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Da quando l'autorevole settimanale inglese "The Economist" ha coniato il termine "overtourism", cioè il possibile impatto negativo determinato dal sovraffollamento degli arrivi, questo vocabolo si è inflazionato, al pari dei commenti, spesso a sproposito o di una superficialità sconcertante. Il tema è invece che il turismo - specialmente quello moderno - va trattato come una vera e propria industria. In primo luogo, quindi, si tratta di saperlo gestire, organizzare, cavalcare. Essendo proattivi invece di viverlo passivamente come un regalo piovuto inaspettatamente dal cielo, appunto perché siamo nel Belpaese ricco di bellezze naturali ed artistiche. Tra parentesi, diciamo che un errore da non fare mai più è, ad esempio, quello della inqualificabile sceneggiata fatta con i balneari: davvero una figura barbina in tutta Europa, che rischia di essere ripetuta con i tassisti. Perché, va chiarito subito, non sono troppi i clienti, italiani o stranieri, ma insufficienti le licenze delle auto pubbliche.

Il turismo sta letteralmente cambiando pelle. Da "semplice" viaggio o spostamento per vedere cose/città nuove, oggi si è passati – spiegano gli addetti ai lavori – alla "economia esperienziale (experience economy)". Non solo quindi "alberghi e ristoranti", la classica spesa di chi si muove ma, per esempio, anche sport e cinema. «La spesa per "esperienze" dei consumatori europei – come racconta Luca Corti, nuovo country manager di Mastercard Italia - ha raggiunto il 22% del totale nel primo semestre del 2024; in Italia la spesa turistica è cresciuta del 21% rispetto ai primi sei mesi del 2023».

Un grande ruolo in questo contesto è ricoperto dall'economia dei grandi eventi, con le esperienze dal vivo che sono diventate una leva fondamentale per l'attrattività turistica, influenzando positivamente le abitudini di spesa di consumatori e viaggiatori. Questo è valido tanto in riferimento ad eventi sportivi quanto musicali o culturali, che hanno il potenziale per rafforzare le economie locali e far lievitare la spesa legata al turismo, soprattutto nei settori accomodation e ristoranti.

E veniamo all'overtourism, dove vale lo stesso discorso dei tassisti. Vediamo l'aspetto positivo: «Dall'analisi dei dati degli ultimi anni emerge un trend confortante con un'alta stagione che si sta allargando da maggio a ottobre. I picchi storici di luglio e agosto si stanno allargando alla base: ormai comprendono più settimane. Significa che c'è un'adeguata capacità di accoglienza, anche se i picchi restano comunque alti. Insomma - spiega sempre Corti - i turisti modificano spontaneamente i viaggi in periodi diversi per evitare il sovraffollamento. Su questo versante, il sistema si sta autoregolando. Un motivo di ottimismo perché il turismo si conferma come un'industria strategica, anche per il significativo apporto che offre al Pil, il Prodotto interno lordo».

Mastercard è un'azienda che si definisce "Tech & data company" al servizio di una società digitale. La società è leader internazionale nel mondo dei pagamenti innovativi che poggiano le sue basi sulla digitalizzazione di pagamenti e servizi: nella sua evoluzione trova nell'analisi dei dati, nella cybersecurity e nell'intelligenza artificiale le nuove parole chiave per rispondere alle esigenze del mercato e ai nuovi bisogni di clienti, partner e consumatori.

In questo quadro c'è da notare il "sorpasso" dei pagamenti digitali su quelli fisici (denaro contante) previsto per la fine dell'anno. Mastercard gode di un osservatorio privilegiato: sono infatti 80 milioni (nel calcolo ci sono i marchi Mastercard e Maestro, con carte di debito, di credito e prepagate) le sue "card" di pagamento nel Belpaese, delle quali praticamente la metà vengono usate ormai per gli acquisti online (39,2 milioni).


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