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dazi e tutela internazionale 01Convegno di Origin Italia, l'Associazione dei Consorzi di Tutela riconosciuti, sulle misure da mettere in campo a tutela delle Indicazioni Geografiche nella "Guerra dei Dazi". Cesare Baldrighi: "Le IG non si toccano". 

La politica ritorsiva americana con la sua "guerra dei dazi" rischia di penalizzare fortemente ben 93 indicazioni geografiche europee. L'aumento delle imposizioni su alcuni beni comunitari entrato in vigore il 18 ottobre, a cui lo stesso WTO, l'Organizzazione Mondiale del Commercio ha dato parere positivo, colpisce anche le IG italiane.

Secondo il dato ICE, ammonterebbero a 117 milioni di euro i dazi aggiuntivi per i nostri prodotti Dop e Igp sul mercato statunitense. I più penalizzati sarebbero quelli del settore caseario, come il Parmigiano Reggiano che vedrà aumentare i propri dazi da 2,15 dollari al chilo a circa 6 dollari. Anche il Grana Padano, che in USA esporta attualmente circa 75 milioni di euro di prodotto, vede passare il dazio da 2€ a 5,25€ al chilo.

Per fare il punto della situazione e mettere in campo azioni di tutela per le IG, OrigIn Italia ha promosso nella sua sede romana un incontro dal titolo "Dazi e Tutela Internazionale", a cui sono intervenuti il suo presidente Cesare Baldrighi – che è anche presidente del Consorzio del Grana Padano – e il direttore dell'Associazione Leo Bertozzi. La politica statunitense - è stato sottolineato- sembrerebbe più ritorsiva nei confronti dell'Unione Europea che protezionista in favore dei produttori americani. Vengono infatti mirati con precisione i prodotti di riferimento dei singoli Paesi membri ovvero olio per la Spagna, vino per la Francia, formaggio per l'Italia, whisky per la Scozia. Alla base della decisione del Governo americano sembra esserci in realtà la volontà di fare pressioni sull'Unione Europea nella questione Boeing-Airbus, affinché vengano trovati in merito accordi favorevoli per gli Stati Uniti. Il coinvolgimento dell'Italia nonostante essa non faccia parte del Consorzio Airbus, è dunque ingiusto ed inutilmente penalizzante. La misura sarebbe piuttosto un segnale ai produttori statunitensi di latte, pagati con meno di 30 centesimi di dollaro al litro, e ai trasformatori delle industrie casearie, colpiti dalle contromisure cinesi per i dazi USA sull'acciaio e l'alluminio, che hanno fatto crollare della metà l'export di latte e derivati verso il Paese asiatico.

"La prima difficoltà che ci siamo trovati ad affrontare- ha detto Baldrighi- è legata alla procedura perchè la modalità con cui tutto è avvenuto passa attraverso una decisione del WTO di cui non ci sono esperienze nel passato e di cui è difficile comprendere le logiche e i meccanismi. Manca anche la certezza dei tempi che è importante nell'operatività quotidiana. Si pretende che con la stessa facilità con cui i prodotti italiani entrano nel mercato americano, i prodotti evocativi fatti negli Stati Uniti entrino in Europa. Un conto è la tutela, cioè l'uso delle denominazioni geografiche, un altro è il mercato, cioè i dazi e tali aspetti devono essere tenuti distinti. E' una condizione che non possiamo accettare, le IG meritano rispetto e non si toccano".

Lo ha ribadito anche il ministro per le Politiche Agricole Teresa Bellanova che, affidando la propria contrarietà al concetto 'Giù le mani dai nostri nomi. Basta con i furti di identità', ha lanciato il guanto di sfida ai dazi americani e al contempo invitato le Istituzioni Europee a condannare un attacco di simili proporzioni al sistema delle nostre Indicazioni Geografiche. "Portano il nome dei territori nel mondo, ne rappresentano il patrimonio culturale produttivo, sono l'archetipo della sostenibilità economica, ambientale e sociale e soprattutto hanno un rigido disciplinare da rispettare, che offre garanzia di qualità". "I Consorzi di tutela li valorizzano – ha aggiunto - gli accordi commerciali necessari per avere regole comuni per le IG diventano indispensabili perché identificano marchi collettivi territoriali. I dazi usati come ritorsione sono strumenti discorsivi di geopolitica, che colpiscono non solo il prodotto ma tutto il territorio da cui esso proviene, nei suoi riferimenti culturali e sociali. Chiediamo pertanto a Governo Italiano ed Unione Europea che vengano cofinanziate le azioni di tutela e valorizzazione dei Consorzi per le predette Indicazioni Geografiche; un sostegno per rilanciare azioni di sviluppo e riallocare il prodotto che non verrà venduto negli USA. Solo in questo modo potremo trasformare questa crisi in opportunità".

I primi effetti dei dazi si dovrebbero sentire solo all'inizio del nuovo anno perchè sono già stati fatti negli ultimi due mesi importanti approvigionamente sul mercato americano. Ma quali contromisure concrete mettere in campo per attenuare il peso delle misure che gravano sui nostri prodotti caseari a denominazione, il cui peso sul mercato americano è stato enfatizzato, considerando che il valore delle loro importazioni non supera il 2,2%? Per Baldrighi si potrebbero chiedere misure di compensazione come il Fondo di solidarietà, anche se le procedure sono complesse, e l'implementazione dei fondi per la promozione dei prodotti europei fuori dall'Europa che ammontano a 200 mln di euro l'anno. Anche il nostro governo e potrebbero intervenire con varie iniziative come già fatto in passato attuando corsie preferenziali nei programmi promozionali dell'agroalimentare negli USA, per i progetti a favore dei prodotti colpiti dai dazi. Inoltre sarebbe utile poter ottenere anche aiuti alle imprese mirati ad alleggerire le problematiche che esse potrebbero avere come effetto della politica dei dazi; misure da attuare, affinché il Made in Italy possa essere traghettato senza troppi scossoni nella fase in cui i dazi finiranno.

"La lista formata dagli USA dei prodotti che saranno investiti dal rincaro dei dazi – ha spiegato il direttore di Origin Italia Leo Bertozzi – comprende 40 prodotti italiani, in primis formaggi di qualità ma anche liquori e salumi. L'impatto di questa operazione sulle nostre IG dipenderà molto dalla tempistica con cui essa si svilupperà – ha aggiunto – perché avremo quattro mesi di tempo per cercare di risolvere politicamente il problema. Qualora si risolvesse in tempi brevi, le ripercussioni non saranno così rilevanti, ma se i dazi entrati in vigore il 18 ottobre dovessero protrarsi anche per tutto il 2020 ed oltre, potrebbero determinare serie ripercussione nel comparto di DOP e IGP".Se tale politica dei dazi dovesse perdurare poi, un riflesso si avvertirà inevitabilmente anche sul mercato italiano: nel breve periodo i prezzi potrebbero diminuire per smaltire le scorte, tuttavia i mancati ricavi da uno dei principali mercati mondiali di esportazione dovranno essere compensati in qualche modo e ciò potrebbe voler dire aumentare i prezzi anche in Italia".

Origin Italia nasce il 30 novebre 2018 dall'AICIG, l'associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche, istituita nel 2006, e associa 66 consorzi di tutela e 2 associazioni di consorzi di tutela. E' il riferimento di Origin EU, fondata nel 2018 con sede a Bruxelles per interloquire con le istituzioni Ue e Origin Internazionale, la rete mondiale delle Indicazioni Geografiche con sede a Ginevra.


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