Eventi

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LA CITTA'

La storia di Fano è strettamente legata a quella della via Flaminia, che rappresentò per millenni la via terrestre più agevole per trasportare merci e truppe tra Roma e la pianura padana. La battaglia del Metauro con la morte di Asdrubale, "il dado è tratto" sul Rubicone, le sanguinose guerre gotiche nell'alto medioevo sono solo alcune pagine di storia che hanno come teatro il territorio tra l'Adriatico ed i valichi appenninici della Flaminia. La "colonia Julia Fanestri", creata da Augusto su preesistenti insediamenti etruschi è quindi la prima città sull'Adriatico che si incontra venendo da Roma.

Augusto dota Fanum Fortunae (la città riprende il nome dal tempio della Fortuna) di una cinta muraria e di una porta celebrativa. In quegli anni è documentata la presenza di Vitruvio a Fano, che viene dotata anche di un teatro, di un anfiteatro, di terme e di una basilica.

Il medio evo, dopo le devastanti guerre gotiche vede Fano far parte del ducato di Pentapoli, poi libero comune e quindi signoria sotto i Malatesta che ampliano la cinta muraria al di fuori dell'antico perimetro romano. Assediati da Federico Duca di Montefeltro, che con una delle prime azioni di artiglieria abbattè, dopo quasi 1500 anni, la parte sommitale dell'Arco di Augusto, i Malatesta accettano di lasciare Fano a condizione che non cada sotto Urbino. Fano diviene così "parte della chiesa" circondata dai territori dei Montefeltro e poi dei Della Rovere.
Resterà "parte della chiesa", con la breve parentesi napoleonica, fino all'Unità d'Italia.

Oggi Fano è la terza città delle Marche, con attività economiche molto diversificate che vanno dall'agricoltura, alla pesca, al turismo, fino alla piccola e media industria che ha nella cantieristica ed in particolare nell'allestimento di yacht il suo settore di punta.
Negli ultimi anni un'imponente campagna di restauri ha portato al recupero e alla valorizzazione di una città d'arte in cui un gran numero di insigni monumenti di tutte le epoche si elevano su una forte e non cancellata impronta romana.
Questo centro storico diviene scenografia di un Carnevale che riunisce in un'unica kermesse satirica miti ancestrali, riti medievali e temi di attualità.


IL CARNEVALE

Il Carnevale di Fano è considerato il più antico d'Italia. Affonda infatti le sue radici, almeno secondo la leggenda, nell'episodio della riconciliazione delle due più importanti famiglie cittadine di allora: i Del Cassero e i Da Carignano.
Le prime attestazioni scritte relative al Carnevale risalgono al 1347, ma già nel 1450 si trova notizia di un Palio disputato con cavalli ed asini, al termine del quale il vincitore festeggiava lanciando verso gli spettatori delle offelle al miele. Un gesto simbolico, quello del getto, che nel tempo si è trasformato, sino a diventare una vera battaglia combattuta con gli spettatori presenti alle sfilate dei carri, a colpi di cioccolato.
Dall'epoca medievale in poi, il Carnevale di Fano è andato caratterizzandosi in modo specifico. A fine Ottocento venivano già organizzate sfilate a piedi e con carri. Ma solo nel 1887 si decise di rendere costante questa usanza, attraverso la creazione di un comitato incaricato dell'organizzazione dell'evento.
Si arriva fino ai giorni nostri, quando dal 2003 alle tradizionali sfilate dei carri, che richiamano oltre centomila spettatori, si è affiancato un momento più "rituale", l'evento spettacolo ideato da Dario Fo che si snoda in tre giornate tra la riva del mare ed i luoghi più suggestivi dello splendido centro storico di Fano.
Il tema del "rovesciamento" dei ruoli tipico del carnevale si gioca consegnando l'intera città ai bambini.
Il "manifesto" del Carnevale di Fano dipinto da Dario Fo dispone in un'unica ideale piazza festosa due edifici di Fano (il medievale palazzo del podestà, oggi sede del Teatro della Fortuna e la rinascimentale loggia di San Michele) ed alcuni edifici di Piazza San Marco a Venezia, legando due città-simbolo del Carnevale che ebbero forti legami durante tutto il medio evo.

LE SFILATE

Tradizionali e frequentatissime, le sfilate dei carri allegorici del Carnevale di Fano uniscono al fascino dell'arte dei maestri carristi e delle loro grandi macchine colorate suggestioni uniche quali il "getto" di dolciumi, ed il "giro della luminaria".

I CARRI

Veri e propri palcoscenici mobili, sono ardite macchine teatrali semoventi decorate dai maestri cartapestai con scene e personaggi ispirati al costume ed all'attualità. Non è azzardato affermare che l'arte dei carristi, tramandata e rinnovata di generazione in generazione, affondi le sue radici nella grande tradizione degli scenografi fanesi che ha la sua massima espressione in Giacomo Torelli, vero rivoluzionatore di questa tecnica alla corte del Re Sole.
Il "giro della luminaria", unico nel suo genere, si svolge dopo il tramonto offrendo una festa di luci e colori che si snoda per i 2 KM di percorso, creando giochi di ombre irreali e fantastiche.

IL GETTO

Del getto di dolciumi durante le feste carnevalesche di Fano si hanno notizie scritte già dal 1450. Una tradizione che è divenuta un simbolo del Carnevale di Fano. Il lancio di confetti come auspicio di fertilità e prosperità è alle radici di questa peculiare usanza, che quest'anno trova eco anche nella rappresentazione del mito di Core, figlia di Cerere, dea della fecondità della terra. Durante il "giro del getto" dai carri e dalle tribune vengono lanciate tonnellate di dolciumi, un getto allegro e generoso, che appassiona il pubblico in una divertente gara a chi raccoglie più caramelle, cioccolate, torroni, etc.
Per questo il Carnevale di Fano è considerato il più dolce d'Italia!

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I LUOGHI DEL CARNEVALE

Piazza XX Settembre- Palazzo della Ragione - Teatro della Fortuna - Corte Malatestiana
La piazza medievale di Fano sorge in luogo diverso dall'antico foro romano ed è dedicata a quel XX Settembre che segnò la fine del regno della Chiesa, cui la città appartenne per quasi 4 secoli. E' nella piazza che appare, scorazza, viene processato e scompare il pupo Gargantua, vero mattatore del Carnevale fanese.
Sulla piazza, che ospita una seicentesca Fontana della Fortuna a cui un recente restauro ha ridato suggestivi effetti policromi, si affacciano due edifici che diventano scenografia del Carnevale.
Il Palazzo della Ragione, di origini medievali, fu fin dal '600 adibito a teatro, con l'intervento di un geniale scenografo fanese, quel Giacomo Torelli che lavorò per lungo tempo alla corte del Re Sole e che innovò profondamente l'arte della scenografia.
La Corte malatestiana, oggi sede del museo e della pinacoteca, offre le sue snelle forme rinascimentali, lo scalone, le logge e le preziose bifore in cotto come scenografia ideale per rappresentare storie carnevalesche di cortigiani e di re.

Arco d'Augusto - bastione del Nuti - Porta Maggiore
E' in questo spazio, in cui si affacciano e sovrappongono 2000 anni di storia, che si celebra il rito della svestizione, con la consegna della città al Carnevale ed il rovesciamento dell'ordine costituito.
La porta augustea, ultimata nell'anno 9 dell'era cristiana, si apre sulla cinta muraria romana che è rimasta in gran parte conservata.
Addossati all'Arco di Augusto sorgono il complesso rinascimentale di San Michele, dalle eleganti logge, ed il palazzo del "cassero", il torrione che divenne sede della più potente famiglia medievale fanese. Da qui proveniva quel Guido del Cassero che, assieme ad Angiolello dei Da Carignano, l'altra potente famiglia del contado fanese, fu assassinato dai sicari dei Malatesta nelle acque tra Marche e Romagna, come racconta Dante Alighieri nella divina Commedia, spalancando la città al dominio malatestiano.
Il bastione del Nuti e la Porta Maggiore sono opere, in gran parte rimaneggiate, appartenenti alle nuove mura fatte erigere dai Malatesta, mentre l'interno del bastione del Nuti risente dell'intervento fortemente ispirato alla Romanità realizzato in epoca fascista, con la creazione dei "giardini Roma", conosciuti anche come "Pincio".

Chiostro delle Benedettine
Il convento e chiostro detto "delle benedettine", adiacente la basilica di San Domenico, è stato interamente recuperato a uso civile negli anni '80, mantenendo gli originali sotterranei ed affreschi. Lo spazio del chiostro, molto raccolto, è usato come sede espositiva per la mostra mercato dell'Antiquariato che si svolge ogni seconda domenica del mese e sabato precedente a Fano.

Piazzale Marcolini
Una piazza alberata tra antichi palazzi, dal vago sapore parigino, con una lapide che testimonia il passaggio di Gioacchino Murat, che qui lanciò un inascoltato proclama ai fanesi. Su questa piazza si affaccia l'Istituto Statale d'Arte, una delle fucine da cui escono le opere del Carnevale di Fano.

Piazza Grimaldi
Si tratta di uno degli angoli di Fano in cui lo spirito della ricostruzione postbellica ha fortemente intaccato il tessuto urbanistico del Centro storico, fenomeno certamente molto più marcato nei centri storici di altre città vicine a Fano. Il luogo è stato non casualmente scelto per ambientare una giullarata che si svolge tra una città ed una discarica…

Bastione del Sangallo
Edificato nel '500 sui disegni del Sangallo per difendere la città dagli assalti dei turchi, il bastione è un capolavoro di architettura militare in cui le esigenze difensive non soverchiano la ricerca di armonia delle forme. Uno spettacolare gioco cromatico di mattoni gialli e rossi, che si rifà direttamente alla Domus Aurea di Roma è stato riportato alla luce da un restauro. Con tre piazze d'armi su tre livelli diversi messi in comunicazione da suggestivi camminamenti, il bastione del Sangallo, appena recuperato all'uso pubblico, diviene scenografia prediletta per due giullarate carnevalesche.

Rocca Malatestiana
La fortificazione costruita dai Malatesta a sovrastare il porto ed a chiudere la cinta muraria, per lungo tempo trasformata in carcere, è stata recuperata a uso di spettacoli e manifestazioni fin dagli anni '80. Tra il 2000 ed il 2003 un nuovo intervento di restauro ha ripristinato gran parte della struttura, compresi i camminamenti sommitali ed un bastione edificato dal Sangallo in forma speculare al più imponente bastione dal medesimo costruito nell'altro angolo delle mura lato mare.
L'ampio cortile della rocca diviene la piazza di un mercato duecentesco nelle giullarate carnevalesche.

Saletta Nolfi
Aperto da un anno, questo nuovo spazio espositivo dedicato alle arti figurative è stato allestito nei locali di quella che fu la sagrestia della adiacente chiesa di San Pietro in Valle, autentico capolavoro del barocco marchigiano oggi sede di concerti di organo.

L'evento-spettacolo ideato da Dario Fo: 500 bambini e ragazzi diventano protagonisti del Carnevale

La grandiosità dei carri allegorici del Carnevale di Fano ha portato da decenni le sfilate all'esterno della cinta muraria. Dalla fine degli anni '90 si è tentato di riportare alcuni momenti significativi del Carnevale dentro il centro storico.

Per l'edizione del Carnevale 2003 viene assegnato l'incarico a Dario Fo che "inventa" una straordinaria rappresentazione radicandola profondamente nella storia e nel mito di Fano. La dea Fortuna, simbolo della città, ed il bambino Dioniso, rappresentato in un mosaico di epoca romana a cavallo di una pantera, diventano i simboli di questo nuovo evento carnevalesco, che si fonde con una delle iniziative che caratterizzano la Fano contemporanea: il laboratorio "Città dei Bambini" che da quasi 15 anni è impegnato nel creare una città a misura di bambino.
Il Carnevale di Dario Fo interpreta quindi il "rovesciamento" tipico del Carnevale con la consegna della città ai bambini, che diventano anche i protagonisti dell'azione teatrale.

L'idea di Fo e la sua messa in scena suscita una straordinaria partecipazione popolare che si rinnova ormai ogni anno.
Una città intera lavora al suo Carnevale, da chi dipinge arazzi a chi si prepara a recitare. In azione anche bambini e ragazzi, dalle scuole materne alle superiori. Due bande di 40 elementi, un coro polifonico, un terzetto di musica antica, tre scuola di danza, un quartetto d'archi, un fisarmonicista, un mandolinista ed altri gruppi musicali per una rappresentazione che propone solo musica dal vivo, anche in acrobazia aerea.

Il motto "rider sopra tutto è cosa umana", con cui Rabelais si rivolge ai lettori nel prologo a "Gargantua" e "Pantagruel", rappresenta appieno lo spirito di tutta la manifestazione, che non teme di affrontare in maniera satirica temi anche molto scottanti.

L'ingresso alle sfilate e alle manifestazioni di piazza è gratuito.

Infolinee: 0721.803866 o 0721.820556 www.carnevaledifano.com 

Ufficio stampa: Samuele Sabatini 329.6236574


Gli eventi, le date, i luoghi risultano comunicati dagli Organizzatori delle singole iniziative. Le manifestazioni elencate potrebbero subire delle modifiche delle quali Taccuinodiviaggio.it non si assume la responsabilità.

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