Palati Raffinati

vernaccia san gimignano la grande eccezione 01

Mi piacerebbe guardare i vigneti dall’alto della Torre Grossa (la più alta della città con i suoi 54 metri, edificata nel 1300) per avere una visione complessiva, per cogliere il respiro, misurarne lo sviluppo, vedere la vendemmia delle terre di San Gimignano. Perché quelle terre alimentano un vino bianco Docg di qualità, la Vernaccia di San Gimignano.

Sono famosi i bianchi dell’Alto Adige, del Veneto, del Friuli, con la riscoperta e la riproposizione di vitigni “in sonno”, che affondano le radici nel medioevo. Mentre fatica a diventare famosa la Vernaccia di San Gimignano che, comunque, in questi ultimi anni sta recuperando il tempo dell’oblio.

Tre verbi sono alla base del Consorzio: valorizzare, tutelare e sviluppare. C’è un quarto verbo che si è aggiunto lungo il percorso in questi 45 anni? «Promuovere. Rientra un po’ nella valorizzazione e nello sviluppo, ma è una modalità diversa che vede un nuovo stile, quello di metterci la faccia» ci spiega Letizia Cesani, la giovane e dinamica imprenditrice di San Gimignano nonché presidente del “Consorzio della Denominazione San Gimignano”.

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Il territorio, la vernaccia, i vitivinicoltori: San Gimignano non è conosciuto soltanto per la sua storia millenaria e le sue Torri che si stagliano alte al cielo, ma anche per la produzione della Vernaccia, che dal 1993 ha avuto il riconoscimento della Docg.

La superficie del territorio destinata a vigneto è di 1900 ettari, 750 dei quali Vernaccia di San Gimignano Docg, 450 alla produzione di San Gimignano Doc, 700 ettari di Chianti, Chianti Colli Senesi, Igt Toscana. Le aziende presenti sul territorio sono 170, di cui 70 imbottigliatori a marchio proprio.

La produzione della Docg e quali i mercati di riferimento. «Delle 5.300.000 bottiglie di tutto il Comune di produzione (il Consorzio racchiude circa il 90%di tutti i produttori), il 70% viene esportato. Stati Uniti e Germania i mercati di riferimento» risponde con semplicità Letizia. Con un programma ben preciso: consolidare più che ampliare i mercati perché hanno ancora margini di crescita. Il volume di affari è di circa 20 milioni di euro l’anno.

Il cuore grande della Toscana, la terra dei vigneti che ha fatto la storia del vino in Italia e nel mondo, batte inesorabilmente per i vini rossi. Gli “altri” sono relegati ad un ruolo secondario. La vernaccia che cosa rappresenta? «E’ un grande vino bianco. Chi si approccia alla vernaccia pensando alla Toscana in realtà non si approccia alla vernaccia. Se si pensa alla Toscana si pensa soltanto ai vini rossi - aggiunge Letizia Cesani -. Noi siamo la grande eccezione. Siamo un prodotto di nicchia, particolare. Chi ci cerca, cerca la vernaccia, il grande vino, un vino di identità per un consumatore preparato».

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La serata romana si inserisce in un mirato programma di presentazione in Italia e all’estero per far conoscere e rafforzare l’immagine vitivinicola di quel territorio. Il masterclass sulla vernaccia di San Gimignano è stato condotto da Daniele Cernilli, alias DoctorWine, che ha “raccontato” la storia della vernaccia ad un pubblico attento e competente, ha analizzato e aiutato a comprendere il vino di 13 aziende Casa alle Vacche, Castello Montaùto, Fattoria Il Palagio, Guicciardini Strozzi, Il Lebbio, Il Palagione, Palagetto, Mormoraia, Teruzzi & Puthod, Cesani, Il Colombaio di Santa Chiara, La Lastra, Panizzi.
«C’è una grande attenzione alla modalità produttiva, un grande rispetto» conclude Letizia Cesani.

Foto © Enzo Di Giacomo


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