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E’ una Romagna diversa quella che si distende verso l’Appennino, lontano dal clamore delle spiagge lungo la costa. Fatta di borghi che restano fuori dalle rotte turistiche. Un pregio, perchè rimangono intatti. Le strade, che si inerpicano tra le vallate, non sono fatte per turisti frettolosi. Eppure è una Romagna da scoprire, assaporandola poco a poco, viaggiando tra paesini che celano vere meraviglie. Un luogo ideale per chi si muove in camper.

Santa Sofia, Civitella, Bertinoro, Premilcuore, Predappio, ecc. ecc. Un itinerario lungo queste vallate farà scoprire veri gioielli artistici e naturali.

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E’ Forlì il punto di partenza dell’itinerario. Una città che da grande paesone agricolo della Romagna interna oggi è diventata una finestra d’arte a cielo aperto. I portici che costellano il centro cittadino e gli edifici medievali e ottocenteschi si combinano con l’architettura razionalista del Ventennio e ne fanno un museo a cielo aperto. Città del turismo verde, delle terme e dell’enogastronomia è diventata anche città delle grandi mostre. E’ appena terminata ai Musei San Domenico “Ottocento. L’arte dell’Italia fra Hayez e Segantini”, che ha attirato in città oltre 100mila visitatori, e già si lavora alla prossima mostra che debutterà nel 2020. La mostra “Ulisse. L’arte e il mito. Il più grande viaggio mai raccontato da Omero a De Chirico” sarà un concentrato di pezzi archeologici e dipinti, opere medievali e contemporanee.

Da Forlì si sale verso il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campiglia e si arriva a Predappio, paese natale di Benito Mussolini. E' un piccolo paese formato da Predappio Alta (interessante qui il Ristorante "La Vecia Cantena d'la Pre'" con la vecchia cantina negli antichi sotterranei e l'edificio della piazza che ogni tanto ospitava Rachele Mussolini) e un crocevia in basso che Mussolini trasformò nella nuova Predappio di stampo razionalista.

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Ancora una manciata di chilometri e si giunge a Premilcuore. Qui si trova un centro di visita del Parco dove si possono prendere tutte le informazioni per trekking e passeggiate in zona. Un parco attrezzato lungo il fiume, il vecchio mulino Mengozzi in località Fiumicello con le antiche macine ancora funzionanti, l’oratorio del Mogio e la nobile Porta Fiorentina, che, lo dice il nome, era posta sulla strada che scavalcando l’Appennino, portava fino a Firenze. Dalla Torre dell’orologio, che conserva un curioso orologio ad una sola lancetta del 1593 che ancora oggi scandisce il tempo, il grandioso panorama da solo ripaga del viaggio per giungere fin qui.

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Chi vuole può proseguire verso Pontassieve e la Toscana, scavalcando l’Appennino, ma noi questa volta vogliamo scoprire altri angoli di questa Romagna nascosta e tornati indietro deviando per San Zeno ce ne andiamo verso Galeata e Pianetto, dove è appena stata ristrutturata una nuova sala del museo civico “Mons. Domenico Mambrini” ospitato nel vecchio convento di cui si sta attualmente ristrutturando la vecchia torre campanaria che presto verrà aperta al pubblico mentre contemporaneamente si continua a lavorare al vicino insediamento altomedievale che si pensa sia stato una residenza teodoriciana.

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Da Galeata a Santa Sofia il passo è breve e l’accoglienza a cinque stelle in questo tranquillo paesone a 13 km dal confine con la Toscana caratterizzato dal ponte che sovrasta il fiume Bidente e che offre uno scorcio cittadino niente male è assicurata. Le sue apprezzate specialità gastronomiche (chi non conosce la piadina romagnola?) le hanno valso l’iscrizione nell’elenco delle Città Slow. Notevole in paese il Festival degli Artisti di Strada, che anima il centro ogni estate dal 13 al 15 agosto.

Da segnalare la visita alla Galleria d’arte intitolata a Vero Stoppioni, inaugurata nel 1990 per ospitare le opere raccolte durante le varie edizioni del Premio Campigna. La Galleria ospita numerose opere realizzate da Mattia Moreni e in particolare la grande “Mistura” (1976-1984), costituita da una parte convessa con materiali incollati e deformati attraverso l’utilizzo di una colla usata per i caccia mirage, l’araldite, ed una parte concava in cui è si erge maestoso e severo “Il Narciso” o “Mister Chimica”, un calco a mezzo busto dell’artista stesso, che partecipò a varie edizioni del Premio Campigna e amava passare lunghi periodi a Santa Sofia.

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A Santa Sofia merita fare sosta al laboratorio “Peromatto” (www.peromatto.com), dove Giulia e Antonio portano avanti la tradizione dei teli stampati. Sono solo 10 le stamperie tradizionali rimaste in tutta la Romagna e Giulia e Antonio hanno raccolto la sfida di continuare questa bella tradizione che rischia di scomparire.

Superata Civitella e la sede della cantina di eccellenza Podere dal Nespoli (www.poderidalnespoli.com) che dal 1929 produce vini di qualità ed ha appena festeggiato i 90 anni di vita, si scende a Bertinoro, soprannominato “Il balcone della Romagna”. Appollaiato com’è sulle colline che sovrastano il mare dalla piazza del comune offre una panoramica grandiosa sulla costa da Ravenna fino a Rimini e oltre.

Il paese, famoso per i vini, presso l’Ufficio Turistico ospita la sede della Riserva Storica del Sangiovese, che insieme all’Albana e il Pagadebit è il vino tipico della zona. Testimone ne è la Cantina Campo del Sole, avveniristica cantina di Bertinoro dove si producono vini di eccellenza. Interessante sapere che il vino Albana è stato il primo vino bianco d’Italia ad ottenere la DOCG nel lontano 1978.

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Bertinoro ha una lunga tradizione di ospitalità. Al centro della piazza la colonna dell’ospitalità è il cuore della Festa omonima che si tiene ogni anno la prima domenica di settembre. Nel medioevo, in un mondo senza internet, TV e cellulari, le notizie viaggiavano con i pochi coraggiosi che intraprendevano viaggi spesso pericolosi e dall’esito incerto. E’ ovvio che i pochi pellegrini che passavano per Bertinoro erano contesi dalle famiglie abbienti del paese che consideravano un onore ospitarli nelle proprie case, ascoltare i loro racconti e ricevere notizie fresche sul mondo. Per ovviare a queste contese si decise di innalzare una colonna con dodici anelli, uno per ognuna delle famiglie che potevano permettersi di avere ospiti. E così la scelta della famiglia dove essere ospiti era decisa a caso, dal viandante inconsapevole che avrebbe attaccato la briglia del suo destriero ad un anello senza sapere a quale famiglia appartenesse. Una tradizione che viene ripetuta ancora oggi durante la festa di settembre quando i ristoratori locali attaccano una busta con un invito ad ogni anello. Chi prende la busta quel giorno sarà ospite gratuito del locale ospitante mentre per gli altri ci saranno stand gastronomici e menù dedicati.

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Da Bertinoro a Forlimpopoli il passo è breve e ci si ritrova catapultati nella città di Pellegrino Artusi che con il suo libro “La scienza in cucina e l’Arte di Mangiar Bene” è considerato il padre della cucina italiana. Casa Artusi (www.casartusi.it), il polo costruito in suo onore è centro di ricerche, scuola, ristorante, biblioteca e museo dove sono conservate le prime copie del libro, mobilia della sua casa, ritratti, editti e scritti autografati. Città artusiana per eccellenza si anima verso fine giugno di ogni anno con la festa artusiana, una settimana intera di eventi, mostre, performances, artisti di strada e stand gastronomici che affollano tutto il centro storico dove si può mangiare a tema riassaporando le ricette del libro passato alla storia.

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Cesena è l’ultima tappa di questo itinerario tra saperi e sapori. La Rocca Malatestiana che domani il centro cittadino è solo uno dei gioielli che meritano una visita. Ad essa si affianca la Biblioteca Malatestiana che con i suoi 250mila volumi è l’unica biblioteca monastica umanistica perfettamente conservata giunta fino a noi intatta dal momento della sua costruzione nella metà del XV secolo. Tra i volumi conservati si contano 287 incunaboli e 4mila cinquecentine.  Ma non bisogna tralasciare una visita al Santuario di S. Maria del Monte, che sovrasta la città e conserva una collezione di ex-voto unica con tavolette votive risalenti al 1400 fino alle più attuali.

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Cesena si anima per la Festa di San Giovanni, quando dal 21 al 24 giugno tutta la città viene invasa da centinaia di bancarelle e stand gastronomici. E’ la festa più importante dell’anno per i cesenati, che non mancano di acquistare il tipico fischietto rosso di zucchero a forma di paperella, simbolo pagano del solstizio d’estate che col suo suono stridulo serviva per scacciare i personaggi nefasti della notte più magica dell’anno.

E per finire una sosta alle Terme di Fratta (www.termedellafratta.com), storico stabilimento ristrutturato nel 2007 con un parco che racchiude sette sorgenti di acque diverse. Coccolarsi nel suo centro benessere sarà la degna conclusione di un viaggio alla scoperta di una Romagna diversa e forse più autentica.

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Dove dormire: Fattorie Faggioli, una fattoria didattica immersa in una vallata di Civitella di Romagna, con appartamenti www.fattoriefaggioli.it 

Per i camperisti, Dove Sostare:

Forlì: AA presso Parcheggio dell'Argine in Via Donne della Costituente

Premilcuore: AA Via Fiorentina

Predappio: AA Piazzale Isonzo

Galeata: Parcheggio del Campo Sportivo

Pianetto: Parcheggio del Museo Civico

Santa Sofia: AA Piazzale Karl Marx

Bertinoro: Parcheggio di Via Badia

Forlimpopoli: AA Via del Tulipano

Cesena: Parcheggio Piazzale Paolo Tordi, (CS Piazzale Ambrosini)

Terme di Fratta: AA Via Sulperga 

Per ulteriori informazioni: www.stradavinisaporifc.it 

Foto ©Marina Cioccoloni 


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