Palati Raffinati

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Il Canavese, scrigno di bellezze ambientali e architettoniche, è un territorio da assaporare lentamente, girovagando tra colline, paesi e castelli. Di questi ultimi se ne contano 51, oltre a 37 di cui restano solo ruderi, più 20 ricetti e varie strutture fortificate e una trentina di torri singole.

Un territorio di passaggio, tra Italia e Francia, teatro di lotte e conquiste fin dai tempi degli antichi romani. A cavallo tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 il Canavese è teatro di una profonda trasformazione e apertura al turismo grazie alla costruzione di una rete stradale e ferroviaria che dà impulso allo sviluppo sul suo territorio di un’edilizia sia privata che industriale che coniuga Liberty e Art Nouveau privilegiando tra l’altro l’utilizzo della tradizionale terra rossa castellamontiana, un unicum tipico del territorio. Il Canavese diventa luogo di villeggiatura e mentre Giuseppe Giacosa trasforma la zona in un grande salotto letterario nascono molte ville in stile Liberty.

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Un patrimonio notevole spesso nascosto e di cui si parla poco. Chicche come Villa BiancoRomano Canavese,  una cittadina di 2700 anime 10 km. a sud di Ivrea sulla direttrice Torino-Aosta che con il suo impianto medievale e il ricetto, palazzotti barocchi e l’antico borgo è un luogo fuori dal tempo. Il primo fine settimana del mese di luglio Romano Canavese si anima con l’Ortensia Day. Tutta la cittadina lungo il percorso che dalla Chiesa di S. Pietro porta al Parco della Torre viene decorata con enormi piante di ortensie. Quest’anno la botanica e giornalista di Gardenia Eva Boasso presenterà il suo nuovo libro dedicato ovviamente alle ortensie.

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Ma torniamo a Villa Bianco, una tipica abitazione unifamiliare di inizi ‘900 che si affaccia sulla piazza principale del nucleo antico.  E' stata recentemente restaurata da una coppia di appassionati collezionisti, la musicista Cristina Ariagno e suo marito. I restauri dell'edificio hanno permesso di far riemergere pareti affrescati di raffinato gusto floreale. Si viene accolti da un pergolato di glicini e vite che introduce al giardino dal tipico impianto delle case di villeggiatura di inizio secolo, con la monumentale magnolia grandiflora al centro e i rustici cespugli di ortensie e altre essenze antiche nei toni bianco e blu.

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La villa è stata recentemente adibita a ristorante-caffetteria Liberty "Le Jardin Fleuri" al piano terreno mentre al piano superiore, visitabile su prenotazione, è riproposta un’abitazione borghese di primi ‘900 con alcune stanze arredate scrupolosamente con preziosa mobilia e arredi in stile Liberty originale frutto di anni di ricerche in territorio italiano e francese. Da segnalare la mobilia degli ebanisti Edouard Diot e Louis Brouhot e la pregevole sala da pranzo disegnata da Eugenio Quarti che era stata presentata all’Esposizione Internazionale d’arte decorativa di Torino del 1902.

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Fino al 30 novembre la mostra Donne in Liberty propone un percorso in cui, attraverso ceramiche, foto, litografie, disegni, gioielli, pagine di riviste d’epoca ecc. è rappresentata la donna dei primi del ‘900 tra sensualità e raffinatezza.

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A tavola si viene coccolati dallo chef Denis Iaccarini, con piatti della tradizione piemontese e liberty rivisitati in chiave moderna e con un pizzico d’oriente grazie all'esperienza maturata da Denis durante il suo percorso di crescita professionale. Rigorosa la scelta delle materie prime, con presidi slow-food del territorio come il riso gigante Vercelli e il coniglio grigio di Carmagnola. Protagonista nella lista dei vini, che privilegia l'Italia e la vicina Francia, l’Erbaluce di Caluso, in versione spumante millesimato, bianco e passito.

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Valore aggiunto la posateria d’epoca e i servizi in porcellana inglese e francese antica per una completa immersione nell’atmosfera incantata de Le Jardin Fleuri.

Il ristorante è aperto ogni sera dal mercoledì al sabato, e ogni sabato e domenica anche a pranzo.

Per ulteriori informazioni e prenotazioni: www.lejardinfleurigustiliberty.com

Foto ©Marina Cioccoloni


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