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E’ a Giverny, un piccolo villaggio immerso in piena campagna lungo il corso dell’Epte, a pochi passi dalla riva destra della Senna, che bisogna arrivare per rendere omaggio a Claude Monet, il pittore che nei suoi quadri fissò i paesaggi rurali della Normandia. Il grande impressionista amava questa regione agreste e serena, uno straordinario museo a cielo aperto con i verdi dei suoi pascoli, le mucche e i villaggi da cartolina con le case normanne dai tetti di paglia.

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In Normandia ci era arrivato da bambino, quando i suoi genitori decisero di trasferirsi da Parigi, dove era nato nel 1840, a Le Havre. Il pittore aveva soltanto sei anni e da quel momento la Normandia diventò la sua terra e i suoi paesaggi il suo ambiente di crescita. Ancora adolescente grazie alla guida di Eugène Boudin imparò a dipingere all’esterno, en plein air, con i colori sfumati, una tecnica nuova possibile grazie all’invenzione dei colori in tubetto. I suoi primi quadri avevano per soggetto l’Atlantico tempestoso e i villaggi di pescatori, poi i paesaggi di Honfleur, Deauville, Dieppe, Trouville diventarono il suo soggetto preferito, i lungomari e le spiagge infinite che i borghesi benestanti e gli aristocratici parigini avevano iniziato a frequentare come luoghi di villeggiatura.

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Su queste coste nascevano i primi casinò e iniziavano i primi collegamenti marittimi regolari con l’Inghilterra e ferroviari con Parigi e un pubblico cosmopolita arrivava a ritemprarsi con il clima marino.

Il cielo sempre mutevole e la luce che da queste parti crea con il mare, con i pascoli e con gli edifici medievali gradazioni di colore impensabili non tardarono ad attirare anche i primi pittori che proprio da un quadro che Monet dipinse a Le Havre, dal nome Impression: soleil levant, presero il nome di impressionisti, una nuova corrente artistica.

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I colori e i paesaggi non sono cambiati da allora, tanto che ammirandoli sembra di essere dentro un quadro di Monet. Il pittore era affascinato da questi luoghi e quando raggiunse una certa indipendenza economica grazie alla vendita delle sue opere, decise di comprare una casa a Giverny dove visse per più di quarant’anni.

Una casa rosa con le persiane verdi, ricoperta di rose rampicanti e con le grandi finestre che fanno penetrare all'interno la luce, quella luce che Monet amava tanto e che trasferì nelle sue opere. Lo studio, spostato poi in un locale esterno attiguo oggi trasformato in shop, la camera da letto, la cucina dai mobili chiari e la sala da pranzo con il grande tavolo immortalato in numerose fotografie che ritraggono tutta la famiglia riunita.

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Tutt’attorno l’artista allestì un’opera d’arte, un giardino spettacolare con il laghetto artificiale con le ninfee immortalate nei suoi innumerevoli quadri, e il ponte giapponese ad arco con la cascata di glicini dove gli innamorati si scattano selfie. L’allestimento del giardino e del lago non fu facile, con i contadini dei campi vicini contrari ai cambiamenti che questo strano personaggio intendeva apportare. Lo guardavano storto quando con la sua tavolozza e il cavalletto se ne andava in giro per i campi a cogliere istantanee per loro sempre uguali ma di cui lui invece coglieva le diverse atmosfere secondo il momento della giornata.

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Monet era un genio che sapeva fissare sulla tela la fugacità dell'istante e il trascorrere della luce sulle cose. Nel giardino l'artista creò giochi di luce diversi a seconda delle stagioni studiando ogni essenza e formando composizioni floreali, accostando piante sempreverdi a stagionali, iris e nasturzi a papaveri e fiori di campo, le dalie ai glicini, i salici piangenti lungo il lago per evidenziare la luminosità dell'acqua. Un lavoro certosino compiuto con cura e anni di studi e di prove e che attirò all’epoca amici e collezionisti che frequentarono il luogo fino alla morte dell’artista nel 1926.

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Oggi la proprietà è gestita dalla Fondation Monet ed è un luogo di culto dove si arriva per immergersi tra le atmosfere e le luci degli ambienti domestici, sedersi nel giardino per osservarne i colori e assaporarne i profumi, ammirare le diverse varietà di ninfee (le più rare Monet le fece arrivare direttamente dal Giappone), immaginare l'artista intento a dipingere e sentirsi parte di quel quadro.

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COME RAGGIUNGERE GIVERNY:

IN TRENO dalla stazione St. Lazare di Parigi fino a Vernon. Dalla stazione di Vernon una navetta che parte 15 minuti dopo l'arrivo del treno porta alla casa del pittore.

IN AUTO DA PARIGI: A13 fino a Bonnières su Seine e poi D201.

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INFO:
Fondation Monet, 84, rue Claude Monet, Giverny.
La casa e il giardino sono aperti tutti giorni dalle 9,30 alle 18 dal 22 marzo al 1 novembre.
www.claude-monet-giverny.fr

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