Palati Raffinati

cresce il consumo di vino di alta qualita negli stati uniti 01
Gli Stati Uniti hanno rappresentato da sempre un modello di sviluppo economico, sociale, culturale, possibilmente da imitare. Ma oggi rappresentano il primo mercato al mondo per consumo di vino, aumentato del 28% negli ultimi dieci anni arrivando a 32 milioni di ettolitri. Che per la vastità del territorio non è ancora molto se si considera che pesa appena per il 10% sul consumo totale di bevande alcooliche (per l’80% si tratta di birre). Inoltre il 44% di tutti i consumi di vino si concentra in appena 5 Stati: New York, California, New Jersey, Texas, Florida. Insomma gli Stati del consumo del vino.

Circa un terzo dei consumi statunitensi di vino si riferisce a prodotti d’importazione, cresciuti nel decennio del 33%, arrivando ad un valore di circa 5,5 miliardi di dollari. La quota dell’Italia è passata dal 31% al 34% nel caso dei vini fermi imbottigliati e dal 13% al 32% nel caso degli spumanti.

«Gli Stati Uniti al pari di molti altri mercati internazionali stanno vivendo una rilevante fase di crescita per i vini di alta qualità» ha sottolineato Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor.

cresce il consumo di vino di alta qualita negli stati uniti 02Denis Pantini

E’ un mercato fortemente in espansione e dalle potenzialità rilevanti.
Istituto Grandi Marchi (sorto nel 2004 per promuovere la cultura della vite e dei vini di pregio e composto oggi da 19 rinomate aziende vitivinicole che vanno da Antinori a Gaja, da Biondi Santi a Masi, da Tenuta San Guido a Tasca d’Almerita, nel 2016 ha registrato un fatturato complessivo di 540 milioni euro) e Nomisma Wine Monitor hanno presentato a Roma una ricerca sul consumo dei fine wines negli Stati Uniti, condotta su 2.400 consumatori di vino nei 4 Stati federali maggiori importatori di vino italiano (New York, Florida, New Jersey, California).

 

cresce il consumo di vino di alta qualita negli stati uniti 03Piero Mastroberardino

Piero Mastroberardino, presidente dell’Istituto Grandi Marchi, sottolinea che «la tendenza positiva deve ricordarci di lavorare con grande determinazione ed efficacia alla ricerca del corretto posizionamento di pregio per il nostro prodotto, lavorando sempre più per la crescita del valore perché i volumi discendano da un corretto approccio al valore e non da una logica di price competition. Il primato sui volumi non può essere un tema da celebrare a prescindere, dato che i volumi senza il valore portano allo sgretolamento della filiera per mancanza di capacità di remunerare gli investimenti effettuati».

La ricerca evidenza come l’Italia abbia un enorme vantaggio competitivo rispetto ad altri paesi importatori dato dal fatto che il nostro paese gode di una reputazione molto elevata presso il consumatore americano. Il vino italiano piace perché rispecchia l’Italian style, collegato - secondo gli intervistati - ai concetti di bellezza, moda e lusso.

Foto © Enzo Di Giacomo 


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