Partiamo

 

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In tempi di pandemia siamo tutti alla ricerca di ambienti dove la natura è protagonista. Andare fuori città è il desiderio principale, per respirare a pieni polmoni aria pura e assaporare un ambiente outdoor. Ma anche nelle nostre città ci sono angoli di verde dove isolarsi senza bisogno di andare lontano. Proprio a Roma per esempio, nel cuore del tessuto urbano e a pochi passi dal Tevere, l’Orto Botanico è un piccolo angolo di paradiso. Un polmone verde nel cuore della città, un concentrato di 12 ettari tra Via della Lungara e il Colle del Gianicolo, dove ritemprarsi tra palme secolari, collezioni di bambù, rose e serre, tra cui una monumentale, dove mani esperte coltivano specie rare, e un magnifico giardino giapponese.

L’Orto Botanico di Roma, nato nel 1660 grazie a Papa Alessandro VII, si trova all’interno del Parco di Villa Corsini, residenza della Regina Cristina di Svezia durante la sua permanenza a Roma.

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Appena varcato l’ingresso il visitatore viene accolto dal viale monumentale che lo conduce alla fontana dei Tritoni, una grande vasca in marmo di Carrara con un gruppo in travertino raffigurante due tritoni che sorreggono un canestro di frutta e fiori da cui scaturisce uno zampillo.Proprio da qui ha inizio una delle zone più importanti dell’Orto Botanico: la Collezione delle Palme. E’ una collezione di notevole rilievo che racchiude ben 40 specie di palme coltivate all’aperto, provenienti da ogni parte del mondo e tra cui non mancano numerosi esemplari rari. Non solo, alcune sono anche specie a rischio estinzione inserite nella Red List dell’International Union for Conservation of Nature. Una delle palme da non perdere durante la visita è la monumentale Nannorrhops ritchieana, conosciuta anche col nome di Mazari Palm, una palma molto rara e dalla crescita lenta originaria dell’India, Afghanistan e Pakistan. Nei luoghi d’origine le foglie giovani e i frutti vengono utilizzati come cibo mentre il resto viene utilizzato per coprire le capanne e fare funi e fibre tessili. L’infiorescenza, di particolare effetto, è molto ramificata e può raggiungere i due metri di altezza mentre gli stipiti sono striscianti e lunghi diversi metri. In quella presente all’Orto Botanico di Roma tra i diversi stipiti se ne può osservare uno lungo ben 11 metri.

Proseguendo nella visita si raggiunge il Roseto che conta circa 250 specie, tra cui numerose rose antiche che nel mese di maggio, quando il roseto è nel suo massimo splendore, diffondono il loro inebriante profumo. Alcune panchine sono a disposizione per chi vuole sostare ammirando le diverse qualità di rose e le loro magnifiche infiorescenze.

Continuando il percorso si raggiunge la collezione di felci erbacee. Sono circa 20 tra specie e sottospecie poste ai piedi di diversi alberi di alto fusto. Bella la visita alla fine dell’inverno quando tra le felci fioriscono i bucaneve.

Affrontando una leggera salita si raggiunge la collezione dei Bambù, una delle più ricche d’Europa, con una cinquantina di entità tra specie, sottospecie e varietà. Superato il giardino roccioso che in aprile e maggio regala ai visitatori la magnifica vista delle peonie arbustive in fiore e la fioritura della collezione di iris di diversi colori, si raggiunge il giardino giapponese.

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Realizzato su progetto dell'architetto Nakajima Ken, che a Roma si è occupato anche dell’allestimento del giardino dell’Istituto Giapponese di Cultura, è un luogo dove fare sosta tra aceri, magnolie, camelie e ciliegi dai fiori delicati e giochi d’acqua, piccole cascate e due laghetti che ospitano carpe e anatre. Un piccolo gazebo invita ad una tappa rigenerante prima di continuare il percorso verso la scalinata delle 11 fontane e i maestosi esemplari plurisecolari di Platanus orientalis che ne ornano i due lati. I platani fanno parte degli alberi ultra-centenari ospitati all’interno del giardino, un totale di circa 340 individui, tra cui alcuni appartenenti a specie minacciate di estinzione.

Proseguendo lungo il bosco mediterraneo, testimonianza della vegetazione che un tempo ricopriva il colle del Gianicolo, e la zona coltivata a pini, si raggiunge l’area delle piante officinalis e delle serre. La Serra Tropicale, che all’interno mantiene una umidità costante dell’80% e una temperatura di circa 30° in estate e 20° in inverno, ospita circa 200 specie di piante provenienti da ambienti tropicali e subtropicali, divise in specie del sottobosco, palustri, foresta pluviale, ecc. Le specie acquatiche sono ospitate nel vicino laghetto mentre nella Serra Corsini, la prima serra edificata nel giardino negli anni 1860-1870, ospita una ricca collezione di succulente, tra cactaceae, euphorbiaceae e crassulaceae, oltre a due imponenti vasche da bagno che appartennero alla Regina Cristina di Svezia quando alloggiava nel Palazzo Riario.

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Nella Serra Monumentale, costruita nel 1877 dalla ditta Mathian di Lione, sono ospitate euforbie, bromeliaceae, piante del genere Copiapoa e una interessante collezione di 65 specie di piante carnivore. Alcune di queste sono presenti anche in una aiuola all'esterno della serra. Sempre della ditta Mathian è la Serra Francese dalle caratteristiche centine in ferro curvato, decori in ferro battuto e vetri parzialmente sovrapposti. Anche questa, come la serra Corsini, contiene una ricca collezione di succulente. All’esterno si sviluppa il giardino mediterraneo con specie tipiche della macchia mediterranea e specie endemiche italiane. Nel rientro verso il viale centrale si ammirano alcuni imponenti esemplari di fico d’India e altre succulente piantate all'aperto.

Le ultime chicche le troviamo proprio accanto all'ingresso: un Acer palmatum ultracentenario e una installazione musicale ad acqua. 

INFO: L’orto Botanico di Roma è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 18.30. biglietto d’ingresso € 4,00, Gratis 0-5 anni, riduzioni.
La domenica visite guidate gratuite* (*incluse nel biglietto di ingresso, prenotazione in loco fino a 20 minuti prima dell'inizio della visita e fino a esaurimento posti, info su https://web.uniroma1.it/ortobotanico/ )


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