Si deve all’amore per l’arte di Monica Cardarelli, direttrice della Galleria del Laocoonte a Roma, e Marco Fabio Apolloni se la cittadina di Sabaudia può rendere omaggio al cantore per eccellenza dell’Agro Pontino malgrado l’assenza delle pubbliche istituzioni. Duilio Cambellotti, insieme ad un gruppo di giovani romani si muove per le povere terre malariche della pianura pontina, anni prima della bonifica e conseguente riforma fondiaria, nell’intento di recuperare e far conoscere l’arte popolare presente in queste campagne. Sono gli anni caratterizzati dagli ultimi sussulti dell’arte impressionista, giunta e riveduta da noi attraverso vari movimenti. Sulle ceneri impressioniste nascono gradatamente nuovi movimenti artistici, alcuni dei quali saranno identificati come avanguardie.

Comune a tutti questi, avanguardie o meno, è l’abbandono dell’atelier, il lavoro per strada o comunque attingere fuori dagli studi soggetti ed ispirazione da tradurre poi nelle loro opere. E’ intento comune di questi giovani da un lato aprire alla cultura e alla modernità nuove masse popolari fino allora escluse per indirizzarle verso un futuro civile anche attraverso forme nuove di alfabetizzazione culturale, e dall’altro attingere e recuperare forme artistiche nascoste spesso negli antichi mestieri e nelle botteghe di validi artigiani. In questa opera di recupero e propagazione della cultura una nota di particolare merito si deve al recupero dell’arte romana della vetrata, già da molto tempo trascurata e bistrattata.

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Cesare Cambellotti: “Paesaggio innevato della Sila”. Bozzetto per manifesto ferroviario. Anni 1950. Tempera su carta riportata su tela.

La collaborazione poi con un maestro vetraio romano: Cesare Picchiarini, consentirà sia a Duilio Cambellotti che ad altri giovani artisti quali Paolo Paschetto, di realizzare dei veri e propri capolavori d’arte vetraria che oggi sono il vanto di antiche residenze nobiliari, importanti ministeri, sedi di ambasciate, luoghi di culto e collezioni museali permanenti di grande richiamo, quali quella esposta nella Casine delle Civette nel Parco di Villa Torlonia a Roma. Sostegno a quanto sopra è offerto nella prefazione al catalogo da Monica Cardarelli che scrive: “Duilio Cambellotti è il genio senza sregolatezza, l’artista senza la follia. Colui che ha nutrito la sua arte della natura che grato studiava intorno a sé. Dall’Agro Pontino ha tratto ispirazione per dare forma ad alcune delle sue opere più significative, ed è sempre in queste terre che ha concretizzato il suo impegno sociale per l’alfabetizzazione dei figli dei contadini…..Per questo già due anni fa ci siamo messi a lavorare sul nucleo di opere che nel tempo avevamo riunito. Studiare ciascun pezzo di questa collezione, le sculture in gesso o bronzo, le tempere, le chine, le litografie, i piccoli e grandi schizzi, le medaglie in bronzo, cera, gesso e terracotta è stata un’occasione straordinaria di riflessione….”

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Duilio Cambellotti: Studio di vetrata per la cattedrale di Teramo raffigurante Santa Maria Assunta ed Angeli – 1931. Inchiostro su carta lucida. Vetrata realizzata dal vetreria Cesare Picchiarini di Roma.

Il percorso espositivo che ospita una sola opera estranea a Duilio Cambellotti ritratto da Giacomo Balla, presenta un considerevole numero di opere raccolte in forma omogenea in una cinquantina di gruppi che hanno interessato l’intero arco operativo dell’artista nella sua lunga e fortunata carriera. Così, ad esempio, nel gruppo dei disegni predisposti per essere riportati su illustrazioni a stampa, ci sono oltre venti diversi soggetti che vanno dagli alberi, ai vecchi, ai bambini, ad un sigaro su posacenere fino allo studio abbandonato di un pittore con tavolozza e pennelli insieme a ragnatele. Una rassegna che deve essere seguita con il catalogo in mano, dove ciascuna opera esposta è dettagliatamente descritta fin dalla sua nascita e tutte sono accompagnate da schede critiche e studi ad opera di specialisti quali Anna Maria Damigella, Francesco Parisi, Francesco Tetro, oltre i già ricordati Marco Fabio Apolloni e Monica Cardarelli che di tutta questa iniziativa è stata il vero “Deus ex machina”.

INFO: Sabaudia, Museo Emilio Greco, Piazza Comunale, fino al 2 luglio 2017 con orario: maggio lun. - ven. 16 – 19; sab. e dom. 10-13; giugno lun. - ven. 17.30 – 20.30; sab. e dom. 10.00 – 13.00; luglio sab. e dom. 19.00 – 23.00. Catalogo edito da De Luca Editori d’Arte, ricco di tavole a colori, pagine 145, costo €.36,00.

Foto © Donatello Urbani


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