Partiamo

 carpino e i borghi della daunia dove i laghi incontrano il mare 01

Da lontano i borghi della Daunia, la Puglia del Nord, sembrano manciate di sassi bianchi lanciati sulle colline, tra l’argento degli ulivi e gli specchi d’acqua che li riflettono. Eppure entrando dalle antiche porte, quasi sommerse da stratificazioni urbanistiche che raccontano la vita dei suoi abitanti, i borghi della Daunia mostrano la loro vitalità, aprendosi all’accoglienza e rivelandosi con il calore e la semplicità con cui si accolgono gli amici.

Ne abbiamo conosciuti tre di questi borghi, visitando un’area tra le più interessanti, tra l’Adriatico e l'entroterra in cui sono gli oliveti a definire il paesaggio: Carpino, Ischitella e Cagnano Varano, un triangolo di piccoli agglomerati urbani nel parco Nazionale del Gargano e che insieme comprendono la vasta area del Lago di Varano.

Si scoprono antichi frontoni e frammenti di torrioni inglobati parzialmente tra le case e i vicoli, in un disordine urbanistico unificato solo dalla pietra bianca in quella che Norman F. Carver in un suo libro definisce "Architettura senza architetti dei borghi collinari", dove si può ancora intravedere un modo di vivere, un modo di costruire, un'atmosfera che si è conservata per centinaia di anni, un'integrazione dell’uomo con il paesaggio. Sorprende come nonostante i ripetuti fenomeni migratori che hanno svuotato le case, questi borghi nel loro complesso conservino la propria identità attraverso la solidità delle tradizioni.

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Una cultura non colta, ma di territorio, aperta alla condivisione, che ultimamente ha conquistato un segmento turistico speciale, esperienziale, che vuole non solo conoscere ma sentirsi parte di un luogo, dedicandovi il tempo giusto, gustandone il cibo e dialogando con le persone. L'offerta enogastronomica sembra essere quella più attrattiva e coinvolgente perché sedersi a tavola non è solo mangiare ma entrare nella cultura popolare e nei suoi riti. Per Luca d'Andrea di Slow Food le piccole produzioni artigianali dell'agroalimentare del Gargano e dei Monti Dauni sono sempre più apprezzate dai visitatori. "E' aumentata- ha detto- la consapevolezza del consumatore finale verso le nostre produzioni tipiche come l'arancia garganica, le carni podoliche e il caciocavallo, la pecora Gentile e la fava di Carpino. Oggi è la qualità, e non il prezzo, a prevalere nelle scelte".  Infatti c'è molto da apprezzare a tavola, ed è ancora facile trovare mamme e nonne in cucina, timide e riluttanti a uscirne per ricevere i complimenti di rito. Immancabili le orecchiette, fave e cicoria e la "regina" dei legumi: la fava di Carpino, "spaziale" presidio Slow Food che ha soddisfatto persino il palato dell'astronauta Samantha Cristofoletti.

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La bellezza di Carpino, Ischitella e Cagnano Varano è nelle piazze, nei vicoli, nella sua gente, ma anche nelle colline verdissime da cui si osserva l'ambiente lacustre dei laghi di Lesina e di Varano e il mare in cui attraverso canali le loro acque giocano ad inserirsi. Quello di Varano, compreso tra i tre comuni, con i suoi 60 kmq è il più grande lago costiero d'Italia. Ma in realtà è una laguna scavata nella massa calcarea, tra il promontorio di Monte d'Elio e la punta di Rodi Garganico. Alimentata da due sorgenti sotterranee, comunica con il mare Adriatico tramite due canali da cui a nord è separato da una strettissima linea di terra, chiamata “isola”, lunga una decina di km e larga uno, coperta di pini e di eucalipti. Infinite le possibili escursioni naturalistiche che portano alle sue rive. Di grande interesse quello che parte dalla grotta carsica di San Michele, dove apparve l'Arcangelo. Secondo la tradizione venne visitata sia da San Francesco e da San Pio. Particolari contenitori raccolgono l'acqua sacra che gocciola dal soffitto e gli altari minori sono dedicati a vari santi tra cui Santa Lucia, San Raffaele e la Santissima Annunziata. Partendo dalla grotta, lungo la via della transumanza si raggiungono le sorgenti di Bagno di Varano e i Pannoni, grotte naturali una volta abitazioni dei pescatori. Persiste una buona attività di pesca anche di esemplari di mare, per la contaminazione tra acqua dolce e salata.

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La località balneare Foce Varano, molto frequentata in estate, appartiene al comune di Ischitella. Originariamente la città era una postazione difensiva. Nel periodo svevo, infatti, il suo nome era accompagnato dal termine "castrum". E' situata in collina fra il mare e la Foresta Umbra e vanta vari chilometri di spiaggia accessibile. La devozione popolare diffusa portò all'edificazione di chiese che vale la pena visitare, come Sant'Eustachio o quella del Purgatorio. Davanti al convento di San Francesco è venerato l'albero del Santo, ormai secco, in ricordo di un antico miracolo: avrebbe messo radici capovolto.

Cagnano è stato un antico insediamento romano di cui si sono trovate tracce e sorge sull'antica città di Uria. Vale la pena di smarrirsi nei vicoli, scoprendo tracce del passato e la vitalità del presente tra le architetture religiose, tra i camminamenti tra le piccole costruzioni e tronconi di contrafforti ormai inutili. Sulla piazza centrale del paese si affacciano il Palazzo Municipale (ex convento francescano con chiostro settecentesco), e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Degna di interesse è anche la chiesa tardo barocca a croce latina di Santa Maria della Pietà. Ma è Carpino, tra i tre borghi del lago di Varano, che regala più sorprese soprattutto per la sua fama musicale che da tempo ha varcato i confini foggiani e nazionali. Il merito merito va ai suoi cantori, protagonisti di uno stile musicale unico con un repertorio che si avvicina alle scholae della tradizione pastorale garganica ma che nello stesso tempo se ne distacca per il suo carattere proprio. Sono canti popolari, serenate contadine (d'amore ma anche "di sdegno", o di rabbia, si è stati lasciati dall'innamorata) e soprattutto tarantelle particolari, del tutto originali rispetto ad altre espressioni musicali pugliesi. Le tecniche vocali esulano da qualsiasi stilizzazione colta, accompagnate da chitarra battente o classica francese dalle castagnole (sorta di nacchere) dal tamburello (Tammorra) con piccoli sonagli. Durante una serata dei cantori in trasferta a Milano uno dei loro estimatori, Eugenio Bennato, disse che la gente pensava di ascoltare gospel americani.

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L'associazione dei Cantori di Carpino costituita in modo organico risale agli anni Venti. Il pioniere era Antonio Piccininno, che portò avanti la sua missione fino al 2016 quando a quasi 100 anni se ne andò, lasciando il testimone ad altri appassionati. Nel 1997 la passione corale dei carpinesi acquistò una dimensione internazionale con la nascita dell'Associazione Culturale Carpino Folk Festival che ogni anno in agosto richiama decine di migliaia di appassionati da tutto il mondo. Ma Carpino ha anche la vocazione dell'olio extravergine di oliva e come tale è stata recentemente protagonista di un importante accordo con l'Associazione delle Città del Vino. Vino e olio sono infatti prodotti simbolo del'identità e della cultura gastronomica italiana e capisaldi della dieta mediterranea, come ha sottolineato il sindaco Rocco di Brina. Gran finale in piazza,alla festa “Frasca, Fanoia e Olio novello”, intorno al tradizionale falò di rami d'ulivo, al suono delle tarantelle dei cantori e gustando zuppe di legumi. Una consuetudine per i carpinesi scandita da riti e tradizioni immutati nel tempo, sempre attuali e pronti per essere tramandati ai giovani.

www.comune.carpino.fg.it 
www.comune.ischitella.fg.it
www.cagnanovarano.gov.it
Comune di Carpino www.comunecarpino.it


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