Incontri D'Autore

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Fatti e... Misfatti: anche i giornalisti sono "inteliggienti"
Letti, sentiti, visti e... trascritti!

foto Matteo Saraggi

Si dice che "Di un buon tacer non fu mai scritto" e così come ci sono persone che parlano solo per sentire il suono della loro voce, ci sono anche individui che si improvvisano giornalisti e scrivono... tanto per scrivere o perchè... non hanno altro di peggio da fare, e tanto per darsi ancora più tono nel loro curriculum (sic) ci aggiungono: "oltre a fare il lattoniere e all'occorrenza anche l'imbianchino, sono giornalista di enogastronomia", dimenticando che non basta scrivere per qualcuno per definirsi "giornalista", ma occorre essere iscritti all'Ordine dei Giornalisti, o avere una tessera giornalistica internazionale.

Ma la loro presunzione non ha limiti e tanto per riempire altre righe ecco il nostro "giornalista" che anacronisticamente scrive di essere anche "attivamente impegnato in politica", poi aggiunge di essere"attivo con la -Democrazia-, di Franceschini" confondendo la vecchia DC -Democrazia- Cristiana di Moro e Andreotti, con il Partito -Democratico- di Prodi, Rutelli e Veltroni, facendo confusione tra il giornalismo enogastronomico con quello politico, mescolando bucatini e salsicciotti con partiti politici. 

Per presentare la sua cultura giornalistica e perseverare la sua stupidità penso che all'occasione si giustificherebbe con il detto: "Sbagliare è disumano", confondendolo con il proverbio "Sbagliare è umano". 

Naturalmente il tutto sotto la protezione del direttore, anche lui... non giornalista, ma fervente politico e attivista che nel suo sito di enogastronomia impasta politica e gastronomia creando la "nouvelle cousine politique" e come non bastasse distribuisce con facilità sorprendenti nomine di giornalisti ai collaboratori di professione "imbianchini e casalinghe", e per i più "fortunati" sforna "Atenei del salsicciotto con le cipolline" e inventa "Scuole del bollito fritto".

Ma poichè non sempre i presuntuosi sono single, ecco spuntare chi costruisce le proprie regole da dettare al mondo dell'enogastronomia e dall'alto del suo trono sventaglia a raffica accademiche promozioni, vere maccheronate enogastronomiche che premiano le ricette di massaie, bancari, idraulici e commesse. Per carità, nulla da ridire, ma solo se... non fosse che nelle ricette di cucina alla parola"vitello tonnato" alla fine, invece di spiegare alle lettrici come fare la maionese non... suggerissero la Calvè e a scuola di cucina per il minestrone invece di consigliare la verdura fresca, stagionale, invitano ad acquistare il... surgelato Orogel o il Findus!
Indubbiamente comodi, ma non come consiglio di chi dovrebbe invece insegnare a cucinare!
Ma esiste sempre l'emulazione, ed ecco spuntare un altro "gastronomo professionista" che nel recensire un locale cita i "sillogismi di Aristotele". Per fortuna ammette di "non aver capito nulla!".

Cerco di dargli voce e al suo "seguitemi" ci provo ma senza capire il giro di parole spropositate e incoerenti...
Al suo "punto primo" posso confermare che è vero: la pubblicità è l'anima del commercio.
Al "secondo" però mi "spaeso", tanto per usare un termine proporzionato al suo intelletto. Il locale che cita "non fa pubblicità, o non ne ha": non è vero, è anche su un sito "blasonato". Disinformato e"scombinato": un giornalista prima di scrivere cerca le informazioni in internet, sulle guide, sui libri.
Tento disperatamente di capire cosa vuol dire affermando che il "locale non ha commercio, ma a pranzo è pieno": ma allora lui cosa ci sta facendo in... un locale che non ha commercio ma a pranzo è pieno?
Mi fermo perchè il cervello mi fuma nel cercare di mettere assieme quel a), b), c), punto), ecc.

Ed ora proseguo rimettendo ordine in questa confusione di "intellettuale".
Esilarante definire che "il locale ha una vetrina simile ad un negozio in cui si espongono camicie e calzoni", quando si tratta della tipica vetrina di un bar!

L'intelligenza raggiunge l'apice quando scoprendo che "la pubblicità è l'anima del commercio, ma il locale non ne fa eppure è sempre pieno" ne deduce che... "è merito del passa parola". Ma va la! Ha scoperto che la Terra non è quadrata ma tonda!!! Intelligente il nostro... giornalista.
Da "esperto" lamenta che gli agnolotti e i tajarin come scrive "aldente", non andavano bene perchè dovevano essere... più cotti (da spappolarsi?), perchè al dente "si mangia solo... la pasta Barilla numero 5"! 
Allucinante! In sole tre righe ha dissacrato la cottura della pasta... Barilla, i tajarin, gli agnolotti e il aldente!

La bagna cauda, o "caoda" come la chiama (può comunque andare bene), la definisce "una inaspettata finesse perchè è senza aglio". A parte che l'aglio c'è, sennò non sarebbe bagna cauda, è risaputo che alcuni modi di cucinarlo lo rendono digeribile, il suo sapore è quasi impercettibile e quindi gradevole anche a chi non sopporta l'odore e il sapore.

Ricordo dei simpatici esempi di "strafalcioni", letti e sentiti: "Abbiamo mangiato la trota salmonellata", "Abbiamo assunto al servizio di sala una giovane stragista per il tirocinio", "Lo chef è momentaneamente assente, devono operarlo: prima gli dovranno fare un'autopsia", "Lei mi apparve dinanzi d'improvviso e talmente bella che rimasi illibato", "Fortunatamente il luogo dell'esplosione è rimasto circonciso".

Ricordo un giorno, ad un pranzo, trovandomi allo stesso tavolo di un giovanissimo collaboratore di un'agenzia stampa, per tutta la serata ho subito la performance di presentazione di sè stesso, il suo interesse era esclusivamente rivolto alla sua persona. 

Descriverlo sarebbe tipicamente un "barzellettiere": dinanzi ai piccoli bignè salati e la pasticceria mignon gli venne il "patè d'animo", le "eruttazioni cutanee", gli saltarono le "pupille gustative e gli si gonfiarono le ghiandole surreali" e poco manco che urlasse dalla gioia: "Evviva! La pasticceria mignot!". 

Avevo una domanda birichina da farle, una di quelle tipo "Boccaccia mia statte zitta" che mi pizzicava sadicamente la lingua, ma a domandargli quale scuola di giornalismo aveva frequentato e cosa pensava la fidanzata del suo lavoro temevo mi rispondesse: "Non ho la ragazza, sono single e mi sono... fatto da solo"...

A tutti, anche ai giornalisti più noti, ai presentatori o ai politici capitano momenti alla Luca Giurato, alla Beppe Bigazzi o alla Antonio Di Pietro e per fortuna che ci sono loro sennò non esisterebbero"Paperissima e Striscia la Notizia", ma suvvia: se si vuole fare il giornalista e non lo si è..."Almeno l'itagliano, sallo!!!".

 

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