Significativo è il titolo di questa rassegna “Messaggera”, uno scorcio d’arte francese al femminile nella prestigiosa sede dell’Académie de France a Rome. Oltre all’esplicito riferimento al cognome dell’artista, sulla falsariga di un vero e proprio messaggero, presenta alcune delle opere più significative della lunga carriera di Annette Messager, artista che si muove con disinvoltura tra i riferimenti della storia dell’arte e della cultura popolare. Opere, in parte ideate appositamente per questa occasione che pongono in evidenza alcuni aspetti che più da vicino sono presenti nella società femminile francese e, come scrivono i curatori sono state:” costruite attorno al quotidiano delle donne, di cui esplora le rivolte, le paure e i fantasmi con frammenti di tessuto, matite colorate, immagini adulterate, un mix di orribili mostri che si ergono su aste d’acciaio, bambole e pupazzi incappucciati.

Sempre gli stessi curatori di questa rassegna, insieme alla Direttrice dell’Accademia francese a Roma: Muriel Mayette-Holz, offrono riferimenti su questa artista: “Classe 1943, Leone d’oro alla Biennale di Venezia del 2005, nel 2016 Annette Messager vince il prestigiosissimo Praemium Imperiale International Arts Award per la scultura. Scultura, dunque, ma anche disegno, pittura, fotografia, scrittura e ricamo sono gli strumenti dei quali l’artista si serve per riflettere con ironia e attitudine “punk” sul proprio vissuto; una produzione che è stata oggetto di importanti mostre come le retrospettive al Musée de la Ville de Paris e al MoMA di New York, entrambe nel 1995, e al Centre Pompidou di Parigi nel 2007. Per Messager anche un’incursione in Italia negli anni ‘70, alla galleria Il Diagramma di Milano, che ricevette l’attenzione di Umberto Eco,il quale, molti anni dopo,avrebbe invitato l’artista alla sua grande mostra al Louvre nel 2009”.

annette messager a villa medici 01

 “Les uterus fleurissent chez Malthus”

Il percorso espositivo si articola dal pian terreno del corpo di fabbrica per proseguire sia nel giardino che nel cottage che un tempo ha ospitato lo studio del precedente direttore Balthus, le cui pareti, per questa rassegna, sono state tappezzate con una carta da parati costellata da disegni di uteri, contrapposti a una Gioconda che riporta, in modo provocatorio e irriverente slogan “Balthutérus” o “No God in my vagina”. « Ho disegnato l’utero», spiega l’artista «perché richiama i vasi di fiori; alcuni fiori però, come le orchidee, possono sembrare minacciosi. La donna fa sempre un po’paura. Non va dimenticato che l’isteria deriva dalla parola utero». Significativa è anche la lettura che ci offre la direttrice dell’Accademia che mette in relazione le tumulazioni presenti nel cottage, realtà di morte, con le opere dell’artista, simboli generatrici di vita, in un confronto esorcizzante .

Diversi sono i contenuti ed i significati delle opere presenti sia nel giardino che negli spazi interni di Villa Medici dove l’artista, come scrivono sempre i curatori: “mette in discussione i pregiudizi con una volontà: quella di convertire i tabù in totem” ai quali danno conferma e riscontro un’affermazione dell’artista:«Trasformare per me è come giocare. Ma giocare seriamente, come fanno i bambini. E mi considero una bambina molto antica». Qui non può mancare un preciso riferimento a Pinocchio al quale Annette Messager si è ispirata per l’opera Casino che le è valsa il Leone d’oro alla Biennale di Venezia nel 2005.

Questa opera è suddivisa in due diverse interpretazioni: una in bianco e nero di soli disegni a matita e l’altra di rimando è una composizione di matite colorate, tante quante le letture che si possono dare all’opera principe dei bambini di tutto il mondo. «Pinocchio è un eroe universale, una metafora dell’uomo. È il bello e il brutto, il lato oscuro e il lato meraviglioso, pieno di fantasia degli esseri umani. Tutti noi lottiamo come burattini manipolati». Un messaggio di lotta è anche quello che affrontano i tanti migranti sulla “jungle” della spiaggia di Calais in attesa di espatriare in Inghilterra, privi di tutto, persino di carta igienica, la stessa che pende dalle tre marionette colorate dell’installazione dall’emblematico titolo “3 Pantins PQ”, oppure le lotte per la sopravvivenza che affrontano gli uccelli catturati dalle reti nelle uccellagioni e, in questa occasione, utilizzate per realizzare le opere “Spaasm/Jalousie/Love”, dove l’artista manifesta il suo interesse verso i volatili, simboli di libertà, e “Coer au repos/Sex au repos”, cuore e sesso maschile in riposo, “due organi fortemente simbolici in stato inabituale”, come scrivono i curatori.

Quasi un omaggio alla città di Roma con un chiaro riferimento alla “Medusa” berniniana dei Capotolini è la “Fontaine aux serpents”, dove l’artista trasforma la fontana della villa installando dei serpenti che avvinghiati tra di loro sputano acqua.

annette messager a villa medici 02

Confronto fra la “Medusa” di Gianlorenzo Bernini e “La Fontaine aux serpents” di Annette Messagger

Una citazione meritano anche, nel giardino, i cespugli di bosso a forma di curiosi animali, così come il Mercurio del Giambologna che brandisce uno scalpo che oscilla al vento, simbolo di una femminilità libera e spregiudicata. Di grande suggestione, nelle gallerie interne, sono le monumentali installazioni “Eux et Nous, Nous et Eux” nella quale pendono specchi, dal soffitto,sui quali campeggiano diverse specie di animali naturalizzati con protesi di pelouche; nonché “Histoire de traversins” lavoro dai molteplici significati, non ultimo un rimando ai prigionieri di Auschwitz come alle lotte di cuscini dei ragazzi.

Molte altre sono le opere in esposizione; di tutte da ampia documentazione il catalogo pubblicato in occasione della mostra, edito da Electa, il primo di una nuova collezione sull’arte contemporanea che nasce come libro d’artista: si tratta infatti del diario intimo di Annette Messager, dedicato a Villa Medici, accompagnato da un poster edito per l’occasione.

Ad Annette Messager seguiranno, a maggio, le mostre di Yoko Ono e Claire Tabouret, mentre in ottobre sarà presentato il dialogo tra Camille Claudel e Elizabeth Peyton e, all’inizio del 2018, la personale di Tatiana Trouvé. Questo ciclo di mostre all’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici sarà accompagnato da una pubblicazionea cura di Maurizio Cattelan, Marta Papini e Chiara Parisi che permetterà di penetrare maggiormente nell’universo delle artiste celebrate nel nuovo ciclo di mostre battezzato: Une Mediazione. Inoltre, nell’ambito del progetto di alternanza scuola-lavoro promosso dal Miur, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ogni giovedì dalle 16.30 alle ore 19 i visitatori potranno essere accompagnati da un’equipe di studenti per la mediazione in sala.

INFO: Roma, Accademia di Francia, Villa Medici, Viale Trinità dei Monti, n.1. Fino al 23 aprile 2017 dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 19.00. Biglietto mostra e visita guidata alla Villa Medici e ai giardini: 12 € (tariffa intera) / 6 € (tariffa ridotta). Biglietto soltanto per la mostra: 6 euro. Visite guidate della mostra dal martedì alla domenica, ore 17.00 in francese, ore 17.45 in italiano. Informazioni: www.villamedici.it – telefono: 06.67611.

Foto © Donatello Urbani


 archivio