La convivenza sul territorio tra terremoto ed arte non è mai stata delle più cordiali, grazie soprattutto alle terribili ed improvvise scosse telluriche che aggrediscono con furia distruttiva le opere sia architettoniche che d’arte presenti in superficie. Prova di tutto questo è fornita da una mostra allestita nella prestigiosa sede romana del Pio Sodalizio dei Piceni all’interno del Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro che oltre a documentare le distruzioni d’interi centri abitati marchigiani, causate dai terremoti di questi ultimi due anni, ospita prestigiose opere d’arte recuperate fra le macerie nella Provincia di Fermo.

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Vittore Crivelli, Incoronazione di Maria Vergine e Santi Pinacoteca civica, Sant’Elpidio a Mare. Tavola

Apre il percorso espositivo una tela di Pieter Paul Rubens “L’Adorazione dei pastori”, dipinta nel 1608 nel corso dell’ultimo anno del suo primo soggiorno in Italia per la chiesa di San Filippo a Fermo, alla quale fanno da contraltare due tele con identico tema; una commissionata dall’Associazione dei Marchigiani residenti a Roma a Pietro da Cortona, esponente di primo piano del barocco, per la chiesa di San Salvatore in Lauro, e l’altra realizzata da Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccio, per la chiesa di Santa Maria del Carmine a Fermo. La qualità artistica delle tre opere è talmente alta da essere fuori da qualsiasi considerazione e, sebbene esposte nella stessa sala, sono al di sopra di qualsiasi confronto, malgrado la tentazione di porle in competizione per i diversi effetti cromatici e stilistici. Comune a tutte è la testimonianza innegabile di come nel Seicento “giunga anche in questa lontana provincia una cultura figurativa di respiro europeo” come scrivono i curatori.

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Pietro Paolo Rubens, “Adorazione dei pastori”, Pinacoteca civica, Fermo. Olio su tela

Merita, invece, un riferimento a parte la tela di Ruben che la cocuratrice della rassegna Anna Lo Bianco ha voluto riaffermare: “Tutta l’opera dimostra quanto il rapporto con l’antico sia essenziale per Rubens, anche se interpretato in modo personale e creativo; ma anche con la cultura figurativa del periodo che nel suo breve e denso soggiorno italiano conosce e apprezza. Un precedente da tutti riconosciuto per la pala di Fermo è la famosissima Adorazione dei pastori di Correggio, detta anche la Notte, ma nella schiera degli angeli in picchiata verso il basso, l’opera è anche un evidente omaggio alle invenzioni di Tintoretto. E’ infine evidente che Rubens guarda con interesse a un grande protagonista del momento, appena più anziano, Caravaggio, come testimonia il forte contrasto chiaroscurale”.

 

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Pietro Berrettini (da Cortona) “Adorazione dei pastori”, Chiesa di San Salvatore in Lauro, Roma. Olio su tela.

Il percorso espositivo prosegue poi nella seconda sezione avendo prima attraversato vari corridoi ed ex depositi di vettovaglie, non più utilizzati dal pio Sodalizio dei Piceni, alle cui pareti fanno bella mostra di sé bellissime fotografie che riproducono gli antichi borghi e gli affascinanti paesaggi marchigiani che sono stati al centro delle recenti attività telluriche.

In questa seconda sezione troviamo opere altrettanto significative della cultura marchigiana, infetti qui, come scrivono i curatori: “è possibile ammirare una straordinaria raccolta di pale e polittici rinascimentali, di Carlo e Vittore Crivelli, Pietro Alemanno, Ottaviano Dolci e Giuliano Presutti. Oltre che dalla città di Fermo le opere provengono da piccoli centri come Massa Fermana, Sant’Elpidio a Mare, Sant’Elpidio Morico e Monte San Pietrangeli. Viene così in evidenza la particolare cultura figurativa che ha caratterizzato quei territori marchigiani nel XV e all’inizio del XVI secolo, a partire dall’arrivo da Venezia di Carlo Crivelli e, dieci anni dopo, di suo fratello Vittore. Nasceva allora quella “diffusione del patrimonio” che ancora caratterizza il territorio, in una stagione straordinaria, quella rinascimentale, della quale ogni piccolo centro, ogni valle, ogni paese conserva una significativa testimonianza”.

Di grande interesse sono tutte le opere esposte in queste due sale che concludono tutto il percorso espositivo. Merita fra queste una segnalazione l’opera di Carlo Crivelli, caposcuola e l’iniziatore di una vera e propria scuola artistica, che insieme al fratello Vittore e l’allievo Pietro Alemanno opereranno insieme ad artisti locali quali Ottaviano Dolci e Giuliano Presutti presenti in mostra con opere che esibiscono tracce espressive di quel mirabile momento voluto e sostenuto da una committenza fermana che i critici d’arte Pietro Zampetti e Federico Zeri li hanno classificati, insieme ai Crivelli, “esponenti di un rinascimento adriatico”.

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Giuliano Presutti Madonna con bambino e santi, Pinacoteca Comunale, Fermo

Una rassegna questa che a buon titolo può definirsi “una manciata di gioielli” ed ha in se tutti i requisiti per suscitare l’interesse non solo degli addetti alle arti visive quanto documentare i rischi ed i pericoli causati dai terremoti sul tessuto culturale, sull’identità di un’intera comunità e “accendere l’attenzione del pubblico su quel patrimonio artistico e sensibilizzarlo affinché, con il contributo più largo, sia possibile al più presto tornare ad ammirare quei tesori d’arte”, come ha posto in risalto il Sindaco di Fermo Paolo Calcinaro in occasione dell’inaugurazione.

INFO: Roma, Piazza San Salvatore in Lauro (Via dei Coronari) fino al 9 luglio 2017 tutti i giorni, esclusi i festivi, con orario 10,00/13,00 – 16,00/19,00, E’ gradita un’offerta libera che sarà destinata ai restauri a Fermo e negli altri centri del territorio. Info su www.crivellirubens.it

Foto © Donatello Urbani


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