Palati Raffinati

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"Piantare un olivo è investire nel futuro e nelle nuove generazioni"

In 20 ettari di terreno ai piedi del Monti Martani (Spoleto) si sta concretizzando il nuovo progetto di ampliamento dei giovani olivicoltori Andrea e Stefano Gaudenzi dell'azienda di Trevi. La zona da Assisi a Spoleto è un paesaggio storico di grande fascino e il primo olivo è stato messo a dimora nel corso di una cerimonia suggestiva perché piantare un albero che darà frutti dopo molti anni significa investire nel futuro e nelle nuove generazioni.

Alla prima simbolica operazione, ideale in questa stagione, ne seguiranno altre poiche il progetto prevede subito la messa a dimora di 2.000 piante, 1.400 delle quali della varietà Frantoio e le restanti 600 di Leccino e Leccio del Corno. Seguirà a primavera l’impianto di 1.000 piante di Moraiolo e infine, entro l'autunno di quest'anno gli oliveti saranno completati con altre 3.000 piante delle cultivar Sanfelice, Nostrale di Rigali e Dolce Agogia, varieta' autoctone umbre.

Andrea Gaudenzi, è stato recentemente invitato dalla FAO a partecipare a un importante simposio dedicato all’innovazione in agricoltura nelle aziende di proprietà familiare e come rappresentante della Fascia Olivata Assisi-Spoleto, che ha recentemente conseguito l’importante riconoscimento di Global Important Agricultural Heritage. È l'unico territorio italiano a essere stato inserito nella lista dei siti caratterizzati da un paesaggio di incomparabile bellezza che combina agricoltura, biodiversità, ecosistemi e retaggi culturali. Nel suo intervento, l'olivicoltore ha sottolineato l’importanza che l’innovazione ha nella messa a punto di nuove tecniche estrattive che hanno portato a un innalzamento della qualità degli extra vergini. Ma ha anche posto l’attenzione sul proprio ruolo di “custode” di una tradizione secolare che ha reso il paesaggio di Trevi un unicum.

Andrea e Stefano amano dire che sono nati tra gli olivi, e dunque il rispetto del paesaggio e della sua biodiversità diventa un imperativo che va di pari passo a quello di una produzione qualitativamente sempre più elevata. Le due cose non escludono l’altra, anzi, sono elementi necessari di un processo produttivo che vede la tecnologia come supporto a un’attività che è e deve restare artigianale. Alla cerimonia dell'impianto del primo albero di olivo oltre alla famiglia Gaudenzi in gran completo sono intervenuti l’assessore regionale all’agricoltura Fernanda Cecchini, il sindaco di Spoleto Umberto De Augustinis e quello di Trevi Bernardino Sperandio.

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Gli impianti sono stati progettati dall’agronomo Andrea Sisti del Landscape Office Agronomist di Perugia e presentano soluzioni tecnologiche innovative e del tutto inedite in Italia. Sisti ha infatti studiato le mappe aziendali a partire dal 1955 per poter mettere a punto un progetto che salvaguardi il paesaggio e al contempo consenta una perfetta gestione delle piante con un impatto ambientale ridotto al minimo. Sono stati prima di tutto individuati nove diversi “poderi” dove impiantare le diverse cultivar, tutte tipiche della Dop Umbria, e sono stati studiati i venti per poter orientare i filari degli impollinatori nella giusta posizione. I sesti di impianto sono accordati alle diverse cultivar e ogni podere avrà un proprio profilo organolettico ben definito. I terreni sono stati trattati in modo da garantire un adeguato drenaggio, e si è pensato al recupero delle acque in modo da alimentare un impianto di irrigazione di soccorso. Ma la soluzione tecnologica più innovativa è forse rappresentata dall’impianto ad aria compressa alimentato da energia fotovoltaica che metterà in funzione strumenti come le forbici per la potatura e gli scuotitoi per la raccolta, evitando in tal modo l’ingresso in campo dei trattori.

Il professor Maurizio Servili dell’Università di Perugia, che collabora da anni con la famiglia Gaudenzi, nel corso della presentazione del progetto ha voluto sottolineare l’importanza che due giovani abbiano deciso di dedicare la propria vita all’olivicoltura, in un momento in cui l’Italia è purtroppo l’unico paese al mondo dove la produzione di olio extra vergine diminuisce, a fronte di una Spagna che da sola rappresenta il 40% della produzione mondiale di olio. Andrea e Stefano Gaudenzi sono figli d'arte, cresciuti tra gli olivi e nel frantoio dell'azienda che negli anni ha saputo conquistare numerosi riconoscimenti ed attestati in Italia e all'estero. L'azienda, datata anni Cinquanta fu fondata dal nonno e gestita con criteri di avanguardia per l'epoca. La grande volta fu voluta dai genitori Francesco e Rossana che subentrarono nella conduzione dell'azienda, attrezzata anche per attività didattica. L’esigenza di avere un patrimonio varietale diversificato, la costanza della produzione e la costruzione di un paesaggio rispettoso della connotazione culturale del territorio. In questi anni Stefano ed Andrea sono cresciuti diventando parte integrante dell’azienda familiare contribuendone alla crescita e all’innovazione. Qui l'olivicoltura ha una lunga storia ed ha costituito la struttura di un ambiente socio-culturale e paesaggistico dell’Umbria, la Costa Trevana.

Ma qual è il segreto per produrre un ottimo extra vergine? "E’ al momento della frangitura che si forma l'aromaticità dell'olio, in funzione di diversi parametri tecnici dell'operazione – spiega Francesco Gaudenzi – a monte c'è il giusto momento di raccolta e la combinazione delle varietà. Si tratta di trarre il meglio nel rispetto della tradizione, del territorio, della tipicità e della stagionalità". ​La grande sfida che i giovani agricoltori di oggi si trovano a dover affrontare è quella di mantenere la propria tradizione e la propria cultura producendo cibo dalle elevate caratteristiche organolettiche. Nel loro caso, in particolare, si tratta di riuscire a produrre un grande olio in un grande territorio.


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