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Avete intenzione di partire per un viaggio autunnale e siete alla ricerca di suggerimenti per rendere l’esperienza indimenticabile? Allora la meta ideale è senz’altro il Parco Nazionale della Sila, un luogo magico che l’anno scorso ha visto aumentare le presenze del 127% rispetto al precedente. Un luogo magico in ogni periodo dell’anno ma che in autunno in particolare le mille sfumature dei suoi boschi lo trasformano nel posto ideale per vivere l’esplosione di colori che la natura regala a chi va alla ricerca di emozioni tra paesaggi ancora incontaminati.

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In autunno i boschi del Parco diventano una tavolozza di mille tonalità diverse, e mentre i pini con i loro verdi intensi si preparano all’inverno le foglie dei faggi brillano d’oro e fanno da contrasto ai rossi infuocati, agli ocra dei cerri, alle diverse sfumature del marrone e al turchese dei laghi punteggiati dalle chiazze bianche degli aironi che vivono indisturbati tra le rive. Un sole pallido ma che continua a scaldare illumina le foglie che cadono e che formano un morbido tappeto ideale per la crescita di ogni tipo di funghi e i sentieri invitano ad esplorare questo territorio dove capre e mucche pascolano indisturbate. Senza la pressione estiva in autunno il Parco della Sila è il posto ideale per un turismo lento, sostenibile e consapevole. Un Parco che va vissuto, visitato e solo dopo raccontato, dice il presidente, Francesco Curcio: "un luogo da vivere 365 giorni l'anno in prima persona, per assaporarne gli odori, i colori, i profumi".  

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Che fortunati i cosentini! Hanno una strada, la 107, che in mezz’ora gli permette di essere al mare o in montagna. E’ una strada veloce, si inoltra tra i boschi e porta in questo regno fatato dove il principale protagonista è la natura. Arrivati a Camigliatello Silano, il centro principale del parco, attrezzato anche con un’area sosta camper, si può scegliere tra mille attività. Se in inverno le piste da sci sono le preferite, negli altri periodi dell’anno è il trekking tra i boschi che attira migliaia di appassionati. I sentieri sono tanti, nel parco ne hanno tracciati ben 560 km.

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Poi c’è la ciclovia dei parchi. Parte da Laino Borgo, passa per la Sila, il Parco Regionale delle Serre e infine arriva in Aspromonte. Un totale di 600 km di emozioni. E’ stata realizzata nel 2020 riconvertendo anche i tracciati di vecchie ferrovie dismesse ed è stata attrezzata con fontane, punti sosta, bike center e strutture di ospitalità per i ciclisti. Talmente bella che quest’anno è stata premiata, ex-aequo con la Green Road dell’acqua in Trentino, con l’Oscar italiano del cicloturismo dalla giuria dell’Italian Green Road Award. In gara c’erano 16 regioni che potevano candidare massimo due ciclovie. Hanno vinto loro, le più belle del 2021.

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Ma tornando ai sentieri e alle passeggiate nei boschi, ce ne sono alcune certificate AIMF, l’Associazione Italiana di Medicina Forestale che si occupa di dimostrare quanto l’immersione nella natura, nella foresta e nel bosco apporti innumerevoli benefici alla salute psicofisica.

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Tra i sentieri più belli c’è quello del Pianoro di Carlo Magno che in realtà non è mai passato da queste parti ma una leggenda racconta di una messa per i crociati di ritorno dalla Terrasanta insieme al sovrano proprio sul pianoro che in dialetto si chiama “carrumancu”. Un altro sentiero porta sul lago di Ariamacina, un luogo privilegiato per il bird watching dato che dal 2002 l’area è Oasi Naturalistica e punto di sosta e riproduzione per numerosi uccelli migratori, in particolare lo svasso maggiore. Camminando tra le sue rive non è raro intravedere il bagliore di qualche garzetta o airone bianco talmente disabituati a vedere esseri umani che spiccano subito il volo. 

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Chi si vuole avventurare per alte cime può salire fino in vetta al Monte Botte Donato, il più alto del Parco con i suoi 1928 metri. Da lassù si gode di un panorama straordinario e nelle giornate limpide lo sguardo spazia dal Tirreno allo Ionio e arriva fino all’Etna.

Nel Parco, che con i suoi 74mila ettari abbraccia tre province (Cosenza, Catanzaro e Crotone) e 19 comuni, i tre laghi più grandi, il Cecita, l’Arvo e l’Ampollino, offrono la possibilità di praticare numerosi sport acquatici, tra cui canoa, kayak, bike boat, giri in battello e tanto altro. Vicino al lago Cecita, in località Cupone, là dove un tempo c’era una segheria e altre attività legate al commercio del legname, grazie all'estesa presenza di pino laricio, un abete tipico del Parco, oggi c’è un centro visita ed educazione ambientale attrezzato con area pic-nic, museo, e osservatori faunistici dove poter ammirare esemplari in cattività di animali che vivono liberi all'interno del parco: lupi, cervi, poiane, cerbiatti.

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La sede del Parco è a Lorica, sul Lago Arvo. Qui si possono prendere tutte le informazioni sulle attività, i percorsi, le guide autorizzare, acquistare le pubblicazioni e partecipare ai corsi di educazione ambientale organizzati dall’Ente Parco insieme a workshop, eventi e meeting a cui partecipano anche professori di selvicoltura e discipline forestali. Lorica, insieme a Camigliatello Silano, è uno dei centri più frequentati del Parco e offre numerose strutture ricettive ed alcuni campeggi, tra cui uno aperto tutto l’anno.

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La grande diffusione del pino laricio ha il suo massimo splendore in un luogo simbolo: la riserva naturale del Fallistro, o meglio conosciuta come riserva dei Giganti della Sila,  dove all’interno di un bosco gestito dal FAI si conservano una cinquantina di esemplari di pino laricio monumentali, alti fino a 45 metri, dal diametro di due e vecchi di oltre 350 anni. Un percorso ad anello permette di ammirarli tutti, anche quelli dai tronchi scavati e incisi un tempo dai pastori per estrarre la resina, preziosa sostanza infiammabile venduta a peso d’oro. Le leggende qui non mancano e raccontano che erano le magare che incidevano gli alberi, vagavano per i boschi a raccogliere erbe per le loro pozioni magiche e si nascondevano agli occhi di tutti per preparare il lievito magico con cui fare il pane.

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Un pane delizioso, come tutti gli altri prodotti tipici locali che sono il souvenir preferito come dimostrano le numerose botteghe lungo la via dello shopping di Camigliatello Silano e degli altri centri del parco. Soppressate, guanciali e salumi, funghi, origano e altre erbe della Sila, peperoncini, caciotte, cacioricotte, silani affumicati  e altri prodotti caseari tra cui spicca il caciocavallo da gustare in tutti i modi, ma in particolare grigliato.

Il dolce tipico natalizio, la pitta impigliata, un impasto con frutta secca, cannella, chiodi di garofano e aromi diversi (tra il cosentino e il crotonese ognuno ha il suo ingrediente segreto da aggiungere all’impasto: succo di mandarino, liquore d’arancia, mosto, e tanto altro) ora si trova anche fuori stagione e i ristoranti si sono attrezzati e lo hanno inserito in menù.

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Lo ha fatto anche La Locomotiva, un ristorante curioso allestito all’interno di alcuni vagoni dismessi nell’ex stazione della contrada San Nicola a Casali del Manco. L’idea è stata di Davis e Angela, figlia di un ex-ferroviere. Per contribuire all’ambientazione, nelle giornate in cui il treno storico a vapore è in funzione, si può arrivare fin qui e concludere il giro con una sosta gastronomica.

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Per un soggiorno rilassante e un’ottima accoglienza a Lorica meritano di essere segnalati l’Arvo Residence, una struttura di recente costruzione con appartamentini comodi forniti di tutto e l’hotel ristorante La Lorichella dove la cucina locale viene esaltata al meglio dalla bravura della cuoca.

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Per saperne di più: www.parcosila.it 


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