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E’ una terra ricca di arte, storia, cultura, natura e tradizioni enogastronomiche la Sibarite. Affacciata sul mare e incastonata tra due Parchi Nazionali: quello del Pollino e quello della Sila, la più grande pianura calabrese era frequentata già al tempo dei Greci che le diedero il nome di "ὕλη", [yle],"foresta". Nel 730 a.C. fondarono una città, Sibari, che diede il nome a tutto il comprensorio. Un angolo di Calabria baciato da una grande varietà di flora e di fauna, con un mare cristallino e trasparente da fare invidia ad altre spiagge ben più blasonate, una gastronomia deliziosa a km. zero e numerose località da visitare, dove si celano testimonianze d’arte e di fede, come le tante antiche chiese ed abbazie, gli edifici storici e i castelli di notevole interesse.

E dove si celano piccoli capolavori quasi sconosciuti, come il Codice Purpureo di Rossano conservato presso il locale Museo Diocesano. Un vero gioiello di arte antica di straordinaria bellezza a cui il Museo ha dedicato una sala intera e che nel 2015 è stato riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità ed inserito nella categoria “Memory of the world” per il suo alto valore artistico, storico, culturale e religioso.

Ma che cosa è il Codex Codex Purpureus Rossanensis di cui lo scorso 4 giugno durante una cerimonia nello Studio privato del Presidente della Repubblica al Palazzo del Quirinale è stata consegnata a Sergio Mattarella una copia facsimile realizzata e contrassegnata ad personam?

Il Codex Purpureus Rossanensis è un manoscritto straordinario che deve il suo nome proprio alla colorazione porpora delle pergamene, una particolarità che conferisce al volume valore di estrema sacralità. Oggetto prezioso che testimoniava il potere, l’opulenza e il prestigio del possessore e che non poteva che appartenere ad una classe socio-economica assai elevata.

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Composto da 188 fogli di pergamena color porpora di dimensioni 31 cm x 26 cm numerati recto verso il Codex è un evangeliario greco miniato in caratteri in oro e argento. Si presume che risalga al VI secolo dopo Cristo considerato che proprio in questo periodo ebbe inizio la produzione di codici purpurei. Il Codex è estremamente importante sia dal punto di vista religioso che della manifattura, tali da rendere il substrato scrittorio simile a pochissimi altri esemplari finora esistenti, fra i quali il Rabbula mesopotamico, il Sinopense di Parigi e la Genesi di Vienna considerato la più antica forma di fumetto con valenza didascalica.

Nonostante la mancanza di diverse pagine (è avvalorata la tesi che il Codex completo ne contasse 400), per la sua consistenza il Codex Purpureus Rossanensis è il più prezioso fra i codici onciali (scritti cioè in caratteri greci maiuscoli) dell’antichità e l’unico rilegato, in quanto i codici analoghi sono ormai solo fogli sciolti. Contiene tutto il Vangelo di Matteo e quasi tutto il Vangelo di Marco (il testo si interrompe al versetto 14 del 16mo capitolo), mentre a causa di un incendio nel Seicento sono andati irrimediabilmente persi i Vangeli di Luca e Giovanni e una parte della lettera di Eusebio a Carpiano sulla concordanza dei Vangeli.

Quindici le pagine miniate, di cui 12 rimandano alla vita di Cristo e alle sue parabole (l'ultima cena e la lavanda dei piedi, Gesù nel Getsemani, la risurrezione dei Lazzaro, la parabola delle dieci vergini), una miniatura dei quattro Evangelisti, parte della Lettera di Eusebio a Carpiano racchiusa in una decorazione aurea e il ritratto di San Marco.

Nel 2016 è terminato il lungo lavoro di restauro eseguito dall’ICRCPAL di Roma, intervento particolarmente rispettoso del delicato equilibrio di un’opera così antica, preziosa e importante, con il fine di tramandarla il più a lungo possibile alle future generazioni.

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Ma come mai il Codex si trova a Rossano? Numerose le ipotesi. Le più attendibili propendono per il suo arrivo nella maggiore città della Calabria bizantina verso l’VIIII-IX secolo portato da monaci melchiti fuggiti dall’Oriente in seguito all’espansione araba oppure che sia giunto al seguito di qualche dignitario della Corte di Bisanzio che ne aveva fatto dono alla cattedrale per le grandi celebrazioni bizantine.

Fino al 6 di settembre 2020 Corigliano e Rossano promuovono due iniziative da abbinare alle piacevoli vacanze sulla costa: le visite speciali guidate al Museo Diocesano e del Codex e alla Cattedrale dedicata a Maria Ss.ma Achiropita e le chiese antiche aperte per tutta la stagione estiva a Corigliano-Rossano.

La prima iniziativa vede protagonisti il Codex Purpureus Rossanensis, il prezioso manoscritto dal 2015 Patrimonio dell'Umanità UNESCO, e la Cattedrale di Rossano, dove si conserva la preziosa icona della Madonna "Achiropita" del 580 (a.c). Achiropita o Acheropita, dal greco, è un'immagine creata miracolosamente, dunque non realizzata da mano (umana). Il racconto di quest'opera sacra, unito alla possibilità di vedere da vicino il Codex e gli altri tesori del Museo rossanense rappresentano un'occasione unica per chi visita la Calabria o per chi vuole scegliere una destinazione di rilevanza culturale che qui, si amplia, inoltre, nel tesoro bizantino rappresentato da edifici di considerevole bellezza e valore storico-artistico.

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La seconda iniziativa vede l'apertura delle chiese dei centri storici di Corigliano e Rossano tutti i giorni dalle ore 16:30 alle ore 20:30 grazie alla presenza di volontari formati negli anni e pronti a fornire informazioni utili sul valore artistico delle singole chiese in cui i visitatori effettueranno visita. A Corigliano si visiteranno le storiche chiese dei Santi Pietro e Paolo e Santa Maria Maggiore, mentre a Rossano le Chiese che rimarranno aperte sono quelle di San Bernardino, San Marco, San Giovanni di Dio e Panaghia.

Chiese Aperte è un progetto sostenuto dalla CEI con i fondi 8Xmille e l'apertura giornaliera è resa possibile grazie all'impegno di sette volontari che da anni hanno sposato pienamente la causa dell'iniziativa tesa alla conoscenza e valorizzazione dei tesori presenti nel territorio dell'Arcidiocesi di Rossano-Cariati.

Promosse e organizzate dall'Associazione Insieme per Camminare, ente gestore del Museo Diocesano e del Codex, in collaborazione con da SBC Sibaritide Beni Culturali, le visite guidate al Museo e alla Cattedrale si terranno ogni martedì e venerdì dalle ore 18:00 (al costo di 7€ a persona, con un massimo di 15 partecipanti), mentre la visita alle chiese di Corigliano Rossano organizzate è ad ingresso gratuito.  Info e prenotazioni: 0983.525263 / 340.475940


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