagnole nel Lazio, Pignolata in bianco e nero in Sicilia e Grostoi in Trentino, sono infatti solo alcune delle centinaia di specialità gastronomiche regionali che vengono riscoperte durante il periodo di carnevale e che sono testimoni di profondi valori culturali, alimentari e religiosi.

I DOLCI DI CARNEVALE NELLE REGIONI D'ITALIA

Abruzzo: Cicerchiata, gnocchetti grandi come ceci, fritti, guarniti con zucchero caramellato e miele e decorati con i canditi e confettini.
Basilicata:
Chiacchiere, nastri di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo torta da sanguinaccio, taralli al naspro, zucchero caramellato
Calabria: Pignolata, piccole sfere di pasta dolce, fritte in olio di oliva e unite tra di loro dal miele e Chiacchiere
Campania: Struffoli, palline con zucchero, miele e frutta candita, fritti e guarniti con confettini colorati, Zeppole, Sanguinaccio, crostata con sangue di maiale e cioccolato e Migliaccio, dolce fatto con la pasta ( in genere i cappellini), uova, farina, burro ed aroma di millefiore.
Emilia-Romagna: Sfrappole e Lasagnette, tagliatelle dolci fritte bagnate con succo di arancia e cosparse di zucchero a velo
Friuli-Venezia Giulia: Crostoli, le frittelle e le castagnole
Lazio: Frappe fritte o al forno e castagnole gustose e morbide palline di pasta fritta riempite di ricotta o crema pasticciera
Liguria: Bugie nastri di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo
Lombardia: Tortelli, dolci morbidi fritti cosparsi di zucchero e cannella o farciti con crema o con uvetta
Marche: Scroccafusi, palline di pasta con cannella e scorza di limone prima lessate in acqua bollente e poi fritte. Spolverati di zucchero e bagnati con alchermes
Molise: Scorpelle, dolcetti ricoperti di miele e Struffoli
Piemonte: Bugie, rombi o nastri fritti
Puglia: Chiacchiere e frittelle
Sardegna: Brugnolus, a base di farina, uova e purea di patate, fritti e avvolti nello zucchero e Orillettas, listarelle di pasta intrecciate, fritte e ricoperte di miele
Sicilia: Pignolata dolce metà bianco e metà nero composto da pezzettini di pasta fritti e ricoperti da glassa al limone o cioccolata e Fravioli, ravioli fritti con crema o ricotta
Toscana: Berlingozzi, Ciambelle e Cenci, nastri di sfoglia fritti
Trentino: Grostoi, nastri di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo
Umbria: Frappe e Struffoli, bastoncini con zucchero, miele, frutta candita fritti e guarniti con confettini colorati
Valle d'Aosta: Bugie, Tortelli con uva sultanina ammorbidita nel rum e ricoperti di zucchero e panzerotti alla marmellata
Veneto: Galani o Crostoli, strisce quadrate o rettangolari fritte, castagnole, bocconcini fritti e frittelle, 'vuote', oppure ripiene di crema o di zabaglione.

LE TRADIZIONI

In alcune zone italiane le tradizioni di questo periodo sono estremamente particolari. A Lavello (Basilicata), per esempio, si da vita alle "Mascherate" in cui nugoli di giovani mascherati, con i più disparati strumenti musicali girano per le feste casalinghe chiedendo di intrecciare danze tipiche con gli invitati della festa. Gli ospiti sono accolti sempre con grande entusiasmo che viene loro dimostrato con l'offerta di piatti tipici dei Carnevale e la concessione dell'inizio della danza. Anche per i bambini in Basilicata, il legame con la tradizione è molto forte, nei giorni di carnevale, infatti, girando per le case propongono il rito del "Patat e pataticch" con cui, recitando una divertente filastrocca si chiedono dolci ed altre golosità. Originalissimo è anche il tradizionale Carnevale di Sappada (Belluno) durante il quale i questuanti indossando una maschera di legno bussano alle porte e ricevono in dono una shotte knelle, una piccola ricotta. Il personaggio tipico della festa è il Ròllate vestito con buffi pantaloni fatti con la tela usata per coprire le pecore cerca di scacciare, con colpi di scopa, il gelo invernale per dare il benvenuto al tepore primaverile. Ancora a Muggia (Friuli), l'ultimo giorno di carnevale, si svolge il tradizionale "Ballo della Verdura" durante il quale donne e uomini danzano indossando ghirlande di verdure. Sempre a Muggia, l'antica tradizione "Tutti a Ovi", in cui, dopo aver fatto la questua di uova, in un padellone al centro della piazza si fa in una "Mega fritaia" di 40 metri di che viene offerta a tutti i partecipanti.

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a cura di Marina Cioccoloni

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