Palati Raffinati

l italia piu bella nella guida locali storici d italia 01 

A Palazzo Belgioioso di Milano, nell’affascinante cornice dell’antico ristorante Boeucc, che vanta ben 321 anni di gloriosa tradizione gastronomica nel cuore nevralgico della città, sono stati svelati i 215 Locali Storici d’Italia nella Guida 2019, la n.43 che si concentra quest’anno sul “gusto Italiano”, con un itinerario da Nord a Sud dello Stivale tra i più longevi santuari del palato tricolore.

L’incontro, moderato da Luciano Ferraro, Caporedattore centrale Corriere della Sera, si è svolto con la presenza di Gian Marco Centinaio, Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Enrico Magenes, Presidente Associazione Locali storici d’Italia, Vanna Chessa, Segretario Generale Associazione Locali storici d’Italia, Gabriele Conta, Curatore Guida ai Locali storici d’Italia, Magda Antonioli, Prof.ssa Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico dell’Università Bocconi e Direttore di UN- WTO Courses on Tourism Policy and Strategy

Per Enrico Magenes, presidente dell’Associazione Locali Storici d’Italia che da 43 anni cura la Guida: “Questi locali rappresentano dei veri e propri ‘musei dell’ospitalità e del gusto’ made in Italy, una risorsa eccezionale per il turismo che consente di scoprire concretamente, attraverso testimonianze, arredi e ricordi, il patrimonio storico del nostro Paese. Sono centinaia gli aneddoti sui grandi della storia, uniti da un comun denominatore: il buon gusto - ha detto Enrico Magenes -. Storie che partendo da cibo, bellezza e ospitalità italiana incrociano in modo trasversale quelle del Paese: dal dominio straniero all’Unità d’Italia, al boom; dalla commedia dell’arte, al futurismo, al neorealismo”.

“L’Italia è storia, cultura ed enogastronomia”, ha affermato Gian Marco Centinaio, ministro delle politiche agricole, alla presentazione della Guida a Milano. “L’obiettivo che dobbiamo avere - ha aggiunto - è da un lato offrire servizi, ma soprattutto fornire esperienze di viaggio diverse. Chi viene in Italia viene per vivere un’ esperienza turistica diversa rispetto alla vita che fa nel proprio paese. I locali storici - ha sottolineato - devono diventare i nostri ambasciatori per questa tipologia di turismo, ma lo devono diventare anche per gli italiani e permettere ai nostri connazionali, quando girano l’Italia o quando visitano e vivono la propria città, di poter andare in posti che li rendano orgogliosi del luogo dove vivono o dove stanno facendo quella vacanza. Vuol dire - ha concluso il ministro - :essere orgogliosi della nostra storia, delle nostre tradizioni e delle nostre abitudini e di chi ci ha lasciato tutto questo”.

Tra gli aneddoti più curiosi, il record per atti vandalici subiti nel 1987 dal caffè Camparino di Milano, le cui vetrine furono vittime di dimostrazioni politiche per ben 87 volte, ma anche la lista dei debitori del bar Jamaica, sempre a Milano, che nel 1922 vide l’allora direttore del ‘Popolo d’Italia’, Benito Mussolini, abbandonare il locale senza saldare il conto.

Nella classifica delle regioni, al primo posto per tasso di storicità si trova il Veneto, con 35 locali, seguito dalla Lombardia, con 32 locali, seguono la Toscana con 28, il Piemonte con 22, la Liguria con 21 e la Campania con 20. Sul fronte delle province, Venezia è in testa con 19 referenze, seguita da Genova a quota 17, mentre Torino e Napoli, entrambe a 15, dividono il terzo posto subito prima di Milano e Firenze, con 14 locali.

Da Macchiavelli a De Chirico, da Liz Taylor a Greta Gatbo e a Totò, la storia d’Italia vista dai suoi locali
Delle 215 strutture proposte lungo la Penisola, tra caffè, confetterie, pasticcerie, grandi e piccoli hotel e ristoranti, l’associazione locali storici italiani (età media delle strutture: 180 anni) ha così voluto ricostruire nel volume, gratuito e da quest’anno disponibile anche in formato app con geolocalizzazione, anche le soste degli ospiti più illustri.

Si va dal Ristorante Albergaccio a Sant’Andrea in Percussina (Firenze), dove tra una partita a carte con l’oste e il mugnaio l’esiliato Niccolò Machiavelli scrisse Il Principe; al tavolino fisso di Giorgio de Chirico al Caffè Greco di Roma. Qui il pittore sedeva puntuale per l’aperitivo con i soldi contingentati dalla moglie e con un po’ di lapis in tasca con cui realizzava veloci disegni per i clienti e i camerieri per avere qualche banconota in più da spendere. Letteratura, pittura e ovviamente cinema, a partire da Greta Garbo e dal suo amato Grand Hotel Tremezzo, dal lei frequentato negli anni ’30 e citato anche nel film Grand Hotel del 1932. A Tremezzina, sul Lago di Como, la ricordano ancora e la vecchia suite nell’albergo belle époque oggi porta il nome della Divina.

Piccoli e grandi locali in grado di ispirare gli ospiti nel lavoro e nello svago. Come Richard Wagner, che dal 1879 al 1883 frequentò il Caffè Lavena a Venezia meditando e scrivendo, ispirato dalla vista veneziana su Piazza San Marco e Palazzo Ducale. Qui ultimò il duetto d’amore del secondo atto di Tristano e Isotta e lavorò al Parsifal. Ispirato anche Giosuè Carducci, che all’Albergo alla Posta di Caprile (Belluno) finalmente nel 1886 terminò la celebre poesia Davanti a San Guido. “M’addormento leggendo Shakespeare. Mangio carni ottime, trote che sanno di ninfe: gioco a briscola e farei poemi”, scrisse entusiasta il poeta toscano, primo italiano a vincere il Nobel per la Letteratura. Un altro Nobel, Luigi Pirandello, verso la fine degli anni Venti amava invece trattenersi nella terrazza marittima dell’Hotel Vittoria di Pesaro, per un cocktail inventato dal barman Alfredo e da lui chiamato ‘Calcio di mulo’ per la potenza della bevanda.

Dai Nobel a un Pulitzer: Ernest Hemingway è tra i più ricordati nei locali storici del Paese. A Milano, al Bar Jamaica; a Verona, al ristorante 12 Apostoli assieme ad Arnoldo Mondadori; a Recco (Genova) dove gustò salame e focaccia al formaggio insieme a Ezra Pound, incidendo anche il proprio nome, ancora visibile, al Ristorante Manuelina. Oppure a Cuneo, quando si presentò al banco del Caffè pasticceria Arione per comprare due chili di Cuneesi al Rhum da portare alla moglie in vacanza a Nizza. I vini non erano ancora Doc quando al Negozio Sperlari di Cremona si presentava Giuseppe Verdi in persona per ordinare dolci e bottiglie di pregio per la sua casa/studio nel piacentino. Verso la metà del Novecento non poteva mancare Napoli e due mostri sacri della commedia: Totò ed Eduardo De Filippo. Il primo era così affezionato al Ristorante La Bersagliera (così veniva chiamata la proprietaria) che si fece riprendere in un filmato diffuso dal cinegiornale mentre gustava spaghetti e spigola con un bicchiere di vino. Il secondo, per anni mangiò al tavolo 19 del Ristorante Umberto, e spesso, quando recitava nel vicino teatro, chiedeva il pasto da asporto in scena. Per chiudere, arte e cinema anche a Firenze, con le risse tra i futuristi Marinetti e Soffici al Gran Caffè Giubbe Rosse, e con Franco Zeffirelli e Richard Burton accompagnato da Elizabeth Taylor, che si trovavano ogni sera al Ristorante Sabatini nel tragico novembre 1966, impegnati con la Rai al documentario post alluvione Per Firenze.

La Guida è gratuita. Se si desidera che la Guida venga recapitata a domicilio, essendo una piccola Associazione culturale, chiediamo un modesto contributo per le spese di spedizione, pari a 6 euro per ogni Guida richiesta da inviare con bonifico alle seguenti coordinate IBAN IT 95 T 02008 09427 000600014351 specificando con una email al seguente indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. l’indirizzo a cui spedire la Guida.


 archivio

Pin It

Nice Social Bookmark

FacebookMySpaceTwitterDiggDeliciousStumbleuponGoogle BookmarksRedditNewsvineLinkedinRSS FeedPinterest
Pin It