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La Pinacoteca Comunale Casa Rusca è il ritrovo degli amanti dell’arte contemporanea. Collocata in una costruzione settecentesca restaurata e inaugurata nel 1987 conserva e presenta, attraverso esposizioni temporanee, le collezioni d’arte di proprietà della città di Locarno.

Casa Rusca ospita dal 9 settembre 2018 al 6 gennaio 2019 un’ampia retrospettiva dedicata a Sandro Chia, uno degli interpreti più significativi della cultura artistica contemporanea, la cui produzione è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo. L’esposizione offrirà la possibilità di ammirare, per la prima volta in Svizzera, un’accurata selezione di oltre 50 dipinti di grande formato, realizzati dal 1978 fino alle opere più recenti, di uno dei protagonisti assoluti della Transavanguardia. É questa anche l’occasione per una riflessione sulla corrente artistica degli anni Ottanta, attraverso le opere di Chia e di altri suoi esponenti: Mimmo Paladino, Nicola De Maria, Francesco Clemente ed Enzo Cucchi. Un movimento, quello della Transavanguardia, apparentemente di riflusso rispetto al concettualismo dell’arte povera, che trovò nel critico Achille Bonito Oliva la propria autorevole guida nel recupero degli stimoli che avevano alimentato alcune delle avanguardie storiche come l’espressionismo, il fauvismo e la metafisica. Impulsi che nell’opera di Sandro Chia, tradotti in narrazioni spesso oniriche, si concretizzano in un vigore barbarico, fondendo confessioni intime al gusto per la teatralità. Ne scaturisce una figurazione d’impronta mediterranea che ha saputo in breve tempo imporsi a livello internazionale, anticipando per certi aspetti il passaggio dalla modernità alla postmodernità, fatta di piccole narrazioni quotidiane, del ritorno al particolare, e soprattutto da una nuova attenzione al segno, alla forma e al colore. I punti di riferimento di Chia spaziano dai grandi maestri del passato quali Masaccio, Michelangelo agli artisti del Novecento De Chirico, Cézanne, Picasso a Chagall. Chia si appropria di questo enorme patrimonio della pittura figurativa per rielaborarlo nella sua idea dell'arte.

Per Chia “la pittura è un mondo di libertà senza limiti, senza confini” e le opere sono lo strumento per lasciarsi andare a ogni sorta di avventura o di sfida. Elemento imprescindibile nell’approccio all’artista è il suo uso del colore: dirompente, variopinto, tendente a repentini mutamenti. L’opera pittorica di Chia scaturisce da una fervida fantasia in cui si incontrano mito, letteratura ed eventi della quotidianità. Sia che illustri temi umili o sublimi, l’artista umanizza i suoi “eroi” dall’aspetto monumentale e fa vivere loro le problematiche del presente: incomunicabilità, difficoltà dei rapporti umani, materialismo, assenza di ideali, atteggiamento passivo nei confronti della società. Davanti allo spettatore si schiude un mondo di immagini forti, provocatorie, poetiche e toccanti. Le composizioni, insieme agli spunti proposti dai titoli, rivelano un’infinità di possibilità interpretative dei soggetti e dei temi centrali attorno ai quali si articola la ricerca dell’artista: il viandante, il pittore, il padre e il figlio, l’angelo, il naufrago, la vicinanza della natura alla vita dell’uomo, la sensualità del corpo, l’ispirazione, la melanconia.

La mostra è accompagnata da un catalogo con le riproduzioni a colori di tutte le opere esposte, corredate da una scheda esplicativa.

SANDRO CHIA - Biografia
Nasce a Firenze il 20 aprile 1946. Frequenta l’Istituto d’Arte e si diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1969. Visita l’India, la Turchia e gran parte dell’Europa prima di stabilirsi a Roma; nel 1971 ha luogo la sua prima personale alla Galleria La Salita. Durante gli anni Settanta il suo lavoro si distanzia gradualmente dalle sperimentazioni concettuali a favore di uno stile più figurativo, attirando l’attenzione della critica italiana e internazionale. Nel 1980 ottiene una borsa di studio dalla città di Mönchengladbach (Germania) e vi lavora per un anno, per poi trasferirsi a New York dove vive per i successivi due decenni, pur continuando a spostarsi frequentemente tra questa città e l’Italia. Negli anni Ottanta diventa uno dei protagonisti della Transavanguardia, movimento artistico che lo coinvolge, unitamente a Mimmo Paladino, Nicola De Maria, Francesco Clemente ed Enzo Cucchi, alle Biennali di Parigi e San Paolo, e più volte alla Biennale di Venezia. I suoi lavori sono stati esposti in prestigiose mostre in alcuni dei maggiori musei del mondo. Tra i più noti spazi museali internazionali che gli hanno dedicato delle esposizioni citiamo lo Stedelijk Museum di Amsterdam (1983), il Metropolitan Museum di New York (1984), la National Galerie di Berlino (1984, 1992), il Musée d’Art Moderne di Parigi (1984), i musei di Düsseldorf (1984), Villa Medici a Roma (1995), il Palazzo Reale a Milano (1997), il Museo Archeologico Nazionale di Firenze (2002) e la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma (2009). Attualmente vive e lavora tra Miami, Roma e Montalcino dove, nel Castello Romitorio di sua proprietà, si occupa anche della produzione di pregiati vini tra cui il rinomato Brunello.


INFO: Dal 9 settembre 2018  al 6 gennaio 2019. Pinacoteca Comunale Casa Rusca, Piazza Grande, 18, Locarno (Svizzera)


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