Partiamo

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Con una viabilità in tilt a Santo Stefano e Capodanno Caorle Wonderland è stato probabilmente l’evento con il massimo numero di presenze complessive del periodo natalizio italiano.

Dalla fine di novembre al falò conclusivo dell’Epifania, la cittadina veneta con la sua manifestazione natalizia giunta alla seconda edizione ha accolto oltre mezzo milione di persone che hanno affollato il centro storico addobbato a festa. Non mancava proprio nulla, le casette di legno, la giostra di cavalli a due piani, la ruota panoramica, la Star Tower di 37 metri, le luminarie, gli show e gli eventi collaterali, oltre ai servizi mirati, come la pista di ghiaccio con servizio di baby sitting e persino di dog sitter, dove chi arriva col suo fido compagno a quattro zampe lo può lasciare a farsi coccolare nel castello dei cani. Nella Rambla Food i food truck hanno deliziato giovani e adulti con il cibo da strada: il cartoccio di pesce da gustare passeggiando, i burger, la piadina romagnola, il brasiliano e il vegano e persino il camion che serviva bicchieri ghiacciati in un ambiente a meno sette gradi, unico in Italia.

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Caorle è una cittadina che da borgo di pescatori ha saputo trasformarsi in meta turistica mantenendo inalterate le sue peculiarità e le sue caratteristiche. Unico porto di pesca del Veneto oltre Chioggia ha nell’asta silenziosa del mercato del pesce una particolarità unica. Nel pomeriggio, quando i pescherecci fanno ritorno con il loro bottino, le casse vengono portate nella grande sala del mercato ittico, aperto al pubblico solo la mattina e riservato agli operatori nel pomeriggio. Qui si procede all’asta, ma non con grida e alzate di mano, ma sussurrando all’orecchio dell’astatore la proposta di acquisto. Basta un centesimo di differenza per aggiudicarsi la cassetta desiderata e l’addetto alle vendite sa ricordarsi perfettamente chi ha fatto la proposta più alta.

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Il pesce poi finisce sulle tavole dei migliori ristoranti locali, che secondo la stagione offrono il meglio del pescato, tra sogliole, orate, moscardini, pesce san pietro, canestrelli, vengole, ecc. Tra i nomi da segnalare c’è lo storico ristorante Antico Petronia, all’interno di un edificio dei primi del novecento. Il titolare del ristorante, il primo aperto nella cittadina, è un habitué dell’asta silenziosa al mercato ittico per offrire alla sua clientela il meglio del pescato locale coniugato con le ricette tipiche caorlotte.

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La cittadina, adagiata tra le foci dei fiumi Livenza e Lemene, è un borgo di pescatori con le vecchie tipiche case dai colori accesi, e una laguna dove sopravvivono i “casoni”, i vecchi casolari in canna di palude dove si trasferivano i pescatori durante il periodo migliore per la pesca, da visitare con un’escursione in barca. Con i suoi 18 km di spiaggia che si distendono a Levante e Ponente fino a Duna Verde passando per Porto Santa Margherita, e alla Brussa e all’Oasi di Vallevecchia, è una località fruibile tutto l’anno che assomiglia ad una piccola Venezia, con l’antico duomo di Santo Stefano dal curioso campanile cilindrico di 50 metri, che in origine era in realtà una torre di guardia, l’unica sopravvissuta del periodo in cui il villaggio era circondato da mura difensive. Imperdibile la passeggiata sul lungomare fino al Santuario della Madonna dell'Angelo, costruito in seguito al ritrovamento miracoloso di una statua della Madonna e meta ancora oggi di pellegrinaggi e richieste di grazie. 

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Le insegne marmoree con il leone di Venezia ancora presenti sulle mura di alcune vecchie case ricordano il periodo in cui qui comandava la Serenissima, mentre l’interessante Museo del Mare allestito in un’antica azienda agricola ristrutturata e inaugurato nel luglio del 2018 espone i numerosi reperti archeologici ritrovati nella zona (non siamo molto lontani da Concordia Sagittaria e da Aquileia, importante colonia romana capitale della X regione augustea e metropoli cristiana) e quanto emerso dal ritrovamento, al largo di Caorle, del relitto di un brigantino affondato due secoli fa.

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Per avere un’idea della grande valenza agricola che la zona ha avuto dopo la bonifica dei primi del 1800 (60 ettari dell’entroterra di Caorle sono coltivati a risaia e producono un ottimo riso superfino della qualità carnaroli) merita visitare Ca’ Corniani, appena fuori città. L’azienda, nel periodo di grande sviluppo ospitava circa 3mila persone, una comunità organizzata nei minimi particolari e che contava al suo interno anche di scuola, chiesa, locali ricreativi e programmi mirati per i bambini, tra cui le escursioni giornaliere al mare in estate. Oggi l’azienda, passata alla coltivazione e all’allevamento con metodi moderni che non necessitano più di grandi numeri di agricoltori è stata ristrutturata nei suoi locali che vengono utilizzati per eventi, degustazioni e incontri oltre ad essere sede di una mostra fotografica multimediale dove si può approfondire la sua storia.

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Per destagionalizzare i flussi turistici il comune di Caorle ha numerosi progetti con vedranno la luce nei prossimi mesi, come l’ampliamento delle zone parcheggio e delle zone pedonali, lo sviluppo di nuovi circuiti ciclo-turistici, un servizio di trasporto in battello dal porto di Falconera alla Spiaggia di Brussa. Si sta studiando anche la possibilità di offrire un servizio di ristorazione durante le escursioni lungo i canali per la visita ai casoni dei pescatori.


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