Arte e dintorni

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Una bella mostra, dedicata all’epoca d’oro del giornalismo italiano, e a quelle penne che hanno reso famosa la mitica Lettera 22 e che con i loro scritti hanno raccontato un mondo che cambiava.

La mostra presenta gli anni dal 1950 al 1990, un periodo importante: si usciva dalla guerra e da un ventennio di stampa controllata dal regime, e ci si avviava verso gli anni di piombo, le proteste di piazza e le lotte femministe fino a Solidarnosc, il crollo del muro di Berlino e della cortina di ferro con il disfacimento dell’URSS.

Anni importanti, durante i quali grandi quotidiani e settimanali vendevano milioni di copie e presentavano copertine che hanno influenzato il costume e segnato la storia sociale del nostro Paese. E grandi giornalisti scrivevano su macchine da scrivere passate alla storia, dettavano al telefono o registravano su apparecchi finiti ormai nelle soffitte. Senza cellulari, senza mail e senza computer.

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Nomi che hanno fatto la storia del giornalismo. Ci si trovano gli appunti di Enzo Biagi, le copertine di Guareschi, la macchina da scrivere e il registratore di Oriana Fallaci insieme al dattiloscritto della sua intervista a Lech Walesa, l’edizione speciale del Messaggero con le prime foto mandate dagli astronauti dopo l’allunaggio, evento storico di cui proprio il prossimo 20 luglio ricorrono i 50 anni.

In mostra tutti i modelli di macchine da scrivere della Olivetti, a partire dalla Lettera 22, in fila con i loro colori, e poi le copie dei giornali che hanno fatto la storia. Non mancano le pagine indimenticabili, come quella del Corriere il giorno della morte di Camilla Cederna, o i pezzi più belli di Buzzati, o le inchieste di Enzo Biagi e Giorgio Bocca. C’è anche la doppia pagina di Giovanni Guareschi con il disegno di Stalin all’inferno pubblicata nel marzo del 1953 dopo la sua morte.

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E poi le foto, tante, specchio di un’epoca, le foto dei giornalisti e delle redazioni, come quella del Corriere della Sera con tutto lo staff insieme al direttore, oppure quella di Indro Montanelli che batte i tasti della Olivetti che tiene in bilico sulle sue gambe, o quella di Mario Soldati con il sigaro e il bastone. E tutti gli altri, tanti, da non citare per non scontentare nessuno. Senza dimenticare i grafici e i tipografi, infaticabili lavoratori ad ore impossibili quando il giornale si faceva creando parola per parola in tipografia.
Questo e tanto altro nella bella mostra allestita nelle sale del Museo Civico Pier Alessandro Garda di Ivrea. Inaugurata il 31 maggio scorso, sarà aperta fino al 31 dicembre 2019.

Una buona occasione per recarsi ad Ivrea, interessante città che da un anno è stata iscritta nel Patrimonio dell’Umanità come “tipico esempio di città industriale del XX secolo”.

INFO
Da lunedì a venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00
Giovedì dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.30 alle ore 18.30
Sabato dalle ore 15,00 alle ore 18,00
Apertura straordinaria la prima domenica di ogni mese dalle ore 15,00 alle 19,00
Ingresso intero € 5,00, ridotto € 4,00. Valido l'abbonamento Torino Musei con Musei Torino Piemonte e Torino Piemonte Card

Foto ©Marina Cioccoloni 


archivio

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