koen vanmechelen the worth of life 1982 2019 al teatro dell architettura dell usi a mendrisio 01

Fino al 2 febbraio 2020 va in scena un’ampia rassegna con più di sessantacinque opere dell’artista Koen Vanmechelen: sculture, dipinti, neon, fotografie e installazioni allestite all’esterno e nei tre piani del Teatro dell’architettura Mendrisio, progettato dall’architetto Mario Botta.

Artista belga di fama internazionale, noto per le sue sperimentazioni e contaminazioni tra arte e scienza, Koen Vanmechelen ha imperniato il proprio lavoro sulla relazione tra natura e cultura cercando, attraverso la propria arte, di comprendere e interrogarsi sulle grandi sfide del 21° secolo. Scultore, pittore, performer, videoartista, studioso, oltre che attivista dei diritti umani - in un percorso lungo quasi quarant’anni - l’artista ha affiancato progetti di ibridazione di animali o vegetali alla contaminazione delle arti figurative, dei materiali e degli strumenti espressivi, facendo della proliferazione formale nella complessità concettuale la cifra di una poetica tanto singolare quanto inconfondibile.

La sua arte è al tempo stesso espressione di un’estetica della meraviglia e di un’etica fondata sul valore della vita, dalle prime sculture in legno degli anni ’80, allo sviluppo di un vasto programma di ricerca mirato alla generazione di nuove razze avicole, fino alla recente creazione di un formidabile parco della biodiversità chiamato LABIOMISTA dove, tra grande architettura e paesaggio, coabitano installazioni, opere e volatili delle specie più diverse.

Nella mostra “Koen Vanmechelen. The Worth of Life 1982/2019”, a cura di Didi Bozzini, oltre sessantacinque lavori, realizzati tra il 1982 ed il 2019, ne raccontano l’articolato percorso artistico mettendo in evidenza gli aspetti più prettamente plastici dell’opera dell’artista, con un’attenzione particolare al suo carattere neo-barocco.
In effetti, l’immaginario di Vanmechelen, che ruota intorno alla figura della gallina quale simbolo incarnato dell’evoluzione bioculturale, si nutre di reiterazioni iconografiche e di accumulazioni semantiche, di metafore e di metamorfosi, di teatralità e di allegorie, per dare origine ad un universo visuale proteiforme e irregolare come una perla scaramazza, di fatto barocco. Un universo di possente impatto emotivo, attraversato in tutta la sua estensione, tanto dall’energia della vita quanto dall’esuberanza del gesto creativo, nel quale la sollecitazione dell’intelletto è in primo luogo effetto del coinvolgimento estetico e del fascino viscerale che la trasfigurazione di forme naturali in immagini chimeriche esercita sullo sguardo. Attraverso i propri lavori, l’artista cerca infatti di ricreare la complessità della vita per magnificarla e celebrarne il valore in equilibrio dinamico tra il conoscere e l’immaginare, tra l’anima e l’animale, tra il bello ed il giusto. Lungo il percorso espositivo - tra sculture, dipinti, neon, fotografie e installazioni - i visitatori potranno trovarsi allo stesso tempo davanti ad un campo di grano delimitato, scoprire le mani di un gigante che offrono semi e proteggono un pulcino, perdersi con lo sguardo nei colori accesi di una pittura informale o ancora sfogliare un ponderoso volume contenente l’infinita serie costituita da miliardi di cifre e lettere con la quale si trascrive il genoma di una gallina.

Vanmechelen concepisce l’arte come prassi di re-invenzione della natura, porta di accesso privilegiata ai suoi segreti e presupposto della sua salvaguardia. E, simmetricamente, si rivolge alla scienza, quasi fosse una branca della poesia, chiedendole di materializzare in modo pressoché magico le visioni del suo fantasticare.
Koen Vanmechelen (1965) è un artista fiammingo, o più precisamente, limburghese. Vale a dire originario di quella regione situata tra la Vestfalia, il Brabante ed i Paesi Bassi che ha dato i natali a Bruegel, Bosch e Rubens. E nella quale, qualche secolo più tardi, è venuto al mondo anche Joseph Beuys. Nel suo lavoro Vanmechelen impiega una varietà di approcci differenti alla sua pratica interdisciplinare, dalla pittura e scultura, dai video alle installazioni, dal disegno alla lavorazione del vetro, oltre alle sue iniziative artistiche con soggetti viventi.

Nell’ultimo decennio, ha collaborato con scienziati di differenti discipline. Le sue ricerche e il suo lavoro gli hanno valso, nel 2010, un dottorato honoris causa presso l’Università di Hasselt e il premio Golden Nica Hybrid Art nel 2013. La sua ricerca, con il supporto dei suoi partner nel progetto, è confluita nella creazione della Open University of Diversity, per invitare personalità provenienti da differenti ambiti di studio, ricerca e pratica con l’obiettivo di impegnarsi in uno spazio di dialogo e in nuovi progetti che affrontino le idee riferite alla diversità. Vanmechelen ha esposto nelle principali istituzioni di tutto il mondo, tra cui The National Gallery di Londra, Victoria and Albert Museum (Londra), Museum Kunst Palast (Düsseldorf), Venice Projects (Venezia), Muziekgebouw aan ‘t IJ (Amsterdam), Museum of Art e Design (New York), Museo Pushkin (Mosca) e in tutto il Belgio, tra cui la Fondazione Verbeke, Watou, Museum M e Z33. Nel 2015 ha partecipato alla Biennale dell’Avana, dove il suo Cosmopolitan Chicken Project è stato responsabile della reintroduzione a Cuba di una specie di pollo autoctona estinta.

A luglio 2019, nella città di Genk in Belgio, Koen Vanmechelen inaugura LABIOMISTA, un progetto monumentale e poliedrico che riunisce i filoni fondamentali del suo lavoro e crea nuove opportunità di collaborazione e dialogo su alcune delle questioni sociali più pressanti e impegnative della società contemporanea. Il cuore di LABIOMISTA è lo studio di recente realizzazione dell’artista di 5.300 metri quadrati, progettato dal famoso architetto Mario Botta.

“LABIOMISTA è un omaggio al mix della vita stessa” dichiara l’artista. Il progetto, realizzato in stretta collaborazione con la città di Genk, incarna perfettamente l’arte e la filosofia di Koen Vanmechelen.

Il catalogo della mostra
“Koen Vanmechelen. The Worth of Life 1982/2019”
a cura di Didi Bozzini
Mendrisio Academy Press / Silvana Editoriale
27 x 27 cm, 144 pagine, Cartonato, 100 illustrazioni, b/n e colore
Edizione bilingue ITA/ENG
Prezzo in mostra 30 CHF/Euro
Prezzo in libreria 40 CHF/Euro

Introdotto da un testo di Mario Botta, il volume raccoglie i saggi critici del curatore Didi Bozzini insieme a quelli dello storico dell’arte James Putnam, del biochimico Marcus Thelen. Seguono un’intervista di Pierluigi Panza all’artista e un saggio autobiografico di Vanmechelen. All’interno sono presenti due sezioni iconografiche: le immagini delle opere in mostra e un album fotografico con le immagini dell’allestimento delle opere nel Teatro dell’architettura Mendrisio.

“Koen Vanmechelen. The Worth of Life 1982/2019” - 04 ottobre 2019 – 02 febbraio 2020 - A cura di Didi Bozzini

Mostra promossa da Fondazione Teatro dell’architettura
Teatro dell’architettura Mendrisio
Via Turconi 25 - 6850 Mendrisio, Svizzera

Open days con ingresso gratuito:
• domenica 10.11.2019, 12:00-18:00
• domenica 08.12.2019, 12:00-18:00
• domenica 12.01.2020, 12:00-18:00
• domenica 02.02.2020, 12:00-18:00

Calendario e orari di apertura del Teatro dell’architettura
Mostra “Koen Vanmechelen - The Worth of Life - 1982/2019”
dal 04 ottobre 2019 al 02 febbraio 2020:
• martedì / mercoledì / venerdì / sabato / domenica: ore 12.00-18.00
• giovedì: ore 14.00-20.00
• per informazioni su aperture e chiusure speciali: http://www.arc.usi.ch/tam

Ingressi
• Intero: CHF/Euro 10.-
• Ridotto: CHF/Euro 7.- (Studenti con tessera, FAI Italia, FAI Swiss, OTIA, AVS/AI, gruppi)
• Ingresso gratuito: Studenti e docenti USI-SUPSI, Amici dell’Accademia di architettura, tutti sotto i 18 anni e tutti gli studenti delle scuole del Cantone Ticino.
• Visite guidate nel programma aggiornato e su richiesta

Contatti e informazioni: Tel.: +41 58 666 5867 - E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


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